Giada era stata delusa fin troppe volte. Ormai ci era abituata. La sua vita stava nuovamente cadendo a pezzi, e a lei andava bene così, o almeno così diceva.
Aveva creduto che questa sarebbe stata la volta buona, quella della svolta. Avrebbe ripreso in mano la sua vita. O almeno così sperava.
Quando aveva accettato di cominciare la sua vita con Matteo, mai avrebbe pensato che sarebbe finita così. Non così presto. Non in questo modo. La delusione era troppo grande e la ferita fin troppo profonda. E lei non aveva voglia di curarla o medicarla.
Le sue aspettative, il suo amore, la sua fiducia... tutto era stato buttato via come una lattina vuota nella scatola dei rifiuti. Ed era così che si sentiva. Vuota. Era stata svuotata delle sue membra e di tutto ciò che contribuiva a tenerla in vita.
Le sue amiche, la sua famiglia, tutti erano preoccupati per lei.
«Finirai per ammalarti, dovresti reagire.» Sua sorella, in particolar modo, mostrava grande apprensione verso di lei. Non sopportava di vederla così abbattuta, e cercava in tutti i modi di riavvicinarla alla vita, ma con scarsi risultati.
Le giornate passavano lente, tutte uguali. Giada non usciva più di casa e non voleva saperne di intraprendere nuove conoscenze. No, la teoria del "chiodo scaccia chiodo" con lei non funzionava. Affatto.
Si era convinta di odiare l'amore. Non avrebbe mai più affidato il suo cuore a qualcuno. Odiava tutti gli uomini sulla terra, convinta che tutti, prima o poi, avrebbero potuto farle del male.
Le era stato strappato il cuore, fatto in mille pezzi e calpestato senza alcuna pietà.L'ultima volta che aveva visto Matteo era stata anche la volta in cui aveva scoperto il suo tradimento.
Lo shock era stato troppo forte e non era stata capace di reagire in alcun modo.
Quel pomeriggio stava camminando, come era solita fare, lungo il corso della città in cui viveva e lavorava. Ad accompagnarla c'era Elisa, una sua collega di lavoro. Passeggiava e chiacchierava. Una normale uscita tra amiche. Quando vide un uomo, dentro a un bar, con una donna. Quasi svenne, quando si rese conto che quell'uomo era il suo.
Matteo era con un'altra. Si tenevano per mano. E lui la guardava con la stessa passione con cui, prima di allora, aveva guardato solo lei.
Lui, intanto, non si era accorto di nulla, e continuava a flirtare con la sua nuova fiamma.
Si sentì delusa, arrabbiata, sconfitta. E questo ammasso di emozioni non le permisero di fare alcunché.
Rimase lì, ferma, tra le braccia dell'amica, a guardare il suo uomo tra le grinfie di qualche sgualdrinella di turno.
Non poteva crederci. Matteo non sarebbe più stato suo. Non avrebbero più cenato insieme, non avrebbe più potuto abbracciarlo, non avrebbero mai più fatto l'amore.
La tristezza era troppo grande e non credeva che ce l'avrebbe fatta.
Più tardi, però, la rabbia prese il sopravvento. La tristezza lasciò spazio alla consapevolezza, e il suo cuore divenne cattivo.
«Poverino, ci è cascato anche lui» pensò. «Gli è bastato così poco per dimenticarmi. Un viso d'angelo e una quarta di reggiseno.»
Giada se ne andò via di casa, senza dargli alcuna spiegazione.
Sì, perché tempo fa avevano deciso di andare a vivere insieme. Ma la casa, ormai vissuta e consumata dai loro ricordi, stava per diventare lo scenario di un addio.
Lasciò campo libero alla nuova coppia.
Si strinse nelle spalle, sospirò e sbatté la porta.
Per adesso, aveva solo bisogno di superare la delusione e andare avanti.
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Diamo vita alle immagini
Short StoryGirando su internet, ho avuto modo di imbattermi in qualche immagine a cui ho deciso di riservare un'attenzione particolare. Immagine per immagine, ho cercato di costruire una breve storia e/o dei pensieri sulla base di ciò che vedevo. Ho provato...