0.3 Il bagno della vendetta

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La villa dai muri rossi pullulava di gente e la musica era udibile per tutta la via.
Insomma, una festa senza precedenti.
Leo venne fermato da un paio di suoi amici ed Emily preferì entrare in casa, avrebbe rivisto Leo dentro.
Entrata in casa, si mise poi alla ricerca del festeggiato.
«Ciao Emily!»
Urlò una voce femminile.
«Jade! Hey...»
La mora le si avvicinò, avvolta nel suo mini abito fucsia.
Emily non sopportava le cheerleader, ognuna di loro teneva gli occhi puntati o sui giocatori di football, in particolare su Leo o in questo caso, su Chris e sapeva benissimo che se si avvicinavano a lei, era per opportunismo.

Devo togliermela di mezzo.
Pensò, mentre le rivolgeva un sorriso finto.
«Come stai cara? Sei venuta da sola?»
Respinse la voglia di alzare gli occhi al cielo e stringendo di più il pacchetto nella sua mano, rispose.
«No ma ora devo andare, sto cercando una persona, ciao e buon divertimento!»
Disse sbrigativa, sgattaiolando nella cucina di casa Ferrel.
Non era di certo la prima volta che partecipava ad una festa dei giocatori di football.
Una volta dentro la stanza, sospirò di sollievo.
Odiava il fatto che la gente si approfittasse di lei solo per arrivare a Leo o a Chris, da quando aveva messo piede nella Boston High School, qualsiasi amicizia avesse provato a farsi, finiva per dimostrarsi un frutto acerbo. I suoi pochi veri amici si erano trasferiti pochi anni prima dall'altra parte degli States. Lo trovava così frustrante.
La cucina era uno dei posti più tranquilli di quella casa, non ci entrava quasi nessuno, visto che Sam aveva un angolo bar nell'enorme salone di casa sua.
Prese un bicchiere d'acqua che ingurgitò in pochi secondi, rinfrescando la gola rodente.
Sospirò soddisfatta e poggiò il bicchiere sul tavolo in legno.
«Non fare l'asociale anche alle feste gnoma da giardino, già sei bassa, se poi non ti fai vedere non puoi arrabbiarti se hai pochi amici».
La bionda ringhiò, infastidita.
Lui doveva sempre stuzzicarla e lei non aveva voglia di litigare.
Si girò per avere un contatto visivo col moro.
Camicia azzurra e pantaloni bianchi accompagnati da un paio di Vans in tela.
Gli stavano davvero bene.
Lui era alto, longilineo, i muscoli tonici ed il viso bellissimo.
Tutte le ragazze prima o poi, finivano con il sentirsi in soggezione in sua presenza e la stessa cosa valeva per Leonardo.
La maggior parte delle ragazze cercava di arrivare a loro tramite lei.
Lo odiava per questo, se lui non avesse iniziato sin dal primo giorno di superiori a darle noia, nessuno l'avrebbe identificata così in fretta come una Deel, in mezzo ai due fuochi e forse avrebbe potuto riuscire nell'intento di farsi degli amici per conto suo.
Assottigliò gli occhi e strinse i pugni lungo i fianchi.
«È colpa tua se non ho amici».
Sibilò con tono fermo e deciso.
Chris la guardò intensamente negli occhi e sorrise per poi uscire da quella cucina.
La ragazza sospirò pesantemente, passandosi una mano sul viso.
La faceva esasperare.
La porta si aprì e si richiuse con un tonfo sordo.
«Ciao Emily! Che bello vederti!»
Sam era a pochi passi da lei e la guardava con un sorriso sulle labbra.
Lei sorrise, scacciando via ogni minima traccia di seccatura dal suo volto.
«Auguri Sam, fa piacere anche a me vederti».
Nonostante fosse un montato, la sua compagnia non era delle peggiori o meglio, questo era quello che pensava lei.
Prese il pacco regalo e lo porse al ragazzo.
«Tieni! Questo è tuo».
Il ragazzo prese il pacchetto, ringraziandola.
Gli era sempre piaciuta ma sapeva altrettanto bene che era off-limits e non solo perché era la sorella minore del suo capitano.
La porta si aprì nuovamente, rivelando quattro ragazzi.
Emily ne approfittò per salutare e sgattaiolare fuori dalla cucina.

L'enorme sala era ora una pista da ballo.
Tutta la Boston High School era lì che si dimenava cercando di andare a tempo.
Emily sbuffò e si affrettò ad uscire nel giardino di casa Ferrel.
Non aveva bei ricordi riguardo il ballo. Chris aveva deciso bene di versarle addosso involontariamente un'intera scodella di punch ai frutti rossi. Su un vestito di seta bianca. Oltre al vestito, evidentemente buono solo come straccio, le aveva anche rovinato la serata.

