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Vai ad un negozio di pianoforti, per scegliere appunto il tuo futuro pianoforte.
Ammiri instentemente quello a coda (che non avrai mai), così la commessa del negozio si decide a svolgere il suo lavoro e dà aria alla bocca chiedendo:
«Vuoi provarlo?»
Eh, grazie al cavolo che vuoi provarlo. Ceh che sei venuta a fare?
«Mm, okay.» (non era questa la risposta che le volevi dare)
Così prendi coraggio (manco fosse una scalata in montagna) e sotto lo guardo assassino della commessa che crede di capire qualcosa di musica, ti viene in mente una cosa... che non conosci nessun brano a memoria. Nemmeno la ninna nanna di Mozart.
Uh, che figuraccia.
Così, per far vedere che sei comunque un pianista provetto, ti metti a suonare una scala (non quella di Si possibilmente).

No dai, scherzo. Quando andai a provare il pianoforte in uno degli innumerevoli negozi, la commessa mi fece provare un bellissimo pianoforte verticale nero. Per fortuna conoscevo (e conosco) uno Studio di Chopin a memoria, e quindi... missione compiuta.

Il disagio dei pianistiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora