Birdhouse

Four.

È dicembre inoltrato. In questi giorni ha nevicato molto e le temperature sono scese, raggiungendo i quindici gradi sotto zero. Inutile dire che nonna Caroline se ne va in giro con addosso tre passamontagna, qualcuno in strada l'ha scambiata per un rapinatore.

I verdi prati scozzesi sono ormai del tutto tappezzati di bianco, a eccezione di qualche arbusto che spunta fuori dalla neve con arroganza.
Ecco un'altra cosa che trovo fastidiosa. Il suolo potrebbe essere completamente bianco e compatto, invece quelle piante spoglie devono rovinare il paesaggio.

Nelle ultime due settimane ho pensato a lungo a quel foglietto ritrovato sulla casetta per uccelli. Forse troppo, dal momento che si tratta solo di uno stupido pezzo di carta.

Il fatto è che non capisco il significato di quelle parole. Se il mittente conosce il mio nome perché mai ha chiesto chi sono?

Secondo Martin quella domanda potrebbe avere un altro significato ma io non sono riuscita a trovarne altri se non quello letterale.

Poco importa. Nel mettere a posto la mia stanza, mia madre deve averlo scambiato per una cartaccia e gettato via perché non lo trovo più.
Sta passando l'aspirapolvere da due ore e mi domando se oltre alla polvere voglia aspirare via anche le doghe del parquet.

Quando finalmente spegne quell'affare le mie orecchie iniziano a riabituarsi al silenzio, che però dura poco più di due minuti.
"Questo weekend torna Thomas! Dovrebbe fermarsi qui per le vacanze di Natale." Mi informa lei, tutta contenta.
Ha riposto l'aspirapolvere nello sgabuzzino e ha preso a spolverare il tavolino in legno difronte al divano.

Thomas, mio fratello maggiore, frequenta il Marischal College. Un'università distante solo un quarto d'ora da casa nostra, eppure preferisce rimanere lì durante l'anno e farsi vivo solo per le festività, accompagnato sempre da una ragazza differente.

Un anno fa si è presentato a casa con "la ragazza dei sogni"; così l'aveva definita. Harper, un'alta ragazza dalla pelle olivastra e gli occhi a mandorla, parlava poco ma ricordo bene del suo strano accento, di certo non scozzese.

A quanto pare Harper era la ragazza del 'sogno' sbagliato perché, una settimana dopo il rientro al college, Thomas ne aveva già conosciuta un'altra. Signore e signori, presentataci un mese dopo come "l'amore della mia vita", conoscemmo Adeline.

Una bella ragazza, niente da dire su questo.
"Carina e simpatica!" Aveva esclamato mia madre, mentre passava allegramente lo strofinaccio bagnato sul pavimento del bagno.

Adeline aveva conquistato sia lei che mio padre grazie ai suoi modi gentili e al suo senso dell'umorismo. Non me.
Non ho riso neanche una volta alle sue battute. Erano tremende e lei era più irritante di un brufolo.

Fortunatamente, per l'inizio delle vacanze estive mio fratello aveva già archiviato la sua storia con lei.

A seguire vennero: Jenna, un'aspirante filosofa alle prese con la comprensione dell'universo; Virginia, la ragazza italiana che ha colpito mio padre in faccia mentre gesticolava; infine Natasha, una russa, maniaca delle pulizie. Inutile dire che mia madre si trovò molto bene con lei, hanno passato interi pomeriggi a lucidare i pomelli delle porte.

L'ultima volta che ho visto Thomas, ovvero due mesi fa, a prendere il posto di Natasha c'era Murielle, una gracile francesina dalla pelle più bianca della mia.
Sembrava morta.

"Chissà chi ci presenterà questa volta, magari un trans." Borbotto, mentre mia madre solleva i miei piedi dal tavolino per spolverarlo tutto.

Il suo scopettino peloso mi colpisce in testa, "Eleonor, ma che dici!" Mi rimprovera. "Tuo fratello ha un ottimo gusto in fatto di ragazze, deve solo trovare quella giusta."
Sarà. Infondo cosa ne so io? Il mio ultimo ragazzo risale al primo anno di liceo, Robin Sickle. Un ragazzino tutto pelle e ossa con i denti storti. Mi ero fidanzata con lui solo per avere degli sconti nella pasticceria di sua madre.