Epilogo

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Timothy li aspettava sulla porta di casa Patata con espressione torva, Zob stava appoggiato allo stipite con le braccia incrociate ed un'espressione sorniona stampata sul volto; «Ho sentito che qualcuno ha sfidato un Uomo Nero e l'ha battuto tutto da solo»
Zick gli sorrise. «Sono stato bravo, vero?», chiese gongolando.
«Un incosciente!», sbottò Timothy «Ecco cosa sei stato! Un vero incosciente»
Teddy lo squadro seccato, quasi gli fosse dispiaciuto essersi perso quell'avventura. «Andiamo Timothy, è andato tutto bene, questo è quello che conta», disse comunque difendendo l'amico.
«Grazie Ted», disse Zick infilandosi nella porta seguito dagli altri.
Appena li vide entrare Violet saltò in braccio ad Elena ridendo. «Vi ha salvati! Sapevo che vi avrebbe riportati a casa! Grazie Zick!!!»
Sorrise al ragazzo e si sporse verso di lui per abbracciarlo. Quasi ruzzolò per terra, Zick la afferrò al volo e la sollevò. A appena tornò in equilibrio Violet iniziò a dargli tanti bacetti sulla guancia.
«Ok, ok, grazie», borbottò imbarazzato il ragazzo. Elena lo aiutò a liberarsi della bambina e disse ai suoi fratellini: «Andate a dormire»
Quando Greta portò i bambini al piano superiore Elena e Zick, ancora bagnati, si sedettero su due sedie pronti a sentire quello che Zob e Timothy avevano da dire.
«Scommetto che è l'ora della ramanzina per me», sospirò il ragazzo.
Zob sollevò le braccia «Allora, è necessario sapere esattamente come siete usciti da lì»
I due ragazzi si guardarono «Siamo usciti», disse Zick semplicemente.
«Da una botola sul soffitto», aggiunse Elena.
Zick annuì «E poi tutto è sparito dietro di noi»
«I tuoi poteri?», domandò Timothy al ragazzo. Zick si voltò e puntò gli occhi su Bombo, che se ne stava con gli altri mostri ad osservarli da un angolo della stanza «Li vedo», disse «Li sento», aggiunse «Ho i miei poteri, è fantastico!». Sorrise sornione riportando gli occhi sul suo gatto.
«E' il momento di spiegarvi come l'avete scampata, perché davvero, è stata pura fortuna essere riusciti ad uscire dal mondo del Babau senza conoscere la strada e i punti deboli della creatura»
«Noi abbiamo seguito le indicazioni», borbottò Elena ripensando a quando aveva visto l'insegna EXIT appesa al soffitto.
«Si, ma quella come ho già detto è stata pura fortuna, signorinella!», disse Zob imitando la voce seria di Timothy. Il felino si lasciò sfuggire un sorriso e decise di farla finita con quella storia.
«Il mondo del Babau si è sviluppato automaticamente quando la trivella ha raggiunto un punto caldo di energia sotto Oldmill»
«Un punto di energia», ripeté Zick confuso.
Timothy continuò «Il punto caldo di energia era il Kuix che avevi perduto anni fa»
«Il Kuix che avevo perso», ripeté ancora Zick gongolando.
«Il Kuix che avevi perso, si», chiarì il gatto «E smettila di ripetere a pappagallo quello che dico»
Zick si zittì mentre Elena ridacchiava.
«Durante la trivellazione parte del Kuix è stato assorbito da questo Babau, parte è tornato al suo legittimo proprietario, ed è per questo che hai iniziato a recuperare i tuoi poteri». Timothy lanciò un'occhiata a Zick che annuì per dimostrare di aver capito. «Quando ti sei buttato a pesce nel portale sei entrato in quel mondo e hai cominciato ad assorbire il tuo potere. Il Babau si è ritrovato indebolito e tu eri sempre più forte, per questo alla fine non era più in grado di contrastarti e ne siete usciti facilmente»
Zob puntò un dito contro il figlio, poi contro il gatto «Così quando sei uscito ti sei portato via l'energia che teneva in piedi il mondo del Babau e quello è semplicemente svanito»
Timothy annuì «Esattamente così», disse «ma la prossima volta che vi imbattete in un Uomo nero stategli alla larga ed avvertite i domatori più esperti invece che tuffarvi dentro come se steste solo per lanciarvi in piscina»
Elena alzò la mano piccata «Guarda che io non ci sono mica entrata di mia volontà!»
«Infatti mi riferivo a qualcun altro», Timothy lanciò a Zick un'occhiata eloquente «Ed ora andatevene tutti a dormire, prima che i genitori di Elena tornino a casa e ci trovino tutti nel loro salotto!»
