Harry,
Sono sempre io.
James ha terminato la lettera precedente, scoprendo tutta questa faccenda e macchiando inevitabilmente il foglio con quel suo odioso modo di scrivere, trascinando la mano sinistra dell'inchiostro fresco. Non mi dispiace che ne sia venuto a conoscenza: in fondo tutto ciò lo riguarda come riguarda me. In ogni caso, sono qui a scriverti l'ultima di queste lettere, parlandoti, ovviamente, del nostro ultimo anno ad Hogwarts.
In realtà, non mi feci troppe domande su come e perché avessi agito in questo modo sul treno. Mi diedi dell'idiota un paio di volte, misi a tacere quella voce che mi esasperava ricordandomi quanto tenessi a James, e mi dissi di dimenticare tutto, come probabilmente aveva già fatto lui.
La mia estate fu un incubo ma, suppongo, non ti stupirà più. Petunia si era fidanzata e, mentre il suo fidanzato Vernon si trovava in casa, avevo ordine di rimanere in camera mia e, come dire?, fare finta di non esistere.
Le cose si movimentarono quando un assurdo pappagallo, alle cinque del mattino, ruppe con il becco il vetro della mia finestra, iniziando a cinguettare furiosamente fino a quando non aprì gli occhi. L'uccello era lì per consegnarmi della posta, da parte della mia amica Mary. Quanto lessi in quella lettera fu insieme un sollievo e un enorme dispiacere. Mi aveva scritto di avere paura, paura della guerra e di perdere Meliorn. "Nessuno mi garantisce che, se moriremo, lo faremo insieme", mi scrisse. Ricordo che, in quel momento, credetti che Mary stesse semplicemente impazzendo, ma oggi, devo dirti, la capisco. Probabilmente pagherei qualsiasi prezzo per la vita di tuo padre e la tua, ma, da un punto di vista egoistico, vorrei andarmene con lui.
O magari vi lascerei entrambi, a ridere insieme, così simili e, nel frattempo, così diversi.
Tornando alla lettera, sono in grado di riportare letteralmente alcuni passaggi: la conservo ancora. "Sono solo una ragazzina, Lily. Ho soltanto sedici anni e non voglio combattere questa guerra." Nessuno di noi lo voleva, ovviamente, ma Mary ha preso una decisione diversa dalla nostra. "L'abbiamo deciso per questo, per metterci al sicuro. Fuggiremo insieme e lasceremo il paese. Probabilmente penserai che sono una vigliacca, a fuggire e lasciarvi così, eppure so che tu e Marlene siete più forti di me e affronterete tutto questo a testa alta."
Leggendo, iniziavo a realizzare la notizia. Mary era andata via, e non si sarebbe addormentata al mio fianco, quell'anno. Mary era fuggita, ed io e Marlene eravamo rimaste sole. Mary era andata, e Marlene aveva perso una sorella. Mary aveva lasciato il paese, ed era salva. A quel punto, sorrisi.
Sai, quella lettera parlava anche di tuo padre. Mary è andata via pregandomi di pensare a lui e ai miei sentimenti nei suoi confronti. "Ti lascio qui, e non ti lascio sola. Sono convinta che avrai accanto James, primo fra tutti, che, credimi, ti ama più di ogni altra cosa al mondo." Leggendo, scossi la testa, dubbiosa. James non mi amava, ne ero sicura. Mary fantasticava troppo. Scrissi la lettera in risposta lottando per trattenere le lacrime, e giuro, non scorderò mai l'ultima volta che li ho visti, alla Stazione di King's Cross, mentre si allontanavano mano nella mano. In questo momento, Harry, Mary e Meliorn si trovano a Stoccolma, in Europa, e saperli al sicuro mi rende felice. Quando tutto questo sarà finito, ti porterò da loro, a conoscere Freya, la loro bambina.
Tornata ad Hogwarts, nonostante il dormitorio mi apparisse in parte vuoto, senza Mary e i suoi oggetti bizzarri, iniziai a prendere coscienza di quanto stava accadendo all'infuori delle mura del castello. Il Profeta riportava sempre più attacchi ai danni di maghi e Babbani, e correva voce che Silente in persona si stesse adoperando per organizzare la resistenza. Ordine della Fenice, lo chiamavano, e aveva già sventato parecchi attacchi, prima di venire ufficialmente affiancato dagli Auror del Ministero. Persino ad Hogwarts si respirava la paura, ma ciò non ci impedì di vivere appieno quell'anno.
Durante l'estate io e tuo padre ci eravamo scritti qualche lettera, senza mai fare cenno a quanto era accaduto sul treno. Credevo sarebbe andata così anche quell'anno, ma fare finta di nulla era diventato veramente difficile, avendo davanti James e quel suo sorriso da bambino.