L'acqua della piscina veniva riflessa dalla luce che fuoriusciva dalla casa, traducendosi in un gioco di luci ed ombre sui muri purpurei.
Si sedette sul dondolo e chiuse gli occhi, rilasciando un sospiro di sollievo.
Sollievo che durò poco visto che si ritrovò bagnata fradicia dentro quella bacinella gigante.
Scalciando, riemerse; l'acqua era gelida.
Non si stupì nel ritrovare quel viso dal sorriso strafottente a prendersi gioco di lei.
«Chris! Ma allora sei proprio stronzo forte! Tu sei pazzo!»
Urlò tremando, stava congelando e il vestito fradicio non aiutava. Avrebbe voluto farglielo mangiare.
Uscì da quella piscina con le labbra violacee.
Il ragazzo, che aveva riso fino a quel momento, prese un asciugamano e glielo porse.
Lei glielo strappò dalle mani e se lo avvolse intorno al corpo.
«Ora tu, brutto deficiente, mi riaccompagni a casa!»
Il moro sbuffò, non ne aveva voglia.
«Devi sempre rovinare tutto! Dio, non ti sopporto!»
Sbottò lei, dicendo la verità.
«Ok! Va bene, ho capito! Sali in macchina, saluto e ti raggiungo »
Disse lui, dandole le chiavi della macchina ed allontanandosi.
«Saluta Sam anche da parte mia!»
Urlò lei. Non voleva fare la figura della maleducata.
Lui annuì ed entro nella casa.
Sam.
Aveva dei precedenti con quel ragazzo.
Spalancò la porta della cucina, consapevole di trovarlo lì insieme a qualche compagno di squadra.
«Io ed Emily andiamo, ti auguriamo una buona serata».
Disse il moro, scrutando il volto del festeggiato che sorrise, malizioso.
«Grazie».
Chris sorrise falsamente per poi uscire da quella cucina e da quella casa una volta per tutte.

«Brutto idiota! Per colpa tua mi verrà la febbre!»
Esclamò la bionda, furiosa.
Il moro roteò gli occhi al cielo e sbuffò sonoramente.
«Ho capito. Ma non potevo non vendicarmi, dolcezza».
Disse con un sorriso sornione e cambiando marcia.
Poco tempo e la bionda avrebbe potuto vedere casa sua spuntare dietro i cipressi.
«Dolcezza un corno! Sei così, così...»
«Bello, intelligente, altruista, magnifico?»
La ragazza gli rivolse uno sguardo annoiato.
«Fastidioso, idiota, demente ed infame».
Lui rise di gusto.
«Sempre così acida, non ti smentisci mai».
Rispose.
Il telefono di Emily squillò .
Chiamata da:
Leo❤️
Accettata

«Emily, sei davvero andata a casa con Chris?»
Chiese il biondo, incredulo.
La ragazza, scocciata dalla presenza del moro, rispose con tono piuttosto fiacco.
«Sì, l'ho fatto sul serio».
«Non siete stati colpiti da un fulmine o simili?»
Chiese sbalordito.
Già lasciarli nella stessa stanza da soli è un rischio, figuriamoci in un veicolo.
Pensò, immaginandosi gli insulti che si sarebbero lanciati a vicenda da lì a pochi minuti.
Quella data l'avrebbe segnata sul calendario, poco ma sicuro.
«No, ringraziando il cielo, però non posso garantirti che non colpirò lui, quello non posso prometterlo».
Rise lei.
Il biondo rise a sua volta e le promise che in poco tempo l'avrebbe raggiunta ma la più piccola lo rassicurò. Non doveva rinunciare alla festa di un suo compagno solo perché come migliore amico aveva scelto un troglodita.
Attaccò, prima di appoggiare la testa sullo schienale, sospirando.
«Chi era?»
Chiese il moro che per tutto il tempo della telefonata, le aveva lanciato sguardi curiosi.
«Fatti gli affari tuoi una buona volta!»
Esclamò lei, infastidita.
«Acida».
Sbuffò.
Arrivati davanti casa Deel, i due scesero.
«Che fai?»
Chiese lei, non capendo perché anche lui fosse sceso dalla macchina.
«Vengo con te».
Affermò.
Lei non lo voleva tra i piedi.
«Non te l'ho chiesto, torna a casa o alla festa, lasciami in pace».
Ribatté, arrabbiata.
«L'ho deciso io infatti. Apri così entri e non prendi freddo».
Sbuffò infastidita ed entrarono in casa.

Dio se lo odiava.

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