Prologo

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Era una domenica come tutte le altre, o almeno così credeva. Il sole splendeva già alto e la temperatura cominciava a scaldarsi, nonostante fosse novembre inoltrato e alcuni residui dell'ultima nevicata stentassero a sciogliersi.

Maddison si era svegliata alla solita ora, guardata allo specchio come faceva tutte le mattine, sperando di gridare al miracolo, ma niente, trovò la stessa triste immagine riflessa: i soliti fluenti capelli biondi lungo le spalle, che a breve avrebbe raccolto in uno chignon più rétro della capigliatura di Maria Antonietta; gli stessi occhi color cioccolato, che con gli anni avevano perso la lucentezza e quella speranza di chi ha sogni da realizzare; la stessa bocca, ormai fissa in una smorfia inespressiva, perché aveva perso ogni ragione per sorridere.

Come tutte le domeniche, infilò la sua tuta preferita: un pantalone nero ormai sbiadito dai troppi lavaggi e una t-shirt a maniche corte color crema, che stonava con quello della sua pelle olivastra. Era l'unico giorno della settimana in cui poteva concedere alle sue abbondanti forme di non soffrire schiacciate da soffocanti tailleur.

Era una domenica come tutte le altre e da lì a poco sarebbe arrivato Zac per la loro consueta corsetta, una pausa che si obbligavano a ritagliare dai continui impegni lavorativi; fare l'avvocato ormai aveva risucchiato tutto il tempo a disposizione per svagarsi e lo stesso valeva per Zac, che passava l'intera giornata in officina.

Andò in cucina, aprì il frigo e tirò fuori la confezione del latte che giaceva in un mare di desolazione; a farle compagnia un triste uovo e una fetta di torta regalatale dalla vicina per la festa di compleanno della figlia. Sfilò due fette biscottate dalla confezione che, stranamente, aveva lasciato mezza aperta, facendo perdere la gustosa friabilità al contenuto; neanche la Nutella, che ci spalmò sopra, diede loro giustizia.

Una cosa inaudita per la sua personalità rigida e severa, soprattutto con se stessa, ma i fatti degli ultimi mesi l'avevano in qualche modo cambiata o, per lo meno, la stavano facendo vacillare; eppure, sentiva che era niente a confronto di quello che sarebbe potuto accadere da un momento all'altro, un presentimento che non l'abbandonava ormai da tempo.

Mentre masticava, fissava le lancette del grande orologio in ferro battuto della cucina; quella dei minuti andava troppo veloce e aveva già superato di diciotto rintocchi l'appuntamento con Zac.

Normalmente, sarebbe dovuto arrivare al primo morso di fetta biscottata, per poi finirla lui stesso, ma, cosa molto inconsueta, era in ritardo. Stranamente in ritardo perché, da quando lo conosceva, la puntualità era stata sempre uno dei suoi pregi migliori, l'unico punto in comune con il suo vivere in modo rigoroso.

Era una domenica come tutte le altre, perlomeno così aveva pensato appena sveglia, fino a quando non squillò il telefono e notò che le lancette dell'orologio avevano percorso un altro giro completo, per ben settantatré volte. Per ben settantatré volte gli occhi avevano seguito quel movimento circolare, mentre il suo corpo era rimasto inerme a osservarlo, come paralizzato, inconsciamente trattenuto dal presentimento di quello che stava per accadere.

«Maddison... aiutami!» udì dall'altra parte della cornetta.

Due piccole parole: il suo nome pronunciato con disperazione e una richiesta che mai avrebbe creduto di sentir uscire, in maniera così avvilita, dalla bocca di Zac, il suo migliore amico.

Due piccole parole che segnarono la caduta di una parte del suo mondo: l'unica parte che aveva costruito solo per sé, fatta di certezze e concretezza.

SPAZIO AUTORE

È la prima volta che pubblico qui su wattpad una storia che deve ancora nascere. Ho, più o meno, in mente i fatti in linea di massima per una trilogia (un altro esperimento per me). Sono quindi aperta a ogni vostro consiglio e spero di non deludervi in questa nuova esperienza.

MIGLIORI AMICI - Il Viaggio Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora