IL TERZO INCOMODO

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Erano passati ormai molti giorni dall' loro incontro, Oramai erano ufficialmente compagni, sia in guerra che in amore.
Sembrava impossibile che una storia così tormentata stesse funzionando...
Ma poi arrivò il giorno in cui Diletnis dovette fare i conti con una vecchia piaga -Dlietnis-"Loro... erano in 4 e fin da quando non ero che una matricola mi tormentavano,Ma qualcosa cambiò ; Da che erano semplici bastrdi divennero dei veri e propri criminali, ma io non ero abbastanza forte per oppormi a loro, più volte successe che mi..." -AleS-" giurai sul nostro primo bacio che li avrei uccisi uno ad uno, senza pietà, ed avrei vendicato la mia metà tormentata; Ma non fummo noi a cercarli-"- -  furono loro a trovarli. Fu una notte, mentre Diletnis ed Ales erano accampati, furono attaccati dai 4 uomini senza un apparente motivo AleS-"Non vedevo l ora che ciò avvenisse, il mio più grande desiderio era levare la mia spada dalle loro carni sanguinanti ed agonizzate ma... loro non erano come credevo, erano forti, molto più forti di me e dile"- - erano molto abili nell' arte della spada, Diletnis ed Ales furono accerchiati, si trovarono spalla a spalla contro il doppio dei loro nemici, con probabilmente la metà dell esperienza.
Diletnis sguainò la spada, era una lama curva, leggermente iniettata di veleno che probabilmente era contenuto nel fodero; invece Ales sguainò la sua spada personale , una lama raffinata di colore scuro, la cui elsa era un drago che rigettava dalla bocca una lama nera con diverse incisioni runiche. Tentarono in vano di combattere, erano troppo deboli in confronto; i 4 li sopraffassero, quando si trovarono entrambi riversi a terra si strinsero le mani, Diletnis piangeva, Ales si era disonorato fallendo nel suo intento. Poi successe qualcosa... Il loro legame, apparentemente senza una spiegazione, si completò, si rialzarono di scatto e, mano nella mano, combatterono. si tiravano anche fendenti a vicenda ma l altro sapeva come scansarsi e far finire quei colpi su uno degli avversari, alla fine credevano di aver vinto, ma ne mancava uno che, da dietro un albero con una balestra, puntava diretto al cuore di Diletnis. Fu un misterioso figuro ad abbattere l arciere, -Ales-"un misterioso figuro? Sappiamo bene chi era"- - Ales e Diletnis lo videro, aveva capelli scuri ed un occhio coperto da una ciocca dei suddetti, l unico occhio in vista era di colore azzurro più tendente al blu. Egli parlò "piacere, mi chiamo Lucas". Loro rimasero fermi a guardarlo per qualche istante, forse per capire se era un amico o un nemico "beh, a voi le presentazioni" "il mio nome è Ales" "io sono Diletnis,dile  per gli ami... cosa ci facevi qui?" " ero in viaggio per andare ad un incontro importante; siete stati davvero fantastici in battaglia, il legame parabatai è una cosa più unica che rara" "di cosa stai parlando?" Si sedettero intorno ad un falò ed egli raccontò loro quella magnifica storia " il legame parabatai è frutto di una lealtà totale verso l altro, due parabatai sono uniti fin nelle anime; ognuno può sentire i pensieri ed i desideri dell' altro, possono prevedere l uno le mosse dell' altro, in modo da poter combattere in armonia totale; un tempo erano una classe di cavalieri leggendari" "sapevamo già di avere un legame così stretto, ma mai avrei voluto che dovesse essere sfruttato in mero modo in battaglia" "aspetta ma... tu come sai tutte queste cose?" "Sono un lettore ed uno scrittore oltre che un Cavaliere" "sei un..." "...topo di biblioteca" "dile! Come facevi a sapere quello che stavo per dire?" "Ve l ho detto, ognuno può sentire i pensieri dell' altro" Diletnis rise "hai qualcos'altro da dirci su questi fantomatici parabatai quali noi dovremmo essere?" " i parabatai sono la coppia di combattenti migliore, nessuno al mondo è ingrado di sopraffarla, l unico modo sarebbe che fossero due coppie a scontrarsi ma... uno scontro del genere entrerebbe nella storia. I parabatai hanno cuore ed anima itersecati tra loro, se uno desidera una cosa, anche l altro sentirà lo stesso desiderio" Diletnis arrossì quando senti pronunciare quelle parