Prologo

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- New York.

«L'adoro! La compro» esclamai.

«Signorina, ha fatto un'ottima scelta»

La commessa accuratamente ripose la borsa in un elegante scatola nera, ero entusiasta del mio nuovo acquisto. Pagai con carta di credito e uscii dal negozio con l'umore risollevato. Avevo comprato un'altra Chanel che dovevo assolutamente aggiungere alla mia collezione. Lo shopping, era un rimedio allo stress. Molte persone sostenevano che fossi una maniaca dello shopping, ma in realtà ero una grande sostenitrice dell'economia. Passeggiai per la Fifth Avenue, mi trovavo tra la 49th e la 60th street, uno dei luoghi più chic e costosi del mondo dove fare shopping!

«Diamond, che piacere rivederti»

«Antoinette, non posso dire lo stesso» risposi.

Non mi era mai stata simpatica e viceversa.
Era estremamente irritante, aveva un'aria altezzosa. Chi si credeva di essere? La regina Marie Antoinette? Icona di bellezza, stile e moda. Antoinette non aveva nessun titolo nobiliare e non ne sapeva nulla di moda.

«Louis Vuitton, Gucci, Rolex, Armani, Versace, Cartier, Chanel, Valentino, Hermès e Jimmy Choo. Hai fatto compere, vedo» esordì.

«Si, ho comprato qualcosina. Oh, scusa! Devo andare via. Alla prossima» alzai i tacchi e scappai via. Il tempo è prezioso, va usato con le persone giuste. Chiamai un taxi e mi diressi verso casa.

«Bentornata, signorina Diamond»

I miei adorati cuccioli, quando mi videro, mi corsero incontro, scodinzolando felici. Avevo tre piccoli chihuahua, si chiamavano Chanel, Tiffany e Louis, in onore dell'imprenditore francese Louis Vuitton. I miei cani, mi amavano incondizionatamente, come io amavo loro. Tra di noi si era istaurato un rapporto profondo ed intimo di reciproca fedeltà.

«Diamond, sei tornata! Ti stavo aspettando»

Falsa, ipocrita e traditrice seriale.
Ogni falsità è una maschera, e per quanto la maschera sia ben fatta, si arriva sempre, con un po' di attenzione, a distinguerla dal volto.

«Beatrix, com'è stato andare a letto con Dylan?» domandai.

«C-cosa? C-come l'hai scoperto? Sei appena tornata dall'Italia» balbettò.

«Tesoro, sei stata molto imprudente a sottovalutarmi. Hai dimenticato che sono la regina del gossip, sono io che comando. Non metterti contro di me, potrei renderti la vita un inferno, se volessi. E se posso darti un consiglio, sparisci dalla città, all'istante»

Fuggì via, piangendo.
Tradire la mia fiducia, fu il suo grande errore.
La mia vita era apparentemente perfetta, ero ricca, invidiata, rispettata e popolare, ma non riuscivo a smettere di essere costantemente insoddisfatta. Non avevo amiche, ero circondata da arpie che mi adulavano in modo ignobile. Nella mia vita, non avevo un uomo che mi amasse incondizionatamente, ma d'altronde non ne avevo bisogno, amavo solo me stessa. Non ero una grande sostenitrice dell'amore, in qualsiasi forma e manifestazione. Romeo e Giulietta, Heathcliff e Catherine, il loro amore era sofferenza, dannazione, ossessione. Credevano che fosse quello loro, l'amore bello. In realtà, l'amore giusto, è quello verso noi stessi. Giulietta, se avesse amato se stessa, non avrebbe scelto la morte. Avrebbe sofferto, lottato e dimostrato al mondo che il vero amore, non finisce. Perché il dramma della morte, può separare i corpi, ma non le anime.

«Principessa» udii.

«Papà, mi sei mancato» gli corsi incontro e l'abbracciai. Mi rivolse un dolce sorriso e ricambiò l'abbraccio. Dopo aver sciolto l'abbraccio, mi porse un mazzo di rose. Erano cento rose rosse. Mio padre mi fece notare che c'era un biglietto, l'aprii e lessi il contenuto.

"Ti proteggerò dalle paure, delle ipocondrie,
dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via.
Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo,
dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai.
Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore,
dalle ossessioni, delle tue manie.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce
per non farti invecchiare.
E guarirai da tutte le malattie,
perché sei un essere speciale,
ed io, avrò cura di te."

«Grazie, ti voglio bene» sussurrai al suo orecchio.

Perché desiderare un fidanzato quando c'era mio padre che mi riempiva di attenzioni?

«Anch'io, ti voglio bene»

Quel giorno, parlammo molto. Gli raccontai la mia esperienza in Italia con disinvoltura e trasporto. Era piacevole parlare con qualcuno che fosse sinceramente interessato a quello che dicevo. Gli uomini, se desideravano conquistare una donna, dovevano prestarle attenzione e dovevano saperla ascoltare.
Perché sapere ascoltare una donna, è un'arte.

#SPAZIOAUTRICE
Hola girls.
Eccomi qui con una nuova storia! Spero che vi piaccia, fatemelo sapere nei commenti.
Cosa ne pensate della protagonista? Nel prossimo capitolo, conoscerete anche Dylan.
xoxo me.

Ps: cliccate la stellina, se il capitolo è stato di vostro gradimento. I love you.

New York, i love youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora