86. Eternità

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'... colpito, il dio si risveglia;

vista tradita la parola a lei affidata, d'improvviso silenzioso si allontana in volo dai baci e dalle braccia della disperata sposa.'

Serena

«Allora Sere, ti sei divertita oggi?» Mi chiese Sebastian mentre stavamo tornando a casa da Disneyland.

«E' stata una giornata magnifica, e tu invece? Ti sei divertito?» Il suo sorriso si illuminò.
«Sì, non avrei mai pensato, davvero! Diciamo che la mia attrazione preferita è stata quella delle 'Hyperspace Mountain', ma sono state belle anche quelle un pochino più soft.» Mi disse lui, mentre stava seguendo le indicazioni del navigatore per tornare all'hotel.

«Ti dico solo che per quelle ho tenuto gli occhi chiusi tutto il tempo. È stata un'esperienza orribile Seb!» Gli confessai io ripensando a quando ero scesa dalle montagne russe e sentivo ancora il terreno sotto di me muoversi.

«Dai, non esagerare! Non era poi tutta questa cosa...»

«Sì, detto da quello che fa i trecento in curva a due passi dalle barriere. Sì, sì, ritenta, non mi hai convinta!»

Lui scoppiò a ridere «Appunto, cosa vuoi che sia girare intorno, in un tunnel pieno di luci?»

«Vabbé, io ti ho avvisato: che siano quelle o altro, sappi che la prossima volta non verrò.»
Lui annuì alzando gli occhi al cielo. Ero consapevole che con me ci volesse tanta pazienza. Ma proprio tanta tanta.

Per fortuna eravamo quasi arrivati all'hotel, ero così stanca! Non vedevo l'ora di fare una bella doccia e di andare a letto. Avevamo già mangiato in un ristorante, quindi non c'era più nemmeno quel problema; senza contare che con la pancia piena si dormiva decisamente molto meglio. Forse era per quello che avevo così sonno.

Mi ritrovai un attimo disorientata quando, invece di fermarsi davanti all'hotel, Sebastian proseguì in direzione della Tour Eiffel.

«Seb, ma dove stiamo andando?»

«Non posso dirtelo, altrimenti che gusto c'è? Dai, vediamo se riesci a capire dove siamo diretti...» Disse lui facendomi l'occhiolino.
Inizia a riflettere, pensando alle possibili mete. A dire il vero però non c'erano molti luoghi in cui potevamo andare a quell'ora: i negozi erano quasi tutti chiusi, così come i musei e gli altri luoghi di interesse.

«Non saprei, non mi viene in mente niente.» Esclamai io un po' sconsolata. In genere mi venivano bene queste cose, ma non riuscivo proprio a pensare in quel momento, Sebastian aveva scompigliato tutti i miei piani. Dopo alcuni minuti parcheggiò la macchina davanti alla piramide del Louvre.

«Vuoi ritentare?» Mi propose lui indicando la costruzione in vetro davanti a noi.

«Andiamo al Louvre?» Dissi io rischiando di sfociare nell'assurdità, in fondo era altamente improbabile: il museo era giù chiuso da un paio di ore

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«Andiamo al Louvre?» Dissi io rischiando di sfociare nell'assurdità, in fondo era altamente improbabile: il museo era giù chiuso da un paio di ore. Forse Sebastian aveva deciso di andare a fare una passeggiata in riva alla Senna, oppure fare un piccolo tour della città di notte.

Lost In Your Eyes || Sebastian VettelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora