" Tu mi lasciasti già di sasso dopo il primo passo,
quelle forme da compasso...
Io volevo guardar basso ma poi ho visto gli occhi tuoi,
che hanno bloccato per un lasso questo chiasso
la matita di Picasso adesso sta scarabocchiando noi,
che abbiamo chiuso il mondo fuori, fuori uso, dentro al vento si è racchiuso e rende tutto solo più confuso.
Sposta le vesti tue in disuso, vortica profuso e rischia di mischiare all'alba i miei colori dentro ai tuoi, poi, le sfumature si son fatte carne, la carne sangue ed io mi son fatto grande,
Soffiava il vento di levante sulle mie gambe, tu più elegante, l'amore è un latitante.
Io l'ho cercato dentro buste da due grammi, dentro le donne degli altri, lo guardavo mentre andava via.
Lui mi sfuggiva via di mano come gli anni, ora sudano anche i palmi, son sereni non è colpa mia.E io non posso chiedere scusa ad una storia chiusa, si avvicina mentre annusa, torna tardi e fa le fusa guardami in faccia Medusa.
Dal lato opposto di 'sta stanza, ci divide il letto, piangi nell'angolo retto, affetto in un'ipotenusa .
Usa le serpi in seno per tenermi a bada, piangi la nostra rugiada e porta le fedi in Nevada,
Prima che il tempo scada,
insegnami la strada,
cambia tutto come il dada ed allontanami dalla masnada.
La mano tua nefanda, chiude la serranda e se non vuole più risposte figuriamoci un'altra domanda.
Il vento soffia sulla randa e mi rimanda sotto un cielo Jacaranda e viola come le nubi d'Irlanda.
Occhi da panda stan fissando gli occhi di pietra,
Stesi vicino alla meta,
tesi noi corde di cetra.
Voglio abbracciare la metafora concreta,
di non toglierti lo scalpo ora per una fine discreta. "Medusa