1)Hate.

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"Filosofia: Attività spirituale autonoma che interpreta e defini-It's our party we can do what we want.-definisce i modi del pensare, del conoscere e dell'agire umano nell'ambito assoluto ed esclusivo del divenire storico. "i problemi della f." -It's our party we can do what we want.- L'insieme dei principi -We can see who we want.-, delle idee e delle convinzioni sui quali una persona o un gruppo -We can see who we want." di persone fondano la propria concezione della vita: la f. di Leopardi-We can see who we want."

Harry chiuse con un tonfo il libro di filosofia e afferrandolo fra le mani, lo lanciò in un angolo remoto della sua stanza. Era come avere Miley cantare sul suo letto, avrebbe potuto tranquillamente far pagare la gente per sentire "We can't stop." dal vivo.

Da più di due mesi a questa parte, era diventato impossibile studiare, ogni sera la musica proveniente dalla casa accanto alla sua, disturbava il suo studio pre esami e questo aveva già rovinato gli ultimi voti, ci aveva anche provato a discutere con quel vicino di casa maleducato, ma l'individuo non si era nemmeno preso la briga di andare ad aprire la porta.

"Papi." Una vocina sottile e delicata arrivò alle orecchie del riccio, che si girò immediatamente verso la porta, con le braccia al petto e le sopracciglia inarcate.

Le sue labbra si piegarono in un dolce sorriso a vedere la bimba assonnata, stringere a se un enorme peluche a forma di Winnie the pooh, mentre si grattava gli occhioni azzurri.

"Dimmi, tesoro." Si avvicinò a lei a passi svelti, allungò le braccia verso il basso e la avvolse con esse, stringendosela al petto.

La bimba si lasciò stringere, strofinò il nasino contro il petto nudo del padre e lasciò che lui la alzasse da terra e la portasse verso il proprio letto, adagiandola poi su esso.

Harry amava sua figlia, l'amava più di ogni altra cosa al mondo, più di se stesso, si sarebbe messo contro il mondo anche solo per farla sorridere e lei, nonostante i suoi quattro anni, lo sapeva.

Sapeva che suo padre usciva la notte tardi solo per regalarle le scarpe che voleva, che stava tutta la mattina e la sera con la testa china sui libri solo per darle un futuro e anche lei lo amava tantissimo.

"La musica mi ha svegliato e mi fa tanto tanto bua la testa."

Gli occhi verdi del padre di spensero immediatamente alla voce spezzata della bambina, la strinse maggiormente a se e posò le labbra sulla sua fronte, sentendola scottare sotto al suo tocco.

Si alzò con riluttanza dal letto, avvicinandosi poi alla finestra spalancata; la casa difronte era colma di ragazzini, riusciva perfino a vedere alcuni che si mangiavano la faccia a vicenda in una delle tante stanze illuminate, le luci colorate riempivano il buio della notte e la musica continuava a rimbombare, senza un accenno di limitazione nel volume.

Harry si chiedeva come i genitori di quel povero ragazzo dovessero essere, da quando si erano trasferiti non aveva nemmeno visto l'ombra di un adulto varcarare la soglia di quella casa, la trovava una cosa triste e da una parte, se odiava quel ragazzino impertinente e maleducato, dall'altra provava tenerezza.

Un singhiozzo di disapprovazione alle sue spalle lo fece improvvisamente tornare alla realtà, si voltò verso la figlia, che stava piangendo disperatamente, stringendosi il pluche al petto.

"Ehi, ehi, ehi. E' tutto apposto, mh?" Sussurrò avvicinandosi a lei, la prese e delicatamente la poggiò sul suo petto, distendendosi a sua volta sul letto.

Cominciò a farla dondolare fra le proprie braccia mentre dalla sua bocca uscivano le dolci note di una ninna nanna, gli passò la mano fra i capelli e la continuò a dondolare finché non sentì il suo

The Tomlinson (L.S)Where stories live. Discover now