Capitolo 2.

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Le strade parigine brulicavano di persone quel pomeriggio e, per passare inosservati, Plagg si era visto costretto a trascinare il suo possessore in un intricato intreccio di vicoli bui e poco frequentati. Ad eccetto di qualche gatto randagio, dal pelo sporco e spelacchiato, che quando li vedevano passare gli regalavano sguardi affilati o soffiate d'avvertimento.
- Non mi piace questo posto, Plagg! Si può sapere dove diavolo mi stai portando? - miagolò Adrien, facendosi più vicino al kwami ed incassando la testolina tra le spalle.
Lo spiritello alzò gli occhi al cielo, esasperato.
- Non stare sempre a lamentarti, su. Manca poco e siamo arrivati -
Le sue parole non riuscirono a tranquillizzare l'eroe nemmeno un po'.
Un altro gatto gli soffiò inferocito a poche zampe da lui, e questo lo fece sobbalzare per la paura.
Per quale motivo tutti quei gatti ce l'avevano così tanto con lui?
Che aveva fatto di male?
Aveva forse rubato una scatoletta di tonno ad uno di loro?
Non riusciva proprio a capire.
- Non stare a tormentarti così - lo riprese Plagg, abbassandosi e svolazzandogli vicino al muso - Sei un gatto nuovo, nel loro territorio. Ti vedono come un nemico... o la cena -
- Cena?! - miagolò, terrorizzato, bloccandosi di colpo.
Il kwami scoppiò a ridere di gusto; così tanto da rotolare in aria, e finire quasi a testa in giù.
- Stavo scherzando - ridacchiò, ancora il piccolo compagno - Sono gatti, non un branco di selvaggi cannibali -
Adrien tirò un sospiro di sollievo.
- Al massimo vorranno farsi le unghie sulla tua pelliccia -
- Plagg, così non mi aiuti! - sbottò l'ex biondo, facendolo ridere ancora di più.
Almeno uno dei due trovava divertente quella situazione.
- Guarda guarda chi abbiamo qua... -
Adrien si paralizzò, terrorizzato.
Davanti a loro si era appena parato un enorme gatto.
No, "enorme" non era appropriato. Quel gatto aveva dimensioni titaniche. Alto due volte l'ex umano, e largo quattro volte lui.
Il pelo era gonfio e arruffato, con macchie grigie e rossastre di diverse dimensioni sparse qua e là sul corpo.
Il muso era un'enorme macchia rossiccia, schiacciato e con una piccola cicatrice d'artigli sul lato destro. Gli occhi invece erano due sfere blu brillanti come biglie, intente ad osservarli attentamente.
Adrien fece un passetto indietro, involontariamente.
Aveva una bruttissima sensazione, e quel gattone gli faceva non poca paura.
Lanciò uno sguardo disperato a Plagg, che sembrava stranamente tranquillissimo.
Come faceva ad essere così tranquillo?
Non avvertiva l'imminente pericolo?
Da come fissava dritto negli occhi l'altro felino, sembrava proprio di no.
Il loro era uno scambio di sguardi reciproci, silenziosi ed attenti.
L'ex biondo poteva avvertire chiaramente la tensione salire sempre di più; fino a diventare pesante ed opprimente.
- Per mille scatolette di tonno! Che Bastet mi fulmini - esclamò il gattone, con un saltello - Sei tu, Plagg? - domandò poi, lievemente incerto, inclinando la testa da un lato.
Il kwami gli si avvicinò, aprendo entrambe le zampette - L'unico e solo - rispose poco dopo.
Il muso del gattone parve illuminarsi.
- Che ci fa un soldo di cacio come te da queste parti? È da una vita che non ti vedo bighellonare qua in giro -
Poi successe una cosa che mai Adrien si sarebbe aspettato di vedere in vita sua.
Ne aveva viste di cose strane, specialmente da quando era diventato Chat Noir; ma un gatto ciccione, con una cicatrice sul muso, che si metteva su due zampe e prendeva sotto braccio Plagg, come se fosse un vecchio amico, mai.
- Fammi indovinare: ti sei accasato? Ti sei messo con quella roscia di cui ho tanto sentito parlare? - domandò, malizioso.
Plagg scosse la testa, con un sorriso.
- No, niente del genere. Sono un gatto sciolto io - ridacchiò - Sono venuto perchè devo aiutare il mio amico. Un altro possessore umano - fece un cenno con la testolina, verso il neo gattino.
Il gattone si accorse solo allora della presenza di Adrien, vicino a loro.
- Ah, guarda un po'. Non ti avevo nemmeno notato, piccino come sei -
Il neo gatto rimase perplesso.
Era serio?
Plagg che era alto quanto un portamatite l'aveva notato, ma lui no perchè era "troppo piccino"?
Stava scherzando, vero?
- Io sono Macchietta, ed ogni amico di Plagg è amico nostro -
Come fece l'eroe parigino a non scoppiare a ridere non lo sapeva nemmeno lui.
Forse aveva saggiamente intuito che se avesse riso del suo nome, avrebbe fatto una brutta fine.
- Io sono Adrien, piacere -
- Bene - esclamò Macchietta, tornando a quattro zampe - Immagino che tu abbia bisogno d'aiuto per ritornare umano; dico bene, ragazzo? -
Adrien annuì, con energia.
- Mi puoi aiutare? -
- Posso fare qualcosina - rispose pensieroso, squadrandolo da orecchie a coda.
Si portò una zampa al muso, e la picchiettò un paio di volte.
- Hai già ripreso a parlare umano? -
Quella domanda lo prese contropiede.
Lanciò uno sguardo confuso a Plagg.
- Noi... non stiamo parlando "umano"? -
Plagg e Macchietta si lanciarono un'occhiata.
- Io e te no, ragazzo. Plagg sta parlando umano. Non percepisci la differenza? -
Scosse la testa.
A lui sembrava di star parlando come sempre. Non aveva percepito alcuna differenza.
Stava davvero... miagolando?
- Da quanto tempo è diventato un gatto? - domandò il gattone a Plagg.
- Qualche ora - rispose il kwami, grattandosi la testolina - Pensandoci, avrebbe dovuto riprendere a parlare già da un po'. Però... lo sai, cambia da possessore a possessore. Magari è solo un po'... lentino -
Macchietta fece di no con il muso.
- No, c'è qualcosa di strano. Di solito impiegano 10-15 minuti... massimo massimo mezz'ora, proprio se vogliamo esagerare -
Il gatto assottigliò gli occhi, pensieroso.
- Questa è un'anomalia mica da poco. Avremo bisogno d'aiuto se vogliamo che questa sardina torni come prima -
L'eroe parigino, nel frattempo, era diventato alquanto irrequieto.
Sapere che c'era qualcosa che non andava lo terrorizzava a morte.
Se fosse rimasto un gatto per giorni?
Settimane?
Mesi?
Se fosse rimasto in quello stato... per sempre?
Cosa avrebbe fatto?
Suo padre, i suoi amici, la sua Lady... avrebbe perso la sua vita.
Non poteva succedere una cosa del genere; non a lui.
Come avrebbe combattuto il male? Come avrebbe aiutato Ladybug?
Come gatto non sarebbe stato altro che una palla di pelo al piede durante le battaglie. Sarebbe stato completamente inutile.
Non poteva di certo sconfiggere Papillon facendogli le fusa, o sputando palle di pelo in giro.
Macchietta lo fece tornare in sè, dandogli una vigorosa zampata sulla spalla nera.
- Non temere, sardina: risolveremo tutto. Ti farò ritornare umano, fosse l'ultima cosa che faccio nella mia lunga vita. Parola di Macchietta -



ANGOLO DELLA MENTE MALATA:
Signori, signore e gatti... I'm back.
Dopo secoli, secoli, secoli e mezza giornata sono di nuovo fra voi. Ho guardato la data in cui ho postato il primo capitolo... e mi vergogno come un cincillà ad una sagra della porchetta. Ho lasciato da parte questa storia perchè volevo occuparmi prima dell'altra mia ff su Miraculous (Back to the Past), e visto che quella l'ho quasi completata ho ripreso con questa.
Inizialmente pensavo di fare Chat corta quasi quanto BTTP, e di rimanere sotto i 10 capitoli... Ora non lo so. Ho deciso che vedrò con i prossimo capitolini, e deciderò.
Io vi porgo i miei omaggi, deliziosi volpini dai culini vaporosi
alla prossima
- Harl


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