Chapter 111

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Dopo aver confermato la missione "Salvataggio Rhea", Serena e Furio hanno cominciato a parlare davanti a una tazza di caffè fumante; Tara, Justin e Ofelia discutevano concitanti del ritorno della loro amica.

David mi si è avvicinato ringraziandomi per quello che ho fatto e aggiungendo che non  tutte le persone avrebbero consegnato la lettera; ho risposto sorridendo che io non sono "tutte le persone", ma semplicemente Sofia. Dalla mia risposta lui ha dedotto che Rhea ha scelto la persone giusta per affidare la lettera. 

Il pontile è quasi indistinguibile tra il buio pesto della notte: sporadici lampioni ammiccano sugli assi di legno e una figura percorre il pontile con il capo rivolto verso la luna piena.

Saprei riconoscere quella camminata anche tra una folla di persone. A Mathias non gli è andata a genio la mia affermazione riguardante la partecipazione al recupero di Rhea e così dopo che Furio mi ha parlato per qualche minuto, lui ne ha approfittato andando alla scoperta del pontile di Astrea.

Quando tiro il pomolo laccato in bronzo, gli sguardi si posano per qualche secondo su di me, poi tutti ritornano a discutere. Serena mi rivolge un'occhiata implicita deducendo la mia destinazione. 

Il vento soffia rasente al suolo e più in là, onde irrequiete si stagliano sulla punta del pontile, bagnandolo. Mathias è poggiato con i gomiti sul parapetto e spuma d'acqua gli finisce sulle scarpe. 

«Mi sono stancato di parlare di Celeste.» Fa lui schietto senza voltare lo sguardo. 

«Non sono qui per parlare di lei.» Ribatto. Le folate di vento trasportano le mie parole lontane. 

«Dovremmo trovare una camera per dormire. Il fuso orario si fa sentire e... anche i due orgasmi.» Il riflesso della luna illumina il mio sorriso complice. Il sorriso di Mathias è illusorio, espresso soltanto per mascherare qualcosa che lo tormenta. 

«Rhea è mia amica...» Riprendo il discorso; una vocina mi suggerisce che i tormenti di Mathias risiedono nella mia decisione presa poco fa.

Si volta e con un braccio mi cattura a sé, costringendomi a sentire il suo calore. I nostri sguardi sono un tripudio di emozioni e i nostri cuori due orchestre abituate a suonare di fronte a una vasta platea.

«Lo so, ma la psicopatica è una donna pericolosa, Sofia. È cambiata, adesso è ostinata. Vuole che io l'accetti come madre, e farà di tutto perché questo accada.» Le sue iridi sono ferme, decise.

«Io... Non voglio fuggire. Voglio vivere la nostra storia, voglio che il mondo sappia quanto ti amo. E me ne frego di quella pazza.» Un omino incaricati di custodire le chiavi del mio cuore, ruota la serratura spalancando il cancello e dando libero sfogo ai sentimenti.

Mathias trasale, ma poco dopo il suo sguardo ritorna serio, imperscrutabile. 

«Sei diventata un'eroina dell'amore.» Mi prende in giro e io sorrido debolmente. «Se Celeste dovesse soltanto sfiorarti, non me lo perdonerei.» La sua espressione tramuta e la sua pelle brilla. 

«Mi devo prendere la rivincita.» Affermo faceta e lui soppianta il discorso premendo il mio capo sul suo petto.

Di colpo mi ritrovo due dita intente a sollevare il mento e un suo bacio a stampo che alimenta il mio organismo. Le sue mani scendono sino al fondo schiena per poi tastare le natiche. 

«Non si tocca il sedere di una donna.» Tento di scacciarlo, ma lui cocciuto non demorde. 

«Non ho toccato il sedere di una qualunque, ma alla mia donna.» E preme più forte facendomi uscire un ansimo. 

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