Sebastian
Lungo il corridoio che portava alla mia camera maledissi mentalmente il telefono più volte. Era da quasi un'ora che ero atterrato a Singapore e non si era ancora collegato a una rete mobile. Di conseguenza non c'era segnale per ricevere e mandare messaggi.
Mi decisi una volta per tutte a ravviare il telefono, cosa che forse avrei dovuto fare molto prima.
Infatti subito mi arrivarono i messaggi da parte della mia compagnia telefonica che mi avvisava dei costi delle chiamate, messaggi e numeri utili.
Sospirai, passando la card davanti alla serratura della porta per aprirla: ce n'era voluto di tempo.
Appoggiai il mio zaino per terra e mi guardai intorno. La camera aveva una grande vetrata da cui si poteva vedere la città. Mi buttai sul letto, facendo attenzione a non sporcare le lenzuola con le scarpe. Aprii Whatsapp e cliccai sull'ultima chat attiva. Toccai l'icona del microfono, aspettando alcuni secondi prima di iniziare a parlare:
«Ciao Sere, sono arrivato, tutto bene. Il viaggio è stato lungo e noioso, ma Kimi e il resto del gruppo mi hanno tenuto compagnia. Non ho idea di che ore siano lì in Italia, ma ti dico che qui sono le tre di notte. Buonanotte.»
Lasciai l'icona e aspettai che le arrivasse il mio messaggio vocale, inviandole anche una foto della mia vista:
I palazzi, le strade, il cielo suscitano in me meraviglia, ma senza di te io mi sento perso e non posso apprezzare nulla di tutto questo sapendoti lontana da me, lontana dal mio sguardo. 🔐
Mi sentivo particolarmente romantico, anche se in genere ero davvero negato a scrivere qualsiasi cosa che avesse a che fare con i sentimenti.
Poco dopo le due spuntine grigie sotto ai messaggi che avevo inviato si fecero azzurre, segno che Serena li aveva letti. Mi mandò un messaggio vocale che ascoltai:
«Sei meglio di Dante, Seb! A parte gli scherzi anche io vorrei essere lì con te, la tua camera è stupenda»
Seguì un attimo di silenzio, poi continuò «Quante ore è durato il volo? Di sicuro parecchie. Vabbè ti lascio andare a riposare. Ciao.»
Le risposi subito scrivendo:
16 ore di volo in totale. Sono distrutto, ma mi fa piacere sentire la tua voce. Se hai tempo più tardi potrei chiamarti, oppure se hai da fare ci sentiremo domani. 😘
Mi tolsi le scarpe continuando a guardare il panorama dalla vetrata. Le persone sembravano piccoli puntini, così come le auto, di cui si vedevano soltanto i fanali. A giudicare dall'altezza, mi trovavo più o meno tra il quindicesimo e il ventesimo piano, ma era difficile da stabilire, perchè le camere non erano numerate in base al piano.
Non mi preoccupai di tirare le tende, ormai era tardi e avevo veramente voglia di andare a fare un bagno rilassante.
Attraversai il piccolo corridoio che divideva la camera da letto dal soggiorno e raggiunsi il bagno, dove trovai una grossa vasca con le venature in marmo bianco di Carrara.
Mi avvicinai, notando che era una Jacuzzi, poi aprii il rubinetto dell'acqua per iniziarla a riempire. Ci sarebbe voluto un po', però ne sarebbe valsa la pena.
In lontananza sentii il suono famigliare che annunciava una notifica. Perciò, scalzo, ritornai nella camera da letto a prendere il cellulare, dove lessi:
Chiamami quando vuoi, tanto non ho niente da fare 💁🏼
Non aspettai un solo secondo e premetti sull'icona 📞 della chiamata, scegliendo l'opzione 'videochiamata'. Dopo due squilli Serena mi rispose:
STAI LEGGENDO
Lost In Your Eyes || Sebastian Vettel
FanfictionSerena, una ragazza di 23 anni laureata in lingue è a Monza durante l'attesissimo weekend dei motori che ha fatto il tutto esaurito negli Hotel della città. E' in pausa dallo studio, dato che negli ultimi mesi ha dovuto passare molto tempo sui libri...