Capitolo 1- Asa.

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...Dieci anni dopo...
Viaggiavo con la mia nuovissima, macchina d'epoca. L'avevo appena ristrutturata, insieme al mio migliore amico. Ci avevamo messo mesi e, non vedevo l'ora di farla ruggire sull'asfalto.

Solamente che l'avevo presa per un fatto non proprio bello: Rome, era in ospedale ed io, dovevo assolutamente andarlo a vedere. Quel ragazzaccio, si era infilato in un conflitto armato e, gli avevano inficcato una pallottola nell'intestino. Ed io non potevo sopportarlo. Dovevo andare a confortare Abigail, che era distrutta. Dovevo arrivare più presto possibile, quindi corsi come un razzo verso l'ospedale, parcheggiai la mia auto nel primo parcheggio trovato e, mi diressi subito verso la sala d'attesa.

Abigail, mi fece un sorrisino triste e, mi si avvicinò abbracciandomi. I suoi occhi, color whisky, si erano spenti. Non vedevo più niente. Dentro di essi, c'era una tempesta di sabbia, che non esitava a pacarsi. Mi tese al mano e, poggiò la sua testa alla mia spalla, facendo cadere i suoi capelli neri e lunghissimi sopra il suo viso.

<<Asa, le condizioni di Rome, sono critiche.>>
<<Rome, è forte e, lo è sempre stato. Sono sicuro che c'è la farà. È sempre stato un guerriero. Lui sopravviverà per te, ne sono sicuro.>>

Rome, era sempre stato un rubacuori. Non si poteva resistere al suo fascino. Da quando l'ho conosciuto, sono rimasto colpito dai suoi occhi color blu. Erano così spettacolari e, pieni di misteri. Tutte le ragazzine di Capitol Hill, erano follemente pazze per lui, tranne Abigail. Lui la voleva a tutti i costi e, così è nata la loro grande storia. Stavano insieme da pochi mesi, ed era un peccato, che per una stupida rissa, Rome rischiava di morire.

Strinsi forte, i suoi fianchi ed, la costrinsi a sedersi, su quelle sconfortevoli sedie, di plastica. Intanto arrivò una pattuglia di poliziotti, pronti ad avvicinarsi ad Abigail. Strinsi i pugni e, imprecai, appena vidi il primo poliziotto avvicinarsi al dottore, per chiedergli chi fossero i familiari.
Si avvicinò a me e, ci chiese:

<<Siete voi i familiari di Rome Liam Archer?>>
<<Lei è la fidanzata, io sono il migliore amico.>>

Gli strinsi la mano e, fece lo steso con Abigal. Cominciò a parlare delle condizioni del mio migliore amico, di come le sue ferite si stavano aggravando e, del gruppo che ha cercato di dividere. Ci fece un sorriso e, ci disse che c'era una sua collega, pronta ad interrogarci per prendere dei dati personali, sul ferito.

<<Com'è farò senza il mio Rome?>>
<<Se vuoi puoi venire a stare da me, fin quando le condizioni di Rome, non saranno migliori.>>
<<Ci penserò, grazie. Non so come ringraziarti per essere qui>>
<<Vado a parlare con la poliziotta. Mi sta aspettando.>>
<<Io vado da Rome. Ci vediamo fra un po. Ti aspetto lì>> Disse singhiozzando.

Mi avviai verso l'uscita principale.
I miei occhi si spalancarono, come quando l'avevo vista per la prima volta.
Era Royal. Royal, insieme ad un'altra ragazza, probabilmente un sua collega, visto che erano vestite nel medesimo modo. La sua pelle bianca, era impossibile da non notare. Il mio colorito era leggermente cambiato, nel corso degli anni: ero diventato olivastro e, non mi dispiaceva.
I suoi occhi, color zaffiro, non erano cambiati, anzi, erano divenuti di un colore ancora più scuro ed, erano contornati da un pò di matita. Le sue labbra carnose e, i suoi capelli neri, erano gli stessi. Sotto quella divisa, nascondeva delle curve bestiali. Madre natura, non aveva niente in confronto.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 06, 2019 ⏰

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