Inspiration

Un uomo solo

Era uno scrittore.

Era solo, abbandonato nella sua miseria.

La sua mente era l'unica cosa che aveva, quindi scriveva. Giorno e notte.

Tutti i suoi giorni grigi si coloravano, una volta creato un nuovo mondo con carta e penna.

L'unica fonte di guadagno era la sua passione. Ma nessuno lo capiva. Lui era strano, agli occhi degli altri; i suoi libri, infatti, non toccarono mai mano che non fosse la sua. Nessuno si avvicinò più di qualche metro a quella bancarella dove vendeva fogli pinzati, perché non aveva modo di stamparli.

Non aveva niente. Solo la sua penna e la sua mente.

Il mondo fuori era grigio, quello dentro di lui era luminoso. Quest'uomo emanava una luce che a nessuno era concesso vedere.

Nessuno lo capiva, ma lui non era triste.
Lui poteva creare, con la sua mente e con la sua mano, un mondo migliore. Scriverlo lo rendeva più concreto, ai suoi occhi, e alleviava il suo dolore.

Quest'uomo non era solo, quest'uomo voleva stare solo.

Il mondo era troppo grigio per la sua luce.

Il mondo non era degno di lui.

Voleva spiccare il volo, volare lontano da questo mondo e restare solo con la sua mente per sempre.

Le guerre, gli omicidi, i pregiudizi, i pensieri negativi, le malattie, non potevano essere cancellate. Il mondo era marcio, triste e spento.

Lui emanava troppa luce. Luce che non poteva essere condivisa con quella realtà.

Così, quel giorno, quell'uomo solo, quello scrittore,

lasciò il suo corpo su quel grigio mondo, per ricongiungersi alla luce.

Lasciò quella gabbia chiamata vita.

Lasciò quel mondo che non aveva speranza. Quel mondo di frivoli, di menti chiuse e inferiori.
Menti che si abbandonavano al materiale e consumavano la loro anima, vendendola per pezzi di metallo e carta.

L'umanità era caduta in basso.

Lasciò quel mondo nell'unico modo che riteneva possibile.

Salì le scale, raggiunse il punto più alto.

Si sporse e osservò lo sporco un'ultima volta.

Poi, spiccò il volo.

Fonte d'ispirazione: Midwayer - Joep Beving (su Spotify)