Diamond vs Crudelia

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«Iris!» urlai a squarciagola.

«Cosa vuoi? Smettila di starnazzare come un'oca» biascicò infastidita.

«Tu sei pazza! Non puoi irrompere in casa mia come se nulla fosse» sbottai.

«Perché no? Io posso fare tutto ciò che voglio» rispose con fare spocchioso.

«Illusa. Questo è il mio regno e qui la regina sono io» sorrisi con aria di superiorità.

«Smettila, sei patetica» sbuffò.

«Non fai altro che ripetermi sempre le stesse cose. Tesoro, ti consiglio vivamente di aggiornare il tuo vocabolario, ne hai bisogno»

Dopo avere pronunciato quelle parole, girai sui tacchi e me ne andai. Non mi faceva piacere averla in casa, ma purtroppo essendo mia cugina dovevo sopportarla. Ero nervosa, agitata, irascibile e tesa come una corda di violino. Tutto questo era stato provocato non solo dall'arrivo di mia cugina ma anche dall'arrivo della mia cara nonna. Quella donna, era l'unica capace di intimorirmi.

«Diamond, non accavallare le gambe! Devi avere una postura dritta! Diamond, ritengo inopportuno il tuo atteggiamento e non intendo accettarlo. Sei estremamente esibizionista e trasgressiva» mi divertii ad imitare mia nonna che riusciva ad essere petulante come poche.

«Con il tuo atteggiamento dimostri ancora una volta che il mio giudizio nei tuoi confronti è giusto» sentii una voce agghiacciante.

A chi dovrebbero dare il premio "figura di merda" dell'anno? A me, ovviamente. La guardai, senza proferire parola.

«Informerò tuo padre, del comportamento poco consono che hai avuto» mi minacciò.

Presi il cellulare dalla mia pochette appena se ne andò e andai su Booking. Dovevo assolutamente andarmene dalla città per un po', almeno fino a quando ci sarebbe stata lei. Dopo qualche indecisione ed incertezza decisi finalmente dove andare ed anche l'hotel in cui alloggiare. Molto probabilmente mi avrebbero dato della vigliacca, mi avrebbero accusata di essere senza carattere, ma avevo imparato ad essere indifferente alle numerose critiche che negli anni mi erano state rivolte. Perché qualunque cosa farai, per gli altri non sarà mai la cosa giusta.

«Signorina Diamond, mi scusi il disturbo. Volevo informarla che la cena è stata appena servita in tavola»

«Nessun disturbo. Grazie per avermi avvisata, arrivo» Dopo alcuni minuti, armata di pazienza mi diressi verso la sala da pranzo. Mio padre, seduto a capotavola, mi fissava con aria severa.

«Papà, mi sei mancato. Com'è andata la giornata?» domandai, schioccandogli un rumoroso bacio sulla guancia.

«Più che bene, grazie principessa» sorrise amorevolmente. Bastava poco per farlo addolcire. Ero la sua più grande debolezza, ed a sua volta lui era la mia. Era bello, meraviglioso sapere di essere l'unica debolezza di un uomo forte come mio padre. Educatamente, mi accomodai a tavola ma appena impugnai le posate, mia nonna posò le sue, segno che aveva finito di mangiare. Iris e mio padre compreso, posarono l'argenteria quando videro mia nonna compiere quel gesto, anche se i loro piatti erano ancora pieni.

«Non ci posso credere, ancora con questa storia?» Ero allibita. Davvero pretendeva che quando lei finiva di mangiare, tutti gli altri di conseguenza dovevano smettere?

«Signorina, devi portarmi maggior rispetto. Devi smetterla di opporti alle mie regole»

«Smettila tu. Non sei la Regina Elisabetta! Questo è uno spreco di cibo inaccettabile, soprattutto se consideriamo che nel mondo ci sono milioni di persone che soffrono la fame» inveii contro di lei.

«Sei un impertinente! Non ti permetto di parlarmi con questo tono. Ti diseredo, se non mi chiedi immediatamente scusa» mi intimidì.

Cordelia Amelia Stewart Hill, era una donna cattiva. Cosa avrei fatto senza il mio enorme capitale? I soldi, erano la mia più grande passione.

«Nonna, scusami» chinai il capo, in segno di rispetto. Quante volte le avevo chiesto scusa? Quando in realtà non avevo nessuna colpa. Non mi piacquero le sensazioni che stavo provando. Mi sentii terribilmente umiliata ed impotente, e questo solo per aver espresso una mia opinione. «Papà, posso ritirarmi in camera mia?» chiesi, dopo un insopportabile silenzio.

«Certo» rispose.

Non riuscii a prendere sonno, nel ricordare quanto mi era successo.

«Piccola, sei sveglia?» Colta di sorpresa, sobbalzai dallo spavento. Istintivamente mi voltai in direzione della voce e vidi Dylan. Paradossalmente, ero contenta di vederlo.

«Dylan, stammi vicino stanotte. Non riesco a dormire, troppi pensieri si affollano nella mia mente e non mi lasciano stare, non mi lasciano sognare» sussurrai.

«Nonostante tutto e tutti, per l'eternità» mormorò nei miei capelli.

«Perché sei qui?» scrutai attentamente i suoi occhi, c'era qualcosa che lo tormentava.

«Ho avuto una discussione con i miei genitori. Mio padre, ha deciso di bloccare tutte le carte di credito che possedevo, ma questo non basterà a piegarmi al suo volere»

Il suo sguardo non era arrabbiato, non era cupo. Il suo sguardo era freddo, come una lama tagliente. Quella sera, a soffrire non ero solo io, soffrivamo in due.

«Diamond, cos'è che ti turba?» Il suo sguardo gelido, divenne dolce e affettuoso, trasudava amore. Era davvero preoccupato per me?

«L'arrivo di mia nonna. Odio il potere che esercita su di me, non riesco ad appormi» confessai.

«No, aspetta. Vuoi dirmi che Crudelia De Mon è tornata in città?» era abbastanza sconcertato, ma d'altronde come biasimarlo.

«Si, purtroppo» mi lamentai.

«Dov'è che alloggia?»

«Qui» soffiai.

«Cosa?! Perché non me l'hai detto subito? Non sono ancora pronto ad affrontare il diavolo in persona» alzò il tono di voce.

«Zitto, non urlare! Potrebbe sentirti» lo rimproverai. Era esagerato come al solito, nemmeno io avevo avuto una reazione di quel tipo.

«Scusa, ma mi hai colto di sorpresa» si giustificò.

«Resterai a dormire qui stanotte?» Non dovrebbe restare, perché potrebbero scoprirci, soprattutto mia nonna potrebbe scoprirci e succederebbe una vera catastrofe, ma in ogni caso volevo con tutta me stessa che restasse.

«Solo se mi pregherai di restare, altrimenti no»

Sbruffone!

«Scordatelo! Puoi anche andartene, non mi interessa. Non ho bisogno di te e mai ne avrò» mi innervosii.

«La mia permalosona» rise, attirandomi contro il suo petto. Mi strinse forte a sé, mi adagiai tra le sue braccia e chiusi gli occhi. Mi addormentai ascoltando il battito del suo cuore, la melodia più dolce che avessi mai sentito.

#SPAZIOAUTRICE
Hi, girls! Ci terrei molto a sapere cosa ne pensate di questa storia! Quindi cosa aspettate a lasciare un commento? Ci conto.

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