-Ciao.- Lo salutai. -Sai che Junior ti sta aspettando da un giorno intero?- Dissi rimanendo seria.
-Scusami, lo so perfettamente. Cosa posso fare per farmi perdonare?- Domandò con lo sguardo basso.
-Non è con me che devi scusarti, ma con tuo figlio.- Risposi secca.
-Mi scuserò con lui sicuramente quando torneremo a casa.- Mi guardò.
-Bene, allora perché mi hai chiesto di venire qui fuori?- Domandai.
Ci fu un attimo di silenzio prima che iniziasse a parlare. Incrociai le braccia in attesa che cacciasse la sua stupida risposta.
-Volevo chiederti se ti andava di venire a pranzo con me.- Rispose.
Sgranai gli occhi. Non mi sarei mai aspettata un invito del genere da parte sua. Una parte di me avrebbe voluto accettare l'invito volentieri, ma un'altra no per mille motivi.
-Io e te? A pranzo? Scordatelo.- Risi.
-Pensavo fosse un modo carino per scusarmi anche con te.- Disse.
-Non ho bisogno delle tue scuse. Vai a casa Cristiano.- Feci per rientrare dentro.
-Dico sul serio. Mi dispiace.- Dice afferrandomi per un braccio.
-Vai con la tua fidanzatina a pranzo, no?- Dissi cercando di liberami dalla sua presa.
-L'ho lasciata.- Rispose lasciandomi il braccio.
-Oh bene. Allora vai con Junior, alla fine lui è stato un giorno senza sapere dove fossi.- Dissi.
-D'accordo, farò come dici tu.- Concluse.
-Okay, posso entrare in casa ora?- Domandai seccata.
-L'invito è ancora valido, sappilo.- Sorrise.
Salimmo i gradini e bussammo alla porta. Ci venne ad aprire Gareth e dopo un paio di minuti Cristiano se ne andò con in braccio Cristiano Jr.
-Andiamo a casa?- Mi domandò Sarah sbadigliando.
Sbadigliai anche io. Ero stanca e avevo bisogno di una doccia tiepida. Salutammo tutti e ci dirigemmo verso casa nostra. Fortunatamente erano cinque minuti in auto e appena arrivate salimmo entrambe in camera da letto. Ero esausta ma decisi comunque di parlare con Sarah.
-È successo un casino, un enorme casino.- Disse lei sedendosi sul letto. -Io ricordo cosa successe alla festa due settimane fa. È successo, io e Gareth abbiamo passato la notte assieme. Vorrei parlargli, spiegargli tutto, credimi. Ma ho paura che lui non ricordi nulla. Ho paura che mi rida in faccia. Io non voglio che lui si arrabbi con me.-
Si coprì il volto con le mani. Sbuffò. Sapevo perfettamente ciò che provava Gareth per lei. Non sapevo se dirglielo oppure no.
-A te, Gareth, piace?- Le domandai andandole vicino.
-Sì, credo di sì.- Disse facendo spallucce.
-Allora perché non provi a parlargli? Magari non sarà così terribile come credi...- Le accarezzai la schiena.
Sospirò. Stette in silenzio per un minuto, evidentemente stava riflettendo. Decisi di dirle ciò che mi aveva detto Gareth, cercando di consolarla.
-Non lo so, io penso che lui non ne voglia sapere nulla di me.- Disse guardando l'orario sulla sveglia.
-Allora te lo dico io come stanno le cose. Il giorno dopo la festa, sono uscita dalla mia stanza e sono venuta a cercarti. Ti ho trovata nel letto, insieme a Gareth, e l'ho svegliato cercando di non svegliare te. Avreste passato entrambi guai con James, tu perché eri la sua ragazza e lui perché era suo amico. L'ho accompagnato in bagno e lui mi ha spiegato tutto. Anche lui pensava la stessa cosa. Perché non vai a parlargli?- Le spiegai e vidi il suo viso illuminarsi.
-Spero tu non stia scherzando.- Mi sorrise e mi abbracciò.
Si alzò dal letto e corse a vestirsi. La guardai con aria interrogativa.
-Dove vai?- Chiesi.
-A parlare con Gareth, me l'hai detto tu.- Sorrise e mi salutò correndo giù per le scale.