Problemi in paradiso

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-Malibù

Dopo l'ultimo incontro con Dylan, avevo preso un'importante decisione, quella di partire. Ero partita senza avvisare nessuno, non volevo che qualcuno ostacolasse la mia partenza. Mi stavo godendo la dolce vita a Malibù, tra surfisti e celebrità. Quella città, era riuscita a regalarmi serenità e spensieratezza. Non ero l'unica a godersi Malibù, con me c'erano anche Tiffany, Chanel e Louis, non ero stata capace di lasciarli a New York. Era calato il sole, stavo sorseggiando un cocktail su una terrazza, ero avvolta da un'atmosfera ammaliante e seducente. Avevo da poco concluso un'interessante conversazione con Brad Pitt, un uomo affascinante e piacevole. Angelina Jolie, era stata una vera stupida a lasciarlo.
Purtroppo, a rompere l'idillio fu la suoneria del mio IPhone, guardai il display, era Justin.

«Justin» risposi.

«Diamond, dove sei? Ho bisogno di te» il tono di voce affranto mi fece capire che era successo qualcosa di grave.

«Cos'è successo?» domandai, ero preoccupata.

«Una disgrazia. Non posso parlarne al cellulare, devo vederti» sospirò.

«Prendo il primo aereo e ti raggiungo, tra poche ore sarò a New York» affermai.

«Non so come ringraziarti, sei preziosa» dichiarò.

-New York

Il mio viaggio era durato solo cinque giorni, era stato straziante lasciare Malibù all'improvviso ma non potevo abbandonare Justin, aveva bisogno di me e non potevo voltargli le spalle. Quando vidi che era venuto a prendermi all'aeroporto, sorrisi e corsi ad abbracciarlo. Durante il tragitto in macchina mi raccontò cos'era successo e rimasi scioccata dalla sua rivelazione. Il padre era stato arrestato e condannato a sei anni di reclusione per appropriazione indebita e frode.

«Diamond, solo tu sai cos'è realmente successo. Mia madre, è riuscita a salvaguardare l'immagine della nostra famiglia, mettendo a tacere giornalisti e pettegolezzi» spiegò.

«Tranquillo, rimarrà il nostro segreto» promisi.

Passammo tutta la giornata insieme, mi impegnai a distrarlo dai suoi brutti pensieri, ci divertimmo molto. Era bello stare in sua compagnia, eravamo molto complici.

«Ascolta, Jus. Io ci sono, se sei arrabbiato o semplicemente triste, se hai bisogno di parlare con qualcuno, se hai qualche problema, se avrai bisogno, io ci sarò. Okay?»

«Grazie. Hai un cuore grande, non sei la stronza che tutti descrivono. Le persone sono superficiali, giudicano dalle apparenze, non sono in grado di andare oltre. Tu sei come me, diversa dagli altri. Diamond, non facciamo parte della massa, sappiamo distinguerci e questo riesce a renderci unici. Entrambi, non sopporteremo di essere visti come il resto del mondo» ascoltai ogni parola, ogni singola parola uscita dalle sue labbra e rimasi piacevolmente sorpresa. Justin, riusciva a rendermi felice, riusciva a capirmi, riusciva a farmi ridere e ne avevo bisogno.

Quando arrivai a casa, il mio umore cambiò radicalmente perché dovetti affrontare
inevitabilmente la furia di mio padre. Ero scomparsa senza dare spiegazioni a nessuno e non avevo risposto a nessuna delle sue chiamate. Non era mia intenzione farlo preoccupare, avevo agito d'istinto e non avevo pensato alle conseguenze delle mie azioni.

«Diamond, consegnami tutte le carte di credito che possiedi» ordinò.

Non volevo farlo arrabbiare ulteriormente e mio malgrado decisi di obbedire agli ordini. Quando alzai gli occhi verso di lui, mi accorsi che stava tagliando a strisce le mie numerose carte di credito. Il mio cuore perse un battito, mi sentii morire. Avrei voluto urlargli contro di smetterla ma non ebbi il coraggio e continuai semplicemente a guardarlo con il cuore ferito.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 12, 2018 ⏰

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