Giungi al conservatorio per affrontare quel benedetto esame. C'è una marea di gente e ti viene la bellissima idea di sotterrarti. Il tuo istinto suicida viene placato dalla voce di un prof:
«Bruno!»
Ops, senti il tuo cognome. Ma dai, molte persone lì in mezzo potrebbero avere il tuo stesso cognome. Nessuno si gira, mi sa che la sfiga ancora una volta ti tiene per mano.
Con gli spartiti in mano ti dirigi verso la stanza in cui c'è lo Stenway&Sons (che non avrai mai perché ci vogliono i big money) e inizi a sederti.
Ti incoraggi e dici mentalmente:
«Ce la puoi fare!»
Quella stronza della coscienza ti dice tutto il contrario.
«Certo, certo.»
Prima che inizi a suonare una scala la prof bastarda che ti guarda con aria di sufficienza ti chiede:
«Ce l'hai il programma?»
«Ah... già... sì, ce l'ho.»
Arrossisci come un pomodoro e le consegni il programma su un foglio ingiallito e mezzo rovinato.
«Se vuoi inizia da una scala a piacere per riscaldarti.»
Ti siedi, ti concentri ed esegui bene la scala. Mandi a quel paese la tua coscienza.
«Bene, bene, cosa scegli tra la sonatina di Clementi e gli studi di Czerny?»
«Czerny.»
Ehm, mi sembra ovvio che scegli le cose che sai fare meglio.
Suoni anche questo bene e benedici la prof con l'aria di sufficienza perché ti ha fatto scegliere quello che vuoi.
«Che culo!» dici tra te e te.
L'esame va bene: quando arrivi a casa fai volare gli spartiti e non suoni per circa un mese.Avevo una voglia matta di sotterrarmi appena ero arrivata al Conservatorio.
Dato che ero la prima ad essere stata chiamata, la prof mi chiedeva cosa volevo suonare e quindi sì, ho avuto una bella botta di c***.
Ovviamente avevo scelto le cose che sapevo fare meglio.
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Il disagio dei pianisti
HumorBuonsalve mondo di wattpad, in questo libro che non può definirsi tale ho raccolto una serie di disagi e problemini dei pianisti, ovvero esseri che suonano il cosiddetto pianoforte. Io appartengo a questa categoria umana e quindi, non so perché, mi...