Un semplice regalo

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Clarke continuò a camminare tra la fitta vegetazione, girando in tondo per non allontanarsi troppo dal villaggio

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Clarke continuò a camminare tra la fitta vegetazione, girando in tondo per non allontanarsi troppo dal villaggio.

Quel bacio aveva rotto qualcosa contro di lei, l'aveva distrutta.

Sentiva quella maschera di ghiaccio che si era costruita incrinarsi e frammentarsi.

No, non voleva sposare Ingre, ma teneva troppo ai suoi amici, a quelle persone che in un certo senso erano diventati la sua famiglia, la sua ancora.

Chiuse gli occhi.

Nella sua testa passò in rassegna i volti di ognuno di loro.

Quando quello di Bellamy si impadronì della sua mente, strinse ancora di più le palpebre per cacciare indietro le lacrime.

Aveva sentito qualcosa in quel bacio, non era semplice tensione sessuale.

Aveva percepito un sentimento nobile... Era amore o provava semplicemente compassione per lei?

Eppure quelle labbra sulle sue l'avevano ridestata dal suo stato di automa stacanovista.

Nessuno poteva innamorarsi di lei, perché sarebbe morto.

Sentì un rumore basso e roco.

Il suo stomaco stava reclamando del cibo.

Tornò al villaggio trascinando quasi i piedi.

Si era interrogata su cosa avesse spinto Bellamy ad agire in quel modo, ma non si era soffermata sul perché lei stessa avesse risposto a quelle attenzioni con tanta disperazione.

Iniziava a fare fresco, ormai era buio ed erano state accese le torce.

Si strinse nella lunga giacca, sopprimendo brividi di freddo e stanchezza, camminando a testa bassa verso la casupola di Ingre.

Non aveva intenzione né di rivedere i suoi amici quella sera, né di rimanere a stomaco vuoto.

L'uomo dagli occhi puri come il ghiaccio ed immensi come il cielo non si aspettava di rivederla a cena, ma mascherò ogni singola perplessità dietro un grande sorriso, incorniciato dalla rossa barba

.

‹‹Clarke, non rimanere lì sulla soglia, siediti qui con me››.

La sua voce gioiosa e soprattutto inconsapevole della lotta all'interno della sua testa, le scaldò quasi il cuore.

Ingre la osservò per tutto il pasto, assicurandosi che mangiasse a sazietà, che bevesse e si rilassasse.

Le donne del villaggio avevano cotto del pane con dell'uva passa e il volto di Clarke si illuminò appena fu servito a tavola. Era perfetto, dolce e morbido, le sembravano esser passato secoli da quando aveva avuto la possibilità di mangiare un qualcosa di simile.

Eppure al Mount Weather veniva servito ogni giorno insieme a muffin, torte e cupcake.

Posò immediatamente il pane e cercò di soffocare un conato di vomito.

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