Girando insieme a Macchietta, i vicoli sembravano meno spaventosi e lugubri agli occhi felini di Adrien. I gatti randagi che incontravano per la via non soffiavano più minacciosi ma, anzi, davanti al possente felino abbassavano il capo con reverenza.
Era palese che lì Macchietta, nonostante il nome alquanto buffo, fosse parecchio rispettato da tutti.
Adrien iniziò a pensare che fosse una specie di "Re dei gatti randagi", o qualcosa di molto simile.
- Dove stiamo andando? - domandò l'ex-biondo, dopo aver affiancato gli altri due felini.
- Da un amico comune, mio e di Plagg. Uno che con questioni del genere ha sempre a che fare. Sai... cose da Miraculous e tutta quella roba da umani strambi - spiegò il gattone, gesticolando un po' con la zampa.
Un amico comune?
Qualcuno che aveva a che fare con i Miraculous, poi.
Adrien si domandò confuso per quale motivo il suo kwami non gli avesse mai detto niente. Se avesse saputo prima dell'esistenza di un uomo del genere, sarebbe andato di corsa a parlargli; sia per sapere di più sul suo Miraculous, sia... per chiedergli cosa sapesse su quello della sua Lady.
Già... Ladybug.
Se fosse rimasto gatto, come avrebbe potuto esserle utile durante le battaglie?
Non poteva di certo sconfiggere i nemici a suon di fusa e miagolii. Il farlo per lui sarebbe stato un'enorme umiliazione.
- Perché non me ne hai mai parlato, Plagg? - domandò poco dopo, riferendosi al famoso "amico".
- Perché non eri ancora pronto per incontrarlo. Ci doveva essere l'occasione giusta, e il momento giusto -
Adrien gli lanciò un'occhiataccia, non potendo non trovare quella risposta a dir poco ridicola.
Perché a lui quella non sembrava l'occasione giusta? Era diventato un gatto!
Uno stramaledettissimo e pelosissimo gatto!
- Non fare così - disse Plagg, fermandosi di colpo.
Gli volò vicino e si mise ad un palmo dal suo muso, per vederlo bene negli occhi.
- Questa trasformazione è una cosa talmente normale per un possessore del Miraculous del gatto nero, che sono ormai decenni che il Maestro non se ne occupa più. Negli ultimi anni siamo sempre stati io e Macchietta ad aiutare e sostenere i possessori neo-felini in questo percorso, perché non ci sono... mai state anomalie. So che sei arrabbiato con me perché non ti ho detto niente, né sul Maestro né sulla trasformazione, e... mi scuso per questo -
- Ok - lo fermò l'ex-ragazzo, con estrema tranquillità.
Plagg scosse la testa, confuso.
- Ok? - domandò, per essere sicuro di aver sentito bene.
- Sì. Ok - ripetè.
Adrien sospirò appena, prima di riprendere a parlare.
- Non nego di essere ancora arrabbiato per il fatto che non mi hai detto tutte queste cose, ma immagino che ci sia una buona motivazione dietro. Inoltre, ti sei persino scusato - fece una piccola pausa - Tu non ti scusi quasi mai -
- È vero - intervenne Macchietta - Tu non ti scusi mai -
Per Plagg era differenza come chiedere scusa a causa del suo carattere testardo, ma quella volta era stato diverso. Il suo dispiacere era così reale e forte da fargli chiedere scusa, perché gli sembrava quasi il minimo.
Il kwami borbottò un paio di parole sconnesse, prima di volare davanti ai due per far loro strada. Macchietta e Adrien si lanciarono un rapido sguardo, ed in silenzio continuarono la loro marcia.Durante il viaggio, l'ex-modello provò a chiedere al gattone qualche notizia sul misterioso "Maestro" per poterne sapere di più.
- Il Maestro Fu è il Guardiano dei Miraculous, nonché possessore del kwami della tartaruga. È un vecchio umano un po' strambo, credimi, ma ti piacerà. Lui saprà sicuramente cosa fare per aiutarti -
Un altro possessore di un Miraculous?
Non aveva mai pensato che ce ne potessero essere altri, oltre lui, la sua Lady e Papillon. Credeva che se ci fosse stato qualcun altro, si sarebbe palesato quasi subito.
Adrien continuò a zampettare al fianco di Macchietta a testa bassa, perso nei propri pensieri e ragionamenti infiniti.
Dall'alto, Plagg l'osservava dispiaciuto ed altrettanto pensieroso. Stava cercando di formulare un'ipotesi sensata, sul motivo dell'anomalia della trasformazione. C'era stato qualcosa che non andava... ma cosa?
Non voleva mostrarsi preoccupato davanti al proprio possessore, e nemmeno al gattone in sovrappeso al suo fianco.
Preferiva mantenere per sé i propri ragionamenti, per non allarmare nessuno.
In tutta la sua lunga vita, non aveva mai visto nulla di simile...
Poteva solo sperare che il vecchio Maestro avesse le risposte, e i rimedi, che tanto bramavano.Quasi un'ora dopo di marcia tra i vicoli bui e mal odoranti di Parigi, i tre si fermarono dietro ad un angolo vicino ai cassonetti dell'immondizia. L'odore era insopportabile per il naso del povero ex-modello, ma sembrava essere l'unico infastidito.
Macchietta e Plagg sembravano essere completamente a loro agio. Loro erano sicuramente più abituati di lui agli odori di posti simili.
Per Adrien era già tantissimo non essere ancora svenuto per la puzza.
- Siamo arrivati - comunicò Macchietta, dandosi una grattata dietro all'orecchio destro con la zampa.
- Ci manca solo attraversare quel pezzetto di strada, saltare dentro il giardino di Fu e... il grosso del gioco è fatto! -
Adrien era sul punto di saltellare in giro per la gioia.
Sarebbe finalmente ritornato umano! Non vedeva l'ora.
Non sapeva nemmeno quanto tempo fosse passato di preciso dalla sua improvvisa trasformazione, ma non gli importava. Non riusciva a sentirsi a proprio agio in quella pelle felina, e aveva l'urgente bisogno... di tornare se stesso.
Tornare ad essere il solito Adrien; in parte felino, ma non così tanto felino. Gli bastavano già le orecchie finte, le fusa improvvise che gli scappavano quando era in compagnia della sua Lady e l'amore irrefrenabile che aveva sviluppato per il pesce crudo. Per lui tutto quello era già più che abbastanza.
L'enorme gatto si sporse verso il marciapiede, per controllare meglio la situazione e scegliere il momento più opportuno in cui scattare.
- Al mio tre scattiamo in avanti. Tutto ok, Sardina? -
Adrien fece di sì con la testolina, e si posizionò meglio al suo fianco pronto ad attendere il via.
La strada che avevano davanti, per loro enorme sfortuna, era parecchio trafficata ed ogni trenta secondi vedevano una autovettura sfrecciargli davanti.
L'ex-biondo mandò giù un po' di saliva per l'agitazione. Dovevano prestare la massima attenzione, se non volevano rischiare di diventare un'enorme frittata di carne felina.
A differenza sua, Macchietta sembrava assolutamente tranquillo e parecchio concentrato sulle macchine che passavano. Si vedeva sempre di più quanto lui fosse abituato... a tutto quello. Dopotutto, lui era un vero gatto; un gatto randagio, poi. Doveva averne viste di ogni, di sicuro, ed attraversare una strada del genere doveva essere una passeggiata per lui.
Adrien vide alla perfezione l'enorme felino trattenere il respiro e piegare le zampe anteriori, pronte a scattare.
- Al mio tre, Sardina - gli ricordò, dandogli una rapida occhiata.
- Uno... -
Adrien si posizionò esattamente come Macchietta, per prepararsi all'imminente scatto.
- Due... -
Plagg si portò entrambe le zampine davanti agli occhi.
Non poteva guardare! Aveva il terrore che potesse succedere qualcosa i brutto, da un momento all'altro.
- Tre! -
I due gatti scattarono nel medesimo momento, ed iniziarono a correre rapidi verso il marciapiede opposto.
Se da umano avrebbe trovato quella distanza ridicola, abituato com'era a percorrere tratti ben più lunghi specialmente da trasformato, sotto forma di gatto... era tutto diverso.
Quei pochi metri gli sembravano addirittura chilometri, ed era terrorizzato all'idea di non riuscire ad arrivare all'altra parte.
Erano già arrivati a metà strada, quando il suono di improvvido clacson fece arrestare di colpo il piccolo Adrien.
Rapido il neo felino si voltò verso la fonte del rumore, giusto in tempo per osservare due enormi fari accecargli gli occhi verdi.
STAI LEGGENDO
Chat || Miraculous Ladybug
FanfictionAdrien un giorno, dopo aver sconfitto l'ennesimo nemico di Papillon, si sente male e sviene. Al suo risveglio capisce, e si rende conto, che qualcosa è andato completamente storto. - - Plagg? - lo chiamò - Sì? - tremò quasi, lo spiritello. - Sono un...