IV. million reasons

2.3K 168 8
                                    

I've got a hundred million reasons to walk away.
But baby, I just need one good one stay.

Tony

Era seduto sulla sua scrivania, alla Stark Tower, le gambe accavallate sul tavolo e lo sguardo fisso nel vuoto.

Erano passate tre settimane dalla Guerra Civile, e ancora Tony non era riuscito a riprendersi da esea. Chissà se era stato lo stesso per gli altri.

Non aveva visto molte persone coinvolte negli ultimi tempi. Soltanto Rhodey, Peter Parker, T'Challa e a volte Natasha, che veniva sistematicamente a rimproverarlo e a fargli da psichiatra gratuita.

Pepper, lei se ne era andata. Avevano chiuso i rapporti, loro due, e non averla con sè lo faceva sentire più solo di quanto già non fosse. Non avere più qualcuno vicino a se che gli sorrideva quando si svegliava la mattina, ammirare il suo viso perfetto, Tony non poteva sopportarlo.
Insomma, era tornato al punto di partenza. Non era mai stato così arrabbiato con sè stesso in vita sua.

E poi c'era Steve Rogers.
Già, Captain America.
Tony aveva perso il conto dei giorni passati dal loro ultimo incontro, fhe non era stato dei più piacevoli.
Si chiedeva spesso se stesse bene, oppure se anche lui lo stesse pensando. Si chiedeva inoltre cosa stesse facendo in quel momento, con chi stesse.
Ogni notte, quell'uomo rimaneva il suo pensiero fisso. Cosa aveva cambiato tutto? Come mai lui, Tony Stark, il playboy miliardario, era riuscito a cadere in una delle trappole più banali della vita: l'amore.

Alzò lo sguardo sulla parete, lo scudo blu bianco e rosso faceva bella mostra di sè su essa, come un premio. Ma non era affatto un premio.
Tony lo aveva fatto lucidare e riparare così che i graffi causati dagli affilati artigli in vibranio T'Challa sparissero e tornasse a splendere.
Splendere come all'inizio, quando lottavano fianco a fianco, ed il nemico non era la persona che più amava al mondo.
Si sentiva in colpa. Terribilmente in colpa.
Ed era questo che faceva più male.

-Tony.- la voce femminile di F.R.I.D.A.Y. lo svegliò improvvisamente dai suoi sogni ad occhi aperti. -Il Capitano Rogers sta aspettando alla porta. Lo faccio entrare?

Il suo cuore perse due battiti.
Come era possibile? Dopo tutto quel tempo. Che ci faceva da lui? Cosa voleva dirgli? Aveva appena smesso di pensare a lui, come sempre faceva.
Anche se non lo avrebbe mai amesso a se stesso, Tony fremeva dalla voglia di rivederlo.
Le domande gli si affollarono nella testa, il suo cuore malandato recuperò e prese a battergli più velocemente tanto che riuscì a sentirne chiaramente il suono con le orecchie.

-Digli che sono uscito.- doveva pensare a cosa dire prima di riceverlo.
-Mi ha riferito che lo avresti detto.
Tony sospirò. Non poteva mai nascondergli niente.
-Fallo entrare.

Dopo pochi secondi Steve Rogers era nell'atrio. Lo stesso che pochi minuti prima era il contenuto e il centro indiscusso di tutti i suoi malesseri mentali.
Lo guardava, senza dire nulla.
Tony non riuscì a spiegarsi come, ma era diventato ancora più alto e più muscoloso, come un Dio greco.
Quel giorno portava una giacca di pelle beige sopra una camicia a quadri, come il giorno in cui si erano conosciuti, e i jeans più sobri che esistano sulla faccia della terra, con dei mocassini di cuoio. I capelli biondi erano come Tony se li ricordava, perfettamente pettinati. Sembrava appena uscito da una rivista anni '40.

Tony si sentì uno schifo in confronto. Assunse un espressione triste, a quanto pare se l'era passata bene senza di lui.

Steve lanciò un'occhiata allo scudo sulla parete, ma, come se non gli importasse, spostò di nuovo gli occhi glaciali in quelli castanu e caldi di Tony.
-Vengo per trattare una tregua.

Tony represse un sorriso divertito. Era troppo evidente come cercava di coprire i sentimenti con la freddezza, come se si fosse preparato il discorso davanti allo specchio prima di partire.
Tony amava la sua semplicità.

oh my heart ➳ stony osDove le storie prendono vita. Scoprilo ora