Timothy si avviò seguito dai mostri di casa Barrymore, ma Elena balzò in piedi chiedendogli seria: «È finita? Finita sul serio intendo. Posso mettere i miei fratelli a letto senza preoccuparmi?»
«Stai pure tranquilla», le sorrise il gatto prima di uscire dalla porta.
Intanto Greta era tornata in salotto assieme ai gemelli. Violet corse incontro a Zick e gli si aggrappò alla gamba.
«Questa mi è nuova», borbottò il ragazzo lanciando un'occhiata ad Elena.
Lei scrollò le spalle. «Beh, ci hai salvati»
«Sei arrivato qui in sella al tuo cavallo bianco, per salvarla, dopo che aveva chiesto il tuo aiuto», disse Lay indicando la bambina.
«Era una bicicletta», la corresse Zick.
«Non è questo il punto», lo informò Lay «Hai fatto la figura del principe azzurro, ora spiegaglielo tu che la consegna principe azzurro a domicilio non era per lei»
Zick arrossì «Va' a casa Lay, vattene a dormire, è quasi l'una di notte»
Lei non se lo fece ripetere due volte, raggiunse Teddy e superò la soglia assieme a lui.
Zob aspettò che Greta lo raggiungesse. «Vieni a casa a farti un bagno caldo, prima di prenderti un malanno», disse al figlio.
Zick si grattò la testa imbarazzato; «Sistemo una cosa e vengo»
«Mi raccomando Elena, asciugati bene anche tu», disse Greta, poi si rivolse al figlio: «Non metterci troppo tempo, sei fradicio»
Poi coniugi Zick si chiusero la porta alle spalle e li lasciarono soli.
«Qualcuno deve andare a dormire», disse allora Zick guardando prima Violet e poi Charlie.
Elena sospirò e sollevò la sorellina separandola quasi a forza dalla gamba di Zick: «I miei genitori saranno qui a momenti, se scoprono che i gemelli sono ancora svegli mi ammazzano», poi si rivolse ai suoi fratelli: «Non volete che la vostra sorellona finisca nei guai, vero?»
Loro la guardarono saltellando. «Non abbiamo sonno», le disse Charlie, poi Violet lo afferrò per la manica del pigiama e gli disse: «Mamma e papà metteranno Elena in punizione se non ci trovano a letto»
Elena sorrise alla sorellina «Grazie, Avvocato Difensore»
«Ok», disse allora Charlie «Ma solo se vieni a rimboccarci le coperte»
«Arrivo subito, voi cominciate a salire», borbottò Elena spingendoli verso le scale. Ma loro non sembravano convinti.
Charlie sorrise a Zick, «Grazie per averci salvati», poi corse via.
Violet afferrò Zick per una manica a lo costrinse ad abbassarsi; quando il ragazzo fu alla sua altezza gli stampò un bacio sulla guancia prima di correre dietro Charlie.
Elena e Zick rimasero da soli in un silenzio imbarazzato. «Allora, cos'è che vuoi sistemare?»
Zick si grattò la testa nervoso, non sapendo da che parte cominciare. «Ecco, non è nulla in particolare»
Elena appoggiò la schiena al muro ed incrociò le braccia. «ti conosco da abbastanza tempo per capire quando non vuoi davvero affrontare un argomento»
«Non è che voglia evitarlo,» borbottò Zick, «è complicato. Quello che è successo nella fossa...»
«Non avrei dovuto baciarti, ho capito», lo interruppe Elena. «Tranquillo, ho afferrato il concetto»
Lo stomaco di Zick sprofondò a terra «Non intendevo quello, cioè, parlavo quello, ma non è quello che volevo dire»
Si zittì sentendo il rumore di un'auto che entrava nel vialetto di casa Patata.
«Dovresti andare, io sono ancora fradicia e i miei genitori mi ammazzano se mi beccano così»
Ma Zick non si mosse, seguì Elena su per le scale quando lei si diresse in camera sua e le impedì di entrare nella camera da letto dei gemelli.
«Dammi solo dieci secondi»
Al piano inferiore la chiave di casa girarono nella toppa ed il suono della serratura che scattava li raggiunse.
«Dieci secondi allora», concesse Elena. «Ma poi evapori», si girò attenta verso le scale sperando che i genitori non salissero proprio in quel momento, Zick la afferrò per le guance e la costrinse a voltarsi verso di lui. La baciò, poi le disse: «Ci vediamo domani alla vecchia discarica, ho sentito che ci sono dei Lurridi, io e te soli come ai vecchi tempi»
Elena gli sorrise vedendolo raggiungere la finestra. Zick si arrampicò e si lanciò dal cornicione.
«Non vedeva l'ora dare la caccia ai mostri», borbottò Elena tra sé. Si affacciò nella camera dei gemelli e li trovò già addormentati, poi corse a chiudersi in camera sua.


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