•||CAPITOLO 4||•

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Mi sveglio con ancora i vestiti addosso della sera prima.

Poi, scatto subito in piedi e do una sberla alla sveglia.

Do un piccolo sguardo allo specchio, e vedo una ragazza bionda con i capelli spettinati che mi guarda stranita. In effetti, ho le occhiaie e le labbra curve all'ingiù.

Mi fiondo in cucina e trangugio la colazione quasi senza masticare.

"Annabeth..." È Esmeralda.

"Devo andare a scuola!" urlo, sbattendole la porta in faccia.

• • •

La fermata dell'autobus è deserta.

Mi metto gli auricolari, e sparando a tutto volume una vecchia musica anni '90 aspetto.

Mi sento vuota.

Non ho nemmeno controllato come mi stanno i capelli, mi ricordo a malapena quello che ho indossato stamattina...

Mi annuso solo l'alito, poiché non ho memoria di quando li ho lavati.

Continuo ad ascoltare,mentre scivolo lentamente nella sua melodia. Improvvisamente, i colori sono più vividi e le macchine non fanno più rumore.

Mi siedo sulla panchina della fermata, socchiudendo leggermente gli occhi, abbastanza per godermi quel momento di pace ma non troppo da perdermi l'autobus.

"Ehi." sento. Mi tolgo le cuffiette, anche se non riesco bene a collocare la voce al suo proprietario.

Alzo lo sguardo, ed ecco due occhi verdi come il mare che mi sorridono ammiccanti.

"Percy?" domando, confusa.

"Ragazza che non mi ha ancora detto il suo nome?" risponde lui, ironico.

"Ehm... Cosa ci fai qui?"

"Credo di andare a scuola."

"In quale scuola?"

"Ehi, ferma." mi blocca, facendo il segno di stop con le mani.

"Se vuoi il mio tesserino sanitario, eccotelo qua. Ma almeno tu puoi dirmi il tuo nome?"

"Oh, certo. Scusa." mi sento imbarazzata. In effetti sono stata troppo invadente.

"Annabeth."

"Piacere, Percy."

"Lo so."

"Si, lo so che lo sai, ma mi pareva un buon modo per iniziare." scherza Percy.

Non so, mi sento ancora un po' diffidente nei suoi confronti.

"Allora, in che scuola vai, quindi?" domando, spezzando il silenzio carico di tensione che si è creato.

"Al Dante. Tu?"

"Al... Al Dante."

"Oh, be'..."

Non ha il tempo di rispondere, che l'autobus è già arrivato.

Salgo e Piper mi assale.

"Ehi, che si dice?" comincia, guardando Percy.

"È il tipo che ho incontrato in autobus quella sera. Non è nessuno di interessante."

"Ma è carino."

"Sì, ma..."

"Quindi..."

"Finiscila, McLean."

"Calmati, Chase."

Entrambe scoppiamo a ridere.

• • •

"Chase Annabeth?"

Alzo la mano. "Presente!"

"Castellan Luke?"

Un ragazzo biondo con una strana cicatrice che gli attraversava il volto mormora un mesto "Presente."

"McLean Piper?"

La diretta interessata fa scattare il braccio. "PRESENTE!"

"Oh, Piper, che entusiasmo." ridacchia la prof.

"Jackson Perseus?"

Una voce che conosco troppo bene borbotta "Presente."

Mi stropiccio le orecchie.

È evidente che non ho sentito bene.

Mi volto e una massa di capelli corvini mi salta all'occhio.

Non. Ci. Credo.

"Percy?" sussurro.

Lui, in tutto risposta, ammicca.

Ritorno seduta composta, con un rossore in viso che non riesco a spiegarmi.

Percy? Com'è possibile? Com'è possibile che capitino tutte a me? Non bastava la strega, nossignore, mi ci voleva anche il rompiscatole di turno in classe con me! Se esistono degli dèi, lassù, evidentemente non hanno il senso della giustizia!

Un sonoro "Pssss!" che dovrebbe passare inosservato cattura la mia attenzione. Vedo che c'è Piper protesa nella mia direzione.

Mi chino.

"Che vuoi?" borbotto.

"Quello è..." la blocco immediatamente.

"Sì, lo è. E allora?"

"Niente, solo che..."

"Chase? McLean? Volete deliziarci con le vostre chiacchere?"ci interrompe la prof. con tono severo.

Scuoto la testa e Piper fa lo stesso.

"Bene, allora posso cominciare? Bene, la prima guerra mondiale..."

• • •

La campanella della ricreazione suona.

Subito mi dirigo a passo spedito verso di lui, che sta parlando con un ragazzo biondo dagli occhi azzurri come il ghiaccio e quello con la cicatrice. Inoltre, c'è anche un pel di carota, nel gruppo.

Ma sì, è Grover Underwood. Il tipo con i problemi.

Grover è un ragazzo problematico, che alla lezione di educazione fisica rimane sempre seduto sulla panchina per non so quale carenza muscolare.

In ogni caso, afferro il braccio di Percy e lo trascino fuori dalla classe.

"Cosa ci fai qui?" domando, rabbiosa.

"Come? Cosa ci fai tu qui! Io sono stato collocato in questa classe." risponde lui, con un tono per la serie "Ovvio."

"Senti," dico. "Sono nervosa, okay? Non volevo..."

"Non importa." fa' lui, poi gira i tacchi e se ne ritorna dai suoi nuovi amici.

Sento una folata di vento e trovo Piper che è sgusciata accanto a me.

"Wow, interessante."

"Grazie, Sherlock."

"Di niente, Watson."

ANGOLO AUTRICE:)

BONJOUR! SPERO VI POSSA PIACERE!

MI VOLATILIZZO.

~la_figlia_di_Posa💙

MINE ~percabeth.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora