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"Era da un sacco che non facevo una serata tra donne", urla Cher felice.
Un paio di giorni fa Rose ha avuto la brillante idea di organizzare una serata per sole femmine, a base di alcol e musica. Le è balenata l'idea di andare in un nuovo locale chiamato "the moonlight", aperto da poco nel centro di Los Angeles. Mi è sembrato carino estendere l'invito anche alla compagna di Liam, visto che con la maternità dubito sia uscita molto.
Ci siamo trovate a casa mia e della mia coinquilina e abbiamo cominciato a bere del buon vino, accompagnato alla cena. Dopodiché ci siamo fiondate qui e abbiamo cominciato ad ordinare diversi giri di shottini prima di lanciarci in pista sulle note di Shape of you di Ed Sheeran. I piedi mi stanno andando a fuoco e la mia fronte è imperlata di sudore, ma forse per il troppo alcol, non riesco a smettere di ballare e sedermi.
"Io sto impazzendo dalla voglia di chiamare Niall per farmi sculacciare", Rose e gli ormoni.
Simulo un conato di vomito e lei mi urla che sono una "frigida del cazzo".
"Credo che i ragazzi siano a casa con Liam", dice la mammina.
"Sì, me lo ha detto Haaaarry", dico trascinando la vocale del suo nome.
"C'è chimica tra voi due", dice Cher.
"Chiamalooo", urla la mia coinquilina.
Credo che le mie rotelle non stiano funzionando molto bene perché all'affermazione della mia amica sorrido come una stupida e annuisco. Prendo fuori dalla pochette il telefono e cerco nella rubrica il suo numero. Quando però finalmente lo trovo le rotelle del mio cervello riprendono a funzionare e mi rendo conto di non avere un motivo per chiamarlo, anzi l'idea sembra improvvisamente sciocca. Non faccio in tempo però a bloccare lo schermo che Cher fa partire la chiamata. Le mani mi tremano come se avessi il morbo di Parkinson e la gola si fa più arida del deserto del Sahara. Avvicino il telefono all'orecchio e la sua voce roca mi fa impazzire.
"Isabel? Ci sei?"
Sono totalmente bloccata e la testa comincia a girarmi per via di tutto l'alcol ingurgitato.
"Dolcezza rispondi"
Mi porto una mano sullo stomaco e comincio a correre lasciando il telefono tra le mani di una delle due ragazze. Riesco in tempo ad aprire la porta del bagno prima di rimettere l'intero contenuto del mio stomaco. Odio vomitare, mi fa sentire uno straccio. Gli addominali mi fanno male per lo sforzo, il sudore sembra nettamente aumentato poichè i capelli mi si sono appiccicati al viso e il sapore acido nella mia bocca non mi sta aiutando a sentirmi meglio. Riesco ad andare fino al lavandino e lascio scorrere l'acqua finché non la sento ghiacciata. Appoggio sotto prima i polsi e poi me ne porto un po' sul viso facendo così colare tutto il trucco. Sono davvero frustrata, ma nonostante tutto mi viene da ridere al pensiero di essermi ubriacata fino a questo punto. Mi appoggio al muro con la schiena e mi lascio scivolare lentamente verso il basso finché il mio sedere non è a contatto con le piastrelle luride del bagno. Solo quando la porta si spalanca cerco di mettere a fuoco le cose intorno a me e ridacchio alla vista delle mie amiche che accompagnano dentro quel dio greco dai capelli ricci. Le sue verdi iridi mi stanno fissando intensamente e un sorrisino sembra solcare le sue labbra.
"Harry", cinguetto.
"Sei ubriaca marcia, adesso ti porto a casa", dice lui dolcemente prima di sollevarmi da terra.
Vedo i bicipiti spuntare fuori dalle maniche della maglia, quando mi solleva. Con un dito gli tocco quanti più tatuaggi posso, ma cerco di farlo delicatamente sperando che non ci dia troppo peso. I miei ragionamenti da ubriaca sono così assurdi che lo capisco solo nel momento in cui lui, dopo aver osservato attentamente le mie mosse, mi guarda curioso in faccia cercando di chiedermi silenziosamente cosa sto facendo.
"Sei davvero forte"
"Sei tu che sei leggera, dolce creatura"
"Mi piace quando mi chiami così, dio greco"
Lui scoppia a ridere e lo fanno anche le altre due ragazze che ci osservano curiose.
"Cosa sono?"
"Un dio greco", dico guardando intensamente le sue labbra curvate all'insù.
"Ok, stai decisamente straparlando. Andiamo. Voi venite?"
"In realtà volevamo fermarci ancora un po' qui", Rose.
Lui fa un cenno con la testa e comincia a camminare, ma nel momento in cui passo vicino alla bionda la vedo strizzare un occhio e poi alzare le sopracciglia in modo malizioso. Mi porto una mano alla bocca e ridacchio come una bambina.
Mi rannicchio ancora di più sul suo petto e ispiro forte il suo profumo da uomo. Stringo forte la sua maglia nei miei pugni e ascolto il battito del suo cuore che sembra più accelerato di quello che dovrebbe essere.
"Il tuo cuore batte forte"
"Ascolta bene l'effetto che mi fai dolcezza", dice dolcemente.
Mi adagia sul sedile della sua macchina e si sporge per allacciarmi la cintura, come farebbe un genitore con suo figlio.
Prima che si ritragga però lo fermo appoggiando la mia mano sul suo braccio.
"Senti il mio cuore Harry", dico cercando di non agitarmi ancora più nel vedere lui che sgrana gli occhi. Afferro la sua mano e l'appoggio sul petto, lasciando che mille brividi si propaghino sulla mia pelle. Il suo palmo è poco più sopra del mio seno e questa cosa mi manda fuori di testa. So che sente che il cuore mi sta martellando nel petto, ma non riesco a percepire l'effetto che gli fa poichè i suoi occhi sono chiusi. Il mio corpo è attratto dal suo come una calamita perciò spingo ancora di più il mio petto contro la sua mano. Lo vedo leccarsi le labbra per poi mordersele delicatamente.
"Non mi provocare dolcezza", dice con un tono ancora più roco e sexy. Nel farlo spalanca gli occhi che luccicano di malizia e mi guarda come un predatore guarda la sua preda. Chiudo le gambe improvvisamente visto il calore improvviso che percepisco nel basso ventre e boccheggio quando il suo pollice sfiora involontariamente il mio seno, proprio all'altezza del capezzolo. Nonostante la stoffa del vestito una scossa si propaga in tutto il mio corpo e lui sembra accorgersene.

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