Capitolo 1-L'arrivo

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La nave attracco' al molo numero 12 del porto di Freetown, in Sierra Leone. Erano le 15 circa, e il sole dardeggiava la testa rasata di Lorenzo, tanto che dovette mettersi un cappellino da baseball che aveva con se. Aria umida e afosa, gente che andava avanti e indietro sul molo e merci che venivano scaricate un po' alla rinfusa dalla nave da cui era sbarcato e da altre vicine. Si mise ad aspettare il suo contatto, una ragazza di nome Aideh che doveva poi aiutarlo a riprendere possesso dell'autoambulanza portata fino a li dall'Italia. Una delle tante organizzazioni di volontariato che operava in quella zona e della quale. Lorenzo faceva parte, gli aveva chiesto di fare questa consegna,necessaria per il trasporto di malati e feriti a Perdembu nell'interno del paese, molto vicino al confine con la Liberia, quasi una zona di guerra visto le scorribande che venivano effettuate continuamente dai vari signori della guerra. Lorenzo aveva accettato, dal momento che era solo dopo la separazione dalla compagna avvenuta 2 mesi prima, e dopo aver chiesto 6 mesi di aspettativa alla ditta nella quale lavorava come tecnico, abituato fra l'altro ad andare all'estero. L'idea di un viaggio,quasi un'avventura come quella lo aveva stuzzicato e si era deciso a partire anche per cambiare un po' aria e facce che aveva intorno. Dopo che si era lasciato con la sua donna,tutti gli amici gli erano stati intorno per cercare di consolarlo e a tutti lui aveva detto che non c'erano problemi,la cosa era già stata superata.Ma in verità non era cosi',ancora ogni tanto pensava a lei con nostalgia e anche per quello era arrivato alla conclusione di lasciare per un po' l'Italia E adesso era seduto su una bitta d'ormeggio in un paese dell'Africa centrale, dove doveva portare a termine un compito che non aveva mai svolto prima. Come sarebbe andata? Questo stava pensando Lorenzo, quando sentì una voce femminile dietro di lui... 

"Il signor Lorenzo Bellini?" 

Si volto' e si trovo' davanti una ragazza di colore dall'aria molto decisa e dallo sguardo penetrante.

 "Sì sono io" Rispose.

"Tu devi essere Aideh"

"Esatto... non abbiamo tempo da perdere, quindi andiamo subito a recuperare l'autoambulanza. Prima arriviamo al nostro campo,prima potrai tornare a casa tua."

"Veramente non e' che abbia tutta questa fretta di tornare a casa" Interloquì Lorenzo.

"Sono qua anche per aiutare tutta l'organizzazione e per istruire chi dovrà utilizzare il veicolo che ho portato. Spero di non essere di disturbo." 

Aggiunse con l'ironia tipica dei Fiorentini. Francamente non era sua intenzione polemizzare, ma visto come era stato ricevuto, sembrava che lo considerassero quasi un peso. La ragazza lo squadrò e ,rendendosi conto di essere stata un po' brusca, cambiò tono e cercando di essere un po' più dolce rispose

 "Nessun disturbo, anzi scusami ma abbiamo in ponte un'operazione per la quale l'autoambulanza è indispensabile e devo portarla al campo il più presto possibile."

"Bene, allora muoviamoci"  disse Lorenzo.

Si recarono subito alla dogana dove Aideh si mosse con una decisione mista a savoir faire che impressionarono Lorenzo, pur abituato a barcamenarsi negli uffici degli aeroporti di tutto il mondo. In capo a un quarto d'ora riuscirono a trovare l'autoambulanza e a prenderne possesso: altro discorso riuscire ad uscire dal porto. Dovettero pagare diverse mazzette e questionare con i doganieri più volte: in un paio di occasioni addirittura sembrò di arrivare quasi alle mani, ma poi tutto si risolse grazie ad Aideh che veramente sapeva come barcamenarsi in tali situazioni.

"So che ti è sembrato che abbiamo sfiorato la rissa più  volte, ma è solo un modo di fare, far finta di montare in bestia per impressionare chi hai di fronte" 

Affermò la ragazza sorridendo. 

