Ho detto no.
Ho detto no a Verona.
Ho detto no a trascorrere qualche giorno insieme.
Ho detto no a Claudio.
In realtà quel monosillabo non l'ho mai pronunciato.
Mi sono comportato da codardo. L'ho guardato andarsene, vestirsi lentamente per darmi il tempo di seguirlo.
Sono rimasto steso nel letto con ancora il suo odore addosso.Chi ama non dice mai di no.
Eppure io Claudio lo amo, come nessun'altra persona al mondo.
Claudio ha il mio amore più profondo, più bello, più fragile.
Claudio a me, a prescindere.
Ma ho detto no.
Ho detto no perché non sono solo Mario che ama Claudio.
Un tempo lo ero. Ero esclusivamente un uomo innamorato.
Adesso sono Mario, un uomo, innamorato e che si ama.
Ho detto no per il mio bene. Per salvaguardare il mio cuore.
Perché senza di esso io Claudio non potrei mai amarlo. Ed è fragile ancora, troppo.Non era un no, era un ho paura, dammi tempo, non sono pronto per tornare a casa.
Era un scrivimi appena arrivi, sentiamoci dopo cena.
Era un mi dispiace, devi capirmi.
Non mi pento di quel no perché non era un no.
Perché Mario non direbbe mai no a Claudio.
Perché ho solo sbagliato a non dire il resto.
Perché forse avrebbe capito.
Perché in questo modo è una settimana che non si fa sentire.Bussano alla porta, mi trascino stancamente.
Leonardo.<<Buongiorno.>> rispondo con un cenno del capo.
<<Come stai?>>
<<Bene.>>
<<Passato bene il capodanno?>> annuisco.
So già dove vuole andare a parare.<<Si.>>
<<Sono contento.>>
<<Leonardo, cosa devi dirmi?>>
<<Devi andare a Verona.>> rido, mio fratello è fin troppo prevedibile.
Così come Claudio, meglio chiamare lui anziché il sottoscritto.<<Non mi ha chiamato Claudio, cioè ci siamo sentiti per gli auguri e...non mi ha chiesto di te.>>
<<Scontato.>> sussurro sarcastico mentre scaccio via un filo immaginario dal cuscino del divano.
<<È incazzato, con te.>>
<<Cosa ti ha detto?>>
<<Gli ho estorto qualche informazione.>>
<<Tipo?>>
<<Tipo che hai detto no a Verona.>>
<<Non è andata proprio così.>>
<<Beh, sei qua.>>
<<Leonardo...>>
<<Mario. Ti senti un uomo felice? E non dirmi si solo per zittirmi, guardati. Sei uno sfigato.>> sussulto al suono di quelle parole. Mio fratello mi ha appena etichettato come uno sfigato.
Effettivamente ho una tuta lacerata addosso, i capelli spettinati e le occhiaie come conseguenza di notti tormentate. La cucina fa schifo, piatti sporchi ovunque...si, sono uno sfigato.<<È una settimana che non si fa sentire.>> mormoro cercando di darmi delle attenuanti.
<<Che cosa pretendevi? L'ha visto come l'ennesimo rifiuto.>>
<<Non è nella posizione di rimanerci male. Io sto accantonando cose ben peggiori.>>
<<Ma se gliele rinfacci alla prima occasione.>> sbotta esasperato.
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Destinati a finire.
FanfictionDestinati a finire. Il titolo dice tutto ma, in fondo, non dice nulla. Sono semplicemente Claudio e Mario, innamorati. A modo loro. Buona lettura.