1. Ricordi

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Catherine
-Allora, figlio di Ecate, adessssso dicci dov'è la sssssettantacinque! Gli dei ci hanno ordinato di uccidere qualunque ossssstacolo verso la ragazza.- sibila letteralmente una delle dracene, mettendo le zampe sul collo dell'uomo che è mio padre. Io osservo tutto da dentro un armadio, come ho fatto per tutti i quindici anni della mia vita, quando i mostri venivano a cercare me o mio padre, o entrambi.
Mio padre, come sempre, si rifiuta di parlare, ma questa volta non riesce a nascondermi con la Foschia, come faceva sempre. Qualcosa sta andando storto.
La dracena che sembra il capo si fa passare un coltello da un'altra, e lo punta contro mio padre.
-Ultima possssibilità-
-Piano C, Cath! Vai!- urla mio padre e si sente subito un rumore provenire dall'altra parte del nostro appartamento. Foschia, ti adoro. Piano C, ti ho sempre odiato, e speravo che non dovessi mai farne ricorso.
La dracena fa un cenno alle altre, che corrono verso il rumore, mentre lei taglia la gola al suo prigioniero.
-Adesssso non ci servi più, ssssemidio.- sibila il mostro, mentre mio padre fa gli ultimi respiri e sussurra -Ermes, ti prego, proteggi Catherine verso il campo. Ti prego.-
Io trattengo le lacrime e prendo lo zaino che è nell'armadio, esco silenziosamente e inizio a correre verso est, verso New York.

-Jill, basta.-

Piano A, rimani nascosta nell'armadio.
Piano B, esci e attacca.
Piano C, scappa verso il campo e non voltarti indietro.
Adesso vedo solo frammenti di quello che ho vissuto nel mio viaggio dal Nevada a New York. Io che corro, mentre monto il silenziatore sulla pistola. Io che sparo alle dracene con la Glock 17 che mi ha dato mio padre.
Io che corro su per la Collina Mezzosangue, seguita a rotta di collo dai mostri che mi urlano -Fatti uccidere, e raggiungerai tuo padre! Cossssì vogliono gli dei! Vogliono vedere il tuo cadavere, piccola sssssettantacinque!-

-Jill, adesso smettila.-

Finalmente oltrepasso i confini del campo e vedo le dracene fermarsi e cercare di entrare. Mi inginocchio per terra, sfinita, e mi raggiunge un ragazzo biondo, con una cicatrice sulla parte destra del viso, e mi chiede dolcemente -Stai bene?-
Io scuoto la testa e inizio a piangere, mormorando -Lo hanno ucciso, lo hanno ucciso...-
Il ragazzo si accuccia in modo da guardarmi bene negli occhi, i suoi azzurri incastrati con i miei neri, e mi abbraccia e mi accarezza i miei capelli neri legati in una coda, dicendo -Va tutto bene, sei al sicuro adesso. Io sono Luke.-
-Catherine-
-Bene, Catherine, riesci a camminare?-
-Sì.-
Quando tento di alzarmi in piedi, sento le gambe molli e rischio di cadere di nuovo, ma Luke riesce a evitarmi una gran figuraccia.
-Presa al volo. Dai adesso ti accompagno in infermeria.-
Prende il mio braccio destro e se lo mette intorno alle spalle, mentre con l'altra mano mi tiene il fianco.

-Jill, ti prego, basta.-

Ci raggiunge un centauro, che si presenta come Chirone. Io non sono per niente spaventata, visto che mio padre mi aveva raccontato tutto. Riguardo a mamma, al campo, ai mostri, al mio essere speciale, anche tra i semidei.
-Luke- dice Chirone, dopo aver ascoltato ciò che è successo da Luke
-Hai detto che le dracene hanno chiamato in modo strano Catherine-
-Sì, l'hanno chiamata settantacinque. Ma non capisco cosa voglia dire.-
Io li interrompo -Mio padre ha detto che ero speciale. Lui era un figlio di Ecate.-
-E tua madre?- mi chiede il centauro con tatto.
-Nemesi- rispondo piano.
-Sei figlia di due semidei?- si intromette Luke, ma io lo fermo e gli dico -No, hai capito male. Sono figlia di un figlio di Ecate e di Nemesi in persona. Sono figlia di un semidio e di una dea vera e propria.-
-Luke- dice Chirone con un leggero sorriso -Per la tua gioia, la signorina Catherine alloggerà nella casa di Ermes insieme agli altri figli di dei minori.-
Il ragazzo arrossisce fino alla punta delle orecchie e...

-Jill, adesso piantala!- urlo esasperata alla mia amica.
Lei si risveglia dalla trance e mi guarda con i suoi occhioni verdi spaventati e mortificati. È questo l'effetto che faccio alle persone: le spavento. Di solito cerco di evitare di pensarci, ma quel ricordo di quattro anni fa è molto doloroso per me ed è la fonte principale dei miei incubi. Non l'ho mai raccontato a nessuno, ne ho parlato solo con Luke, che mi ha promesso di non parlarne con altri.
Ma Jill prima o poi lo avrebbe scoperto. Lei è la figlia di Clio, una delle nove Muse, quella della memoria e della storia. Lei ha questo potere di vedere i ricordi delle persone guardandole negli occhi.
Finora per me non era stato un problema, ma adesso ha risvegliato un senso di vuoto dentro di me. Esco sbattendo la porta della cabina 11, nella quale vivo da quattro anni, e mi dirigo verso il poligono di tiro. Di solito lì si usa l'arco, ma io sono un caso a parte. A me piace lanciare coltelli contro i bersagli e, visto che non ho mai mancato un colpo, Chirone mi permette di farlo. Molti della casa di Ares mi hanno chiesto di insegnargli come fare, ma la precisione e la mira... non si possono insegnare.
-Che è successo, Catherine? Quando vieni a lanciare coltelli da sola, vuol dire che sei arrabbiata.-
Alzo lo sguardo e vedo Luke sorridermi, mentre è appoggiato al bersaglio, nel il quale ho appena conficcato una lama nel centro. Lui estrae il coltello dal bersaglio e inizia a guardare la lama, interessato.
-Spunti fuori sempre quando mi sale un istinto omicida, Castellan.- gli rispondo mentre lancio un'altro coltello, che si conficca esattamente dove prima c'era il coltello che ha in mano il figlio di Ermes.
Lui fischia e poi mi dice -Accidenti, che precisione.-
-Modestamente.-
-Ma se sei un vero cecchino!-
-Modestamente, parte seconda-
Scappa una risata a entrambi e io prendo in mano un terzo coltello, con cui gioco un po' prima di lanciarlo. Mentre faccio roteare la lama in aria, riprendo a pensare a quello che è successo con Jill, a quello che è successo a mio padre... Ricaccio indietro le lacrime e lancio il terzo coltello, ma sbaglio e lo lancio troppo a sinistra, pericolosamente vicino alla faccia di Luke.
Luke alza un sopracciglio mi domanda, diventando serio -Avanti, Catherine, cos'è successo? Non è da te cercare di uccidermi.-
-Jill. Ha visto quel ricordo.-
Luke si avvicina lentamente a me, mi mette in mano il coltello che aveva lui e mi spettina i capelli, per poi dire con un sorriso.
-Passerà. Vieni, stasera c'è Caccia alla Bandiera e ho in mente una nuova strategia, ma ho bisogno di te e degli Stoll.-

Perfetto - Luke CastellanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora