Una nuova minaccia

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"Gentili cittadini di Mystic Falls, il sindaco Richard Lockwood richiede la vostra presenza, per domani pomeriggio, al grande parco di "Yellowstone" della città, per dare vita alle famose gare annuali tra famiglie fondatrici. Tanto divertimento e sensazionali giochi di squadra vi attendono. Godetevi a pieno questa meravigliosa giornata. Vi aspettiamo in tanti!"

Fu questo ciò che c'era scritto in un foglietto all'interno di una pulita e candida busta bianca, che era stata recapitata da poco sotto il portone della casa di Stefan e Damon.
Riposizionai il biglietto all'interno di essa.

"Come sta lui?" Chiesi alla mia migliore amica Caroline dopo aver chiuso lentamente la porta d'ingresso della villa Salvatore.

"Continua a peggiorare Elena, dobbiamo fare qualcosa." Rispose lei in tono preoccupato.
Damon si trovava in posizione dormiente sul divano di fronte alla mia amica biondina.
Il morso che gli era stato generato da un licantropo non guariva, anzi tendeva ad estendersi sempre di più e le sue condizioni peggioravano, man mano che le ore, i minuti, i secondi passavano.
Egli si trovava ormai in un bagno di sudore. Quello stesso morso che aveva sul collo, non lo fece dormire per tutta la notte, esponendolo a delle forti allucinazioni.
Non sapevamo come curarlo, tutti noi avevamo paura che non ci fosse un modo... di questo passo sarebbe morto.
Non potevo pensarci, non potevo pensare alla mia vita senza di lui, qualsiasi cosa esso sia stato o era ancora per me, dovevo evitare di rifletterci, ma come potevo fare? Lui era ormai al centro dei miei pensieri.
Quella sera, dopo la festa di compleanno, che purtroppo si rivelò un fiasco per via della turbolenta situazione, chiamai Stefan, che avvertì Care, che avvertì Bonnie; un passaparola insomma.
Vennero a darmi una mano, aiutando Damon, che riusciva a malapena a muoversi.
Chiamammo anche lo zio Zach, che staccò da lavoro e si precipitò immediatamente a casa, in tensione per il ragazzo, nonostante loro due non avessero mai avuto un bel rapporto.
Dalle sue estreme e brutte condizioni, il mio migliore amico decise di mettersi alla ricerca di una cura per suo fratello. Non passò un giorno che Stef smise di cercare risposte e soluzioni al problema.
Mentre io osservavo, con i miei dolci e castani occhi Damon, sentii aprire nuovamente la porta di casa ed improvvisamente vidi entrare Stefan con tutta velocità e con un grosso e impolverato libro tra le mani. Dalle pagine spiegazzate e gialle e dalla copertina di un colore marrone consumato, non si poteva non capire che era vecchio da decenni, probabilmente.

"Ho trovato qualcosa." Disse il ragazzo posando su di un tavolo il grimorio.
Mi alzai e mi avvicinai a lui, chiedendogli:

"Dove sei andato a cercare?"

"Sono andato nella biblioteca della città e tra gli antichi referti storici ho trovato questo libro, parla dei licantropi, del fatto che ormai dovrebbero essere estinti anche se non è così e dice anche che c'è una cura per il morso di un lupo." Disse egli sicuro di sé.

"Che aspetti allora? Fa vedere!"

Iniziammo a scorrere le pagine, una dopo l'altra, in modo sempre più veloce, finche Stef affermò:

"Ferma, ferma! È questo!"

Ci fermammo su una vecchia pagina sulla quale erano disegnati dei simboli strani. La scrittura aveva uno stampo molto antico, inoltre era scritta in corsivo ma era leggibile.
Iniziai a leggere facendo mente locale e partendo da metà facciata.

"Il morso di un licantropo può uccidere un vampiro nel giro di pochi giorni.
Esiste però, un solo modo per guarire la ferita..."

Mentre leggevo con la bocca, i miei occhi si spostavano ancor di più velocemente verso la fine della frase. Rimasi di stucco appena lessi ciò che c'era scritto.

"Elena, che aspetti dillo!" Esclamò Caroline.

"Serve il sangue di un lupo mannaro ragazzi... serve il suo sangue..."

"Stai scherzando spero!" La mia amica biondina si avvicinò al tavolino prendendo il libro e girandolo verso di se.
Capì che ebbi ragione, che avevo letto bene. Mi guardò e chiese dubbiosa ed ansiosa:

"E ora cosa facciamo? Dove lo troviamo un lupo mannaro?"

Aveva ragione e persino io non lo sapevo... come facevamo a ritrovare quella bestia?
L' unico modo per guarire Damon ci stava sfuggendo di mano. Dovevamo agire in fretta, altrimenti sarebbe arrivata la fine per lui.

"Qui c'è scritto che i licantropi si trasformano solo al momento della luna piena, quindi il loro aspetto umano persiste fino al plenilunio. Di conseguenza il lupo che ha morso Damon potrebbe essere da queste parti, resta solo da capire chi è." Affermò poi Stefan, leggendo il libro gigantesco.

"Come facciamo a scoprirlo? Ci sono troppe persone qui a Mystic Falls, sarà un' impresa impossibile." Dissi poi io.

"Tutto è possibile Elena...mentre ero in biblioteca ho letto che i vampiri possono sentire l'odore di un lupo mannaro e viceversa, quindi tu potresti riconoscerlo dall'odore..." dopo aver detto quella frase i suoi occhi si lanciarono verso il bigliettino che il sindaco Richard aveva inviato per posta.

"Cos'è questo?" Chiese poi dubbioso, prendendolo in mano e aprendolo.
Lesse ciò che c'era scritto all'interno della lettera ed infine rispose ancora più sicuro di sé:

"Bene bene, una festicciola tra famiglie fondatrici a Yellowstone. È perfetto... domani noi tre andremo qui e tu riuscirai a capire con il tuo fiuto sviluppato chi potrebbe essere il caro lupetto che ha fatto del male a mio fratello."

"Dici sul serio?!" Chiesi io in tono pauroso.

"Su avanti, io e Caroline ti staremo dietro e ti aiuteremo. Ti proteggeremo."

"Voi due umani vorreste proteggere un vampiro? Poi non è neanche detto che ci sarà."

"Elena ha ragione Stef..." Affermò Care appoggiandomi.

"Su Elena, andrà tutto bene, dobbiamo pur metterci alla ricerca di questa bestiola. Fallo per Damon..."  Fece ribollire dalla sua bocca quella frase, accompagnato da due occhioni dolci. *Fallo per Damon.* Pensai.

"Ci stai?" Aggiunse infine. Ci riflettei per un momento, osservando persino il vampiro ridotto male sul divano.
In effetti, dovevo farlo per lui, perché in fin dei conti c'era ancora qualcosa fra noi due e non potevo lasciarlo in quello stato. Non lo avrei mai fatto.

"E va bene! Ci sto!"  Esclamai infine.

Dovevo mettercela tutta. Dovevo trovare una soluzione e curarlo definitivamente. Sentivo di doverlo fare per lui, ma anche per me.

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