Fu così che ci ritrovammo ad uscire insieme, inspiegabilmente, dopo il mio primo "sì" a quella sua domanda di routine. Ci vedemmo ancora, e ancora, fin quando non mi fu abbastanza chiaro che ciò in cui buona parte degli studenti di Hogwarts sperava da anni era accaduto: mi ero innamorata di James Potter e, stranamente, lo ammettevo a me stessa con una certa serenità.
Sirius dice sempre che, durante quel periodo, James non faceva che parlare di me. Un giorno, dice, chiamò Peter con il mio nome, ed il tuo padrino sostiene che fu esattamente in quel momento che sia lui che Remus si accorsero che effettivamente James si era innamorato di me.
Alla fine di febbraio, dopo che gli ebbi assegnato una punizione esemplare per aver fatto Evanescere i guanti protettivi fortunati della Sprite (ancora oggi mi chiedo come diamine gli venissero certe idee), mi confessò i suoi sentimenti, sotto gli occhi esterrefatti della McGranitt che si era unita con vigore alla mia predica nei miei confronti.
Credo che la parte più emblematica della dichiarazione sia arrivata quando tuo padre disse, testualmente "professoressa, ovviamente tutto questo era rivolto a Lily, non si offenda."
Dopo una settimana decisamente particolare, in cui scappavo letteralmente da James, a costo di perdere delle lezioni, Marlene ebbe la meravigliosa idea di chiuderci in uno sgabuzzino delle scope, con la collaborazione di Sirius.
Ne uscimmo mano nella mano, decisamente più sereni e non troppo innervositi con i nostri due amici, che, inutile dire, avevano origliato l'intera conversazione.
Be', suppongo di poter dire che, da quel momento in poi, fui la sua fidanzata a tutti gli effetti.
La serenità non durò molto, in realtà.
Ero felice, Harry, ma continuavano a tormentarmi le parole della lettera di Mary. Tutte quelle allusioni ad una guerra che, volenti o nolenti, ci saremmo ritrovati a combattere.
Ce ne accorgemmo tutti, più o meno nello stesso periodo.
Se ne accorse Marlene, che accettò l'idea di non poter diventare una magizoologa nell'immediato, e decise di voler essere in prima fila in quella battaglia.
Se ne accorse Sirius, che non fece altro che stringersi ancor di più a Marlene, James, Remus e Peter, e giurare a sé stesso che li avrebbe protetti a costo della vita, davanti ai miei occhi, nel silenzio della Torre di Astronomia.
Se ne accorse Remus, che leggeva inorridito degli attacchi di lupi mannari a bambini Babbani e realizzava, orripilato, che non erano delle circostanze fortuite, che qualcuno orchestrava tutto quell'orrore.
Se ne accorse Peter, che prese a chiudersi di tanto in tanto in bagno, terrorizzato, dopo la sola menzione della guerra o peggio, di Voldemort. Era l'unico di noi a non pronunciare il suo nome, perché, come affermava James, "è solo un nome, ed io temo più Voldemort del suo nome".
Se ne accorse tuo padre, che si allenava negli incantesimi di difesa nelle aule vuote, credendo di non essere visto da nessuno, mentre io lo seguivo da dietro lo stipite della porta. Tuo padre, che rincuorava Remus e faceva sfogare Sirius e calmava Peter e faceva sorridere me, spesso scordandosi anche di sé stesso, perché, nonostante ti possa sembrare assurdo, James ha imparato a mettere gli altri al primo posto.
E me ne accorsi Anch'io, che imparai l'incanto Patronus e provai in tutti i modi a rimanere tranquilla, a decidere di rimanere, per quanto possibile, fuori da ciò che era diventata la realtà. Io, che sognavo il matrimonio ed una famiglia, eppure semplicemente non potevo accettare che le persone morissero e che non facessi nulla per loro. Io, che in qualche modo trovai il coraggio di puntare la bacchetta su alcuni Mangiamorte incontrati nella Foresta Proibita. Io, che avevo giurato di non piangere mai più e di rimanere in piedi ed io che, incredibilmente, ci riuscì.
Conclusi i miei esami e, insieme ai Malandrini e a Marlene, uscì da Hogwarts. Andai via di casa, lasciai il nido. Più grande, più forte, più matura.
Uscita di lì, mi sposai. Poco dopo, nascesti tu. Ed io sono qui, ancora in piedi, ancora al fianco di te e James, nonostante questa casa sia diventata una prigione e persino Sirius ride sempre più raramente. Rimarrò con voi a tutti i costi, e, se non ci riuscirò, voglio che tu sappia tutto questo. Voglio che tu abbia queste lettere, che tu sappia come sono diventata la persona che sono e, perché no, come fosse la mia vita prima che arrivassi tu. Ed oggi mi sento molto diversa dalla bambina che salì per la prima volta sull'Hogwarts Express. Oggi ho troppi dubbi, è vero, ma altrettante certezze.
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"Harry, It's Me."
FanfictionIn cui Lily Evans, in un raro momento di tregua dalla guerra che imperversa, scrive sette lettere a suo figlio Harry, raccontando anno per anno la propria vita ad Hogwarts.