*Finalmente un sorriso* Penso' Lorenzo. E che sorriso...

Solo adesso si accorgeva della bellezza di Aideh, prima con la tensione dell'arrivo e dei primi problemi non ci aveva fatto caso. 

*Sono proprio suonato... Speriamo sia solo il viaggio*

Intanto avevano preso la strada per Perdembu... strada forse è un eufemismo per descrivere un leggero manto di asfalto pieno di buche e talmente sottile che sembrava non dovesse reggere neppure una bicicletta. Velocità massima 40 km orari, altrimenti si rischiava di far saltare le sospensioni o gli ammortizzatori.

"Non puoi andare più  veloce?" Chiese Aideh.

"Se non vogliamo perdere le ruote questa è la velocità alla quale possiamo spingerci, non di più. Spero che le altre strade siano migliori..." Concluse l'uomo.

"Migliori?" Rispose Aideh "E' questa la migliore! Dovrai imparare ad andare più veloce anche sui sentieri se vuoi arrivare in tempo, altrimenti non ci servi a molto."

*Ottimo e abbondante* Riflettè Lorenzo *Non sarà facile andare d'accordo con lei*

"Quindi ci sposteremo su delle mulattiere... buono a sapersi. Dovrò cercare di fare delle modifiche all'ambulanza, altrimenti durerà poco."

"E invece deve durare tanto. Ti renderai conto quando arriveremo di quanto importante sia per noi. Dobbiamo spingerci ad ottanta-novanta kilomentri di distanza per prendere ammalati e portarli al nostro centro assistenza e il più rapidamente possibile per poter dare qualche aiuto a questa povera gente" puntualizzò Aideh "La mia gente"

Lorenzo spaziava con lo sguardo sul paesaggio. Una savana piuttosto bassa e arida, mentre sulla costa il verde aveva il sopravvento. Loro andavano verso l'interno, davanti avevano della basse colline con scarsa vegetazione. Una nuvola di polvere sollevata dal veicolo li accompagnava, rivelando cosi'la loro presenza.

"Con un polverone come questo, se passa una pattuglia di qualche banda ci vedrà subito." Disse la ragazza 

"E come vorresti che facessi per cercare di evitarlo? Dovrei fermarmi e attendere che la polvere si posi?" Affermò ironico l'uomo.

Aideh lo guardò dritto negli occhi "Non prenderla sullo scherzo. Qui non farsi vedere può essere questione di vita o di morte, credimi."

*Sempre meglio.Ma dove sono venuto?* Si chiese Lorenzo.

Proseguirono per un'ora e mezza senza troppi scambi di idee.

"Siamo quasi arrivati" disse finalmente Aideh "Ecco il nostro Ospedale"

Si fermarono davanti ad un baraccone di legno con il simbolo della croce rossa e dell'organizzazione di volontariato alla quale appartenevano. Come scesero Aideh fu investita da un nugolo di bambini che la festeggiarono come una regina, mentre Lorenzo fu trattato con molta curiosità.

Uscì la responsabile, una donna sottile e cotta dal sole che rispondeva al nome di Luisa Vannoni la quale fece gli onori di casa accogliendo con familiarità Lorenzo e cercando di farlo mettere a suo agio. Visto che poi era l'ora giusta, fu approntata una frugale cena che non soddisfò molto Lorenzo.

*È la volta buona che dimagrisco!* Stava per dire ma riuscì a fermarsi in tempo quando si rese conto che quasi tutti gli ospiti del centro soffrivano più o meno la fame. Rimase sopratutto sconvolto dalle condizioni di molti bambini che avevano sofferto di denutrizione. Mentre li guardava attonito  si avvicinò Aideh.

"Vedi perchè abbiamo bisogno estremo di un'ambulanza? E di un autista che la faccia correre?"

Questa volta fu Lorenzo a guardarla negli occhi mentre una grossa lacrima gli scendeva su una guancia.

"Sì" Fu la sua risposta. 


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⏰ Last updated: Sep 10, 2017 ⏰

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