•||CAPITOLO 3||•

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Mi butto sul letto.

Quella donna si sta prendendo la mia vita.

E io non glielo permetterò.

Bussano alla porta.

"Chi è?" domando, aspettandomi di sentire la voce dura di Esmeralda.

"Sono un padre che deve scusarsi subito con la figlia." sento, invece.

Non rispondo.

"Un padre che ha sbagliato. Che ha mentito. Che porge le sue più sincere scuse." continua lui.

Mi mordo il labbro, soffocando la tentazione di aprire la porta e fiondarmi nelle sue braccia.

Al contrario, per trattenermi stringo la chiave talmente forte che mi si sbiancano le nocche.

"La figlia sta ascoltando il padre?" domanda speranzoso Frederick.

"La figlia... La figlia ci deve pensare." rispondo, e dette ad alta voce le mie parole risultano ancora più crudeli.

Mi aspetto che mio padre continui con la buffonata, eppure sento un'unica frase. "Annabeth, quando sarai pronta, sono qui."

I suoi passi mi indicano che è andato a fare colazione.

Il mio stomaco brontola al pensiero del cibo, così mi avvio pure io in cucina.

La cucina non mi era mai parsa così fredda e spoglia. Percepisco lo sguardo di Esmeralda trafiggermi non appena mi siedo a tavola. Con un gesto meccanico, mi verso il latte e i corn flakes.

Intingi il cucchiaio, prendi i corn flakes.

Portalo alla bocca, inghiotti.

Finisce così la mia colazione. Mi trascino in camera.

Ficco la testa sotto il cuscino, trattenendo le lacrime per non bagnare la federa, e quasi non sento la vibrazione del materasso.

Guardo il telefono e vedo la chiamata in arrivo da Piper.

Piper è la mia migliore amica. Punto.
È una ragazza stupenda, con i capelli castani sempre e perennemente raccolti in una treccia a spina di pesce, occhi che cambiano colore a seconda del suo umore o del tempo atmosferico e l'incarnato tipico dei californiani.

Insomma, è inutile dire che ogni volta che cammina, tutti i ragazzi si voltano per guardarla.

Premo senza esitare il tasto per rispondere.

"Ciao Annabeth! Come stai?"

"Benissimo. Una meraviglia..." borbotto senza entusiasmo.

Ovviamente, Piper coglie subito la nota di sarcasmo.

"Cosa c'è?!"

"No, niente..."

"Annabeth, se non mi dici subito quello che ti è successo, io.."

"Va bene, okay, calmati, tigre..." dico con un timido sorriso dipinto sulle labbra. Per questo è la mia migliore amica. Riesce a farmi sorridere anche nelle peggiori situazioni.

"Bene, ieri ero andata nel parco e mi sono addormentata... Ho chiamato mio padre, lui s'è arrabbiato, mi ha detto che se non torno subito a casa bla bla bla... Poi sono salita sull'autobus e ho incontrato un tizio..."

"Era carino?" mi interrompe Piper.

"Sì, be', Piper! Non è questo il punto!" risatine dall'altro capo del telefono. "Insomma, ho bussato alla porta e mi ha aperto una donna. Diceva di essere la fidanzata di mio padre."

"E quindi...?"

"Piper, mio padre ha una fidanzata."

Solo ora la ragazza sembra capire la gravità della situazione.

"O mio Dio, Annabeth... Non ti muovere! Arrivo subito!"

• • •

Inutile dire che dopo tre minuti ci ritroviamo davanti al centro commerciale più grande di San Francisco dopo un viaggio piuttosto movimentato nella nuova Porsche nera di Pip.

"È questa la soluzione!" afferma Piper soddisfatta.

"Senti, Pip, apprezzo lo sforzo, ma..."

"Niente scuse! Ti pago io tutto, dopotutto domani è il primo giorno di scuola!"

O mio Dio. Me ne sono completamente dimenticata.

"Be'? Allora? Cosa aspettiamo? Entriamo!" esclama Piper raggiante, e io non posso fare a meno di seguirla.

Piper mi trascina in tutti i negozi: dal New Yorker al Foot Locker. Mi costringe ad indossare milioni di vestiti, tra jeans e camicette, scarpe, gonne, abiti da sera e  giubbotti di pelle.

Guardo con sguardo assente le borse che mi penzolano dalle mani. Piper, finalmente, esce dall'ultimo negozio.

"Era ora!" esclamo. Mi fa male la schiena, staremo camminando da almeno quattro ore.

"Oh, su con la vita, Annabeth! Fa vedere di nuovo cosa hai comprato!"

Le passo le borse, e comincia a tirare fuori i capi uno ad uno esprimendo il proprio parere su ciascuno.

"Belli!" dice, quando prende un paio di jeans skinny neri.

"Piper, mi hai costretta tu a comprarli."

"Infatti, per questo sono belli."

Alzo gli occhi al cielo, ridendo.

Poi, da una borsa che non avevo visto, tira fuori un bellissimo abito celeste.
Ha le spalline sottili, una gonna non troppo lunga che si avvolge come una fascia. È... Stupendo.

Sgrano gli occhi, stupita. "Ma...come...io non l'ho comprato!"

Piper arrossisce con aria colpevole.

"Scusa... Avevo preso la tua taglia e quando l'ho visto ho pensato 'cavolo, questo è perfetto per lei.' Spero non ti dispiaccia."

Al contrario, l'abbraccio, commossa.

Dio, quanto volevo bene a quella pazza maniaca dello shopping!

ANGOLO AUTRICE:)

BUONSALVE! SONO CONTENTA DI AVER SCRITTO QUESTO CAPITOLO, FINALMENTE, PERCHÉ WATTPAD ME L'HA CANCELLATO GIÀ DUE VOLTE!

MI VOLATILIZZO.

~la_figlia_di_Posa💙

MINE ~percabeth.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora