«Non mi va.» Clara rifiutò la cena che la madre le aveva preparato.
Si sentiva così confusa. Aveva fame, ma non voleva mangiare.
Sentiva il suo stomaco brontolare. Le dava fastidio. Ma per qualche strana ragione non riusciva a buttar giù un boccone da giorni, ormai. E sua madre era abbastanza preoccupata.La mattina, Clara si alzava dal letto sempre contro voglia, sbuffando già alle prime ore del giorno.
Una volta in piedi, si dirigeva verso la cucina istintivamente, e andava ad aprire lo scaffale dove teneva i suoi biscotti preferiti, per poi ricordarsi che avrebbe dovuto resistere, e allora lo richiudeva.
Di fretta, indossava i suoi jeans preferiti e si truccava un po'. Un trucco leggero, a malapena visibile.
Voleva sentirsi bella. Ma nonostante ci provasse con tutte le sue forze, quello che vedeva allo specchio era sempre e soltanto un orribile mostro.
Aveva fame. Tanta fame. Erano giorni, ormai, che non mangiava, e qualcosa le stringeva lo stomaco con violenza.
Aveva paura.
A scuola si era allontanata da tutti. O meglio, tutti si erano allontanati da lei, vedendola strana e poco raccomandabile.
Conosceva il motivo di quel suo cambiamento, e non era vero che non sapeva perché avesse smesso di mangiare. Lo sapeva bene, ma voleva evitare di pensarci.
A scuola le voci giravano in fretta e con cattiveria.
«È malata» dicevano in molti.
«Avrà qualche problema grave, poverina.»
Ma Clara non li ascoltava. Non le importava nulla. Aveva un solo obiettivo da portare avanti, e sperava che l'unico commento di cui le importava non tardasse ad arrivare.
Francesco.
Così si chiamava.
Era così bello.
Aveva una cotta per lui da forse due anni, e si era decisa a fare quanto più possibile per cercare di diventare bella quanto lui. Forse in quel modo avrebbe potuto notarla.
Sapeva fosse un'impresa impossibile, ma quantomeno voleva provarci.
Ogni giorno lo guardava da lontano, l'unica cosa che poteva fare, quando invece avrebbe voluto stringerlo a sé.
Vedeva altre ragazze, molto più belle di lei, avvicinarsi a lui, e sapeva benissimo che non avrebbe mai potuto raggiungere il loro livello.
Clara si sentiva triste, ogni giorno di più. Non sapeva a chi rivolgersi o a chi cercare aiuto.
E intanto non mangiava, non mangiava e dimagriva a vista d'occhio, sempre di più.
Un giorno, una sua compagna di classe si avvicinò a lei visibilmente preoccupata. A Clara non era mai piaciuta, ma confidava nella sua buona fede.
«Clara, sei dimagrita tantissimo! Devo preoccuparmi?» domandò la ragazza.
«Sto bene» rispose Clara senza aggiungere molte informazioni.
Ma la ragazza continuò. Voleva a tutti i costi aiutarla.
Clara le confessò di Francesco, e la ragazza si offrì di aiutarla.
Stando a quanto diceva, lei Francesco lo conosceva bene. Avrebbe potuto seriamente darle una mano.
Passarono un paio di giorni, e Clara era speranzosa più che mai. Accanto alla sua nuova amica, sapeva di avere una marcia in più. Si sentiva felice.
Quella stessa mattina, durante l'intervallo, la ragazza andò da Clara insieme a Francesco.
A Clara mancò un battito. Finalmente la sua occasione era arrivata.
«Mi dispiace, Clara» esordì Francesco. «Io e Amanda stiamo insieme.»
Amanda, la sua amica.
Com'era possibile?
Era sicura di non aver capito bene.
«Povera Clara, ma seriamente pensavi che io potessi esserti amica? E davvero pensavi che Francesco, bello com'è, potesse volere una come te?»
Clara scappò via, in lacrime. Delusa più che mai.Passarono settimane, e di Clara a scuola non si avevano più notizie.
Un mese. Ancora niente.
In città non parlava nessuno, e nessuno sapeva niente. Neanche la sua famiglia.Si diceva che una giovane ragazza, di soli sedici anni, si fosse tolta la vita.
Scappata di casa un mese prima, nessuno aveva più avuto sue notizie.
Il suo corpo, freddo e inerme, venne ritrovato senza vita a pochi chilometri da lì.
La ragazza si era avvelenata. Si diceva fosse sola. Nessuno era stato disposto a darle una mano. Abbandonata a se stessa, la sua vita finì così, senza che potesse avere la possibilità di vivere davvero.

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Diamo vita alle immagini
Short StoryGirando su internet, ho avuto modo di imbattermi in qualche immagine a cui ho deciso di riservare un'attenzione particolare. Immagine per immagine, ho cercato di costruire una breve storia e/o dei pensieri sulla base di ciò che vedevo. Ho provato...