Dal giorno in cui la mia ultima "unicità" si manifestò del tutto, All Might non mi fece più uscire di casa senza la sua protezione, fino ad oggi, più o meno.
Sgattaiolai fuori dalla finestra di camera mia ed attraverso la mia unicità, mi feci trasportare fino al marciapiede e percorsi il tratto di strada fino al laghetto lì vicino, con il cappuccio in testa per non farmi riconoscere da eventuali fan.
Ho sfruttato il momento della giornata, cioè la notte, dove All Might non è al pieno delle sue forze quindi dorme nella sua camera accanto alla mia.
Mi recai verso il piccolo lago poco distante da casa mia, infatti è proprio quello che ammiravo dalla mia cameretta ogni volta che ne avevo la possibilità.
Forse lo facevo per sentirmi più libera o forse lo facevo con la convinzione che un giorno potessi avere la possibilità di osservarlo da più vicino.
Appena arrivai, notai subito di essere in compagnia di un piccolo ragazzino. All'inizio non proferii parola ma successivamente presi coraggio, come non feci da tempo, e gli chiesi come si chiamasse.
Nessuna risposta da parte sua.
E come non biasimarlo, conoscendomi avrei fatto la stessa identica cosa.Scrutai il suo riflesso nell'acqua cristallina. Infine, più per sfizio che per altro, gli chiesi quale fosse la sua unicità, non pensando che più avanti mi potesse dare una risposta del genere, infatti fece qualcosa di impensabile: come sua risposta ghiacciò davanti a me ogni singola goccia di quel lago come simbolo della sua forza.
Il suo "gesto" come per dimostrare la sua potenza mi diede non poco fastidio fino a superare i miei limiti prestabiliti.Forse il sentimento che più provavo era rabbia.
Rabbia perché lui era a suo agio con la sua unicità ed in qualche modo l'aveva accettata nonostante la sua tenera età.Non riuscivo più a controllare la mia rabbia così da usare la mia stupida unicità per scogliere il ghiaccio nel piccolo laghetto cristallino.
Tornò tutto come prima e finalmente mi sentivo meglio.
Finché uno sguardo truce da parte sua si posò su di me seguito dalle sue parole dette con una voce roca e rabbiosa:"Devi accettare la tua unicità perché è quello che ho fatto con la mia e che, prima o poi, tutti dovrebbero fare"
Molti, forse troppi, sentimenti stavano circolando dentro di me ma una cosa capivo:
Aveva ragione, completamente.
Dovevo accentarla prima o poi. Dovevo combatterci ogni giorno e con essa dovevo combattere i "cattivi".Ero sconvolta finché lui ghiacciò di nuovo il lago, forse per far sentire di più le sue parole in me.
Pochi minuti di silenzio dove pensavo e pensavo mentre il mio "amico" poco distante da me non muoveva un muscolo, forse ragionando su chissà quale cosa; finché la quiete non fu interrotta da qualcosa, o meglio, da qualcuno.
Mi accorsi che la persona che sentii arrivare fu proprio chi cercai di evitare per tutto questo tempo.
Appena mi rivolse parola, capii già che ebbe ascoltato il "discorso" fatto da me ed il bambino qui vicino, ma sapevo comunque che sotto ci fosse qualcos'altro, qualcosa sopra la nostra portata; infatti mi disse:"Non fidarti di lui, suo padre non è una buona persona. Sai cosa si dice... tale padre, tale figlio"
Non comprendevo al pieno il giapponese, e mi chiesi pure il perché non parlasse proprio in quel momento l'italiano, ma ebbi comunque capito le sue parole e mi infuriai non poco.
Gli risposi:
"Prima di tutto, non abbiamo nemmeno fatto un discorso più lungo di un minuto ed in secondo luogo con quel discorso mi ha insegnato più cose lui, che tu in tutti questi anni."Rimase sorpeso, forse un po troppo, ma fu il mio intento e ne fui felice.
Nel mentre il ragazzino che per poco tempo fino a quel momento non si mosse, finalmente diede qualche segno di vita, mostrandomi una faccia sbalordita per quello che dissi.
Mi faceva piacere fare un complimento a chi se lo meritava, chi in qualche modo mi aiutava in qualcosa, ed infatti capii dalla sua reazione che di gratificazioni non ne riceveva molte.
Ora per delineare ogni suo aspetto ci vorrebbero pagine e pagine solo per descrivere ciò che porta dentro ma, purtroppo, mi limiterò a descriverlo in poche semplici righe: questo ragazzino, di cui non conosco il nome, penso porti più o meno la mia stessa età ed, anche se seduto, percepisco la sua altezza, penso infatti che lui sia di poco più alto di me. Porta dei vestiti semplici che mettono in risalto il suo piccolo corpo. Noto che, anche essendo così piccolo di corporatura, ha le braccia e le gambe ben sviluppate; il che mi fa intuire che il "malvagio" menzionato da All Might lo alleni forse per diventare un eroe.
Non vorrei essere "un'occhetta" ma mi farebbe piacere incontrarlo nella scuola che andrò a frequentare prossimamente, solo per parlare o semplicemente rimanere in silenzio a contemplare chissà chi o quale cosa.
Per finire questa descrizione accenno qualche parola al suo viso, che per metà, possiamo dire, è come dovrebbe essere, mentre l'altra parte è come se la pelle fosse stata bruciata; così come i capelli per metà li ha bianchi cenere e per l'altra metà rosso fuoco.
Spero solo che la sua faccia non sia stata bruciata veramente. Fossi in lui non riuscirei a sopportare un certo dolore nel viso, soprattutto perché nella mia parte di viso corrispondente porto un neo che, molto sensibile, mi provoca dolore anche solo un misero schiaffo, infatti non riuscirei a sopportare quel tale dolore.
Infine i suoi occhi: uno color grigio, in tutte le sue tonalità e l'altro color cielo...
Mi chiedo cosa nascondino dietro quello sguardo monotono e freddo...
I miei pensieri furono interrotti dall'arrivo di un secondo uomo che per certi aspetti somigliava al piccolo ragazzino, infatti si diresse verso di lui, non prima di aver lanciato uno sguardo di fuoco verso All Might.
Poco dopo, senza rendermene conto, quel tizio prese il bambino che, presumo, fosse il figlio e lo portò via con sé.Rimasi ferma, lasciando che tutto accada.
Speravo, anche essendo quel uomo il padre, che la ferita in faccia non fosse stata provocata da lui stesso o che non subiva "abusi domestici".
Anche avendolo "conosciuto" per così poco tempo, speravo veramente di incontrarlo di nuovo.Ed anche avendolo "conosciuto" per così poco tempo speravo non fosse costretto a fare ciò che lui non volesse fare...
Ma quanto mi sbagliavo...
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Cry Of The Heart / / MY HERO ACADEMIA *SOSPESA*
FanfictionGiulia Nocera, una ragazza italiana che per qualche sbaglio si ritroverà a Tokyo, per fronteggiare i cattivi della sua nuova città. Forse troppi avvenimenti nella sua vita accadranno ma qualcuno la guiderà nella sua nuova vita. //Alcuni fatti poss...