2.

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Peter era sfinito, erano due giorni che era legato stretto alla stessa identica sedia, cercava di muoversi, di trovare con lo sguardo il proprio zaino, ma il minimo movimento lo straziava di dolore, per lr corde.
Aveva i polsi rossi, come le caviglie ed il petto, si sentiva acciaccato, scomodo, ed era riuscito a dormire solo per poche ore, quella posizione non era delle migliori per un sonno indisturbato, aveva i brividi.
Quell'uomo lo teneva sott'occhio, ogni ora, e le uniche volte che andava via non restava fuori dall'abitazione per piú di mezz'ora.
Ma la cosa piú strana era che non si toglieva mai il costume, nemmeno la maschera, mai, non aveva mai lasciato intravedere nemmeno un piccolo lembo di pelle.

Wade si avvicinò al ragazzo, lo scrutava, sembrava veramente distrutto.
Forse...
No.
Assolutamente no.
Non poteva liberarlo, era un ragazzino sveglio, avrebbe di certo approfittato per scappare.
Decise di allentare la presa delle corde, si chinó e mano a mano il bimbetto si sentiva meglio, piú libero, e quasi senza dolore.
«Gr-grazie...» Sussurrò.
«Hai fame?» Il suo tono freddo era quasi inquietante.
«No... No...» Mio dio... Aveva un tono distrutto, aveva bisogno di dormire...
Wade, in fondo, -Molto in fondo, molto ma molto in fondo.- non era poi così crudele.
«Vedo che hai bisogno di di dormire, bimbo.»
Peter annuí, debolmente, era troppo stanco anche solo per il minimo movimento, o la piú piccola parola.
«Bene, allora, io ti slego, ti corico nel mio letto e ti lascio dormire. ma ad una condizione. Prova a scappare ed io ti ficco una pallottola in testa, senza pensarci due volte.»
Prese il mento del ragazzo, fissandolo negli occhi castano chiaro, spenti.
«Sì... Ti prego... Perfavore...» Riuscì a bisbigliare il piccoletto, con un filo di voce.
A quel punto Wade lo slegò dalla sedia, lasciandolo cedere a terra.
«Cazzo ragazzino, sei messo proprio male.»
Lo sollevò, a mo' di sposa, fra le sue braccia forti.
Il Piccolo Peter si accucciò al suo corpo, tremolando e rilassandosi al contatto con quel calore confortante.
Si ritrovó poi fra le calde coperte di un letto matrimoniale, accucciato.
Wade non si fidava.
Per nulla.
Con un paio di manette agganció il polso del piccolo al letto, per poi mettere la chiave fra le proprie mutande.
«Se hai bisogno sono di lá.» E se ne andò chiudendo la porta, lasciando solo il ragazzo.

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Aim viva

Storia Stony sta arrivandimo graziepregociao

Kidnapping||Spideypool Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora