La gabbia dei sentimenti

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Non mi era mai capitata una simile occasione,tutto appariva immensamente offuscato e il limite tra realtà e fantasia era sconosciuto alla mia razionalità.

Keta mi chiese se volessi un caffè e accettai senza farmi implorare.
Non vi era nulla di meglio del tepore di quella bevanda in una giornata arida e insensibile.

Mi prese le mani e disse:
-Stai tranquilla-

Non lo ero affatto nonostante cercassi di mascherarlo.
Continuò-

-Laggiù c'è il bagno,prendi dell'ovatta e struccati.
Non riuscivo a comprendere questa imposizione e tantomeno il motivo per il quale volesse che io facessi una cosa simile.

-E ora?Sarò inguardabile,cosa penserà di me?-

Andai in bagno e feci ciò che mi chiese.

Avevo la pelle più pallida delle pareti del soffitto,gli occhi circondati da due occhiaie che parevano due colline pendenti,le labbra risultavano secche e piccole senza la matita.
Mi feci coraggio e andai da lui.

Keta:"Vieni qua siediti accanto a me"-
Con la mano destra mi accarezzò il viso e mi mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Mi sentivo imbarazzata e d'intralcio,completamente fuori luogo.
Quegli sguardi si incrociarono nonostante io mi ostinassi a indirizzare il mio sguardo verso il suolo.

"Mi sentivo come una tigre nella sua gabbia".

-Spero che l'immagine vi piaccia perché ho pensato di disegnare questa tigre appositamente per fare un collegamento a questo capitolo,vi ringrazio

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-Spero che l'immagine vi piaccia perché ho pensato di disegnare questa tigre appositamente per fare un collegamento a questo capitolo,vi ringrazio.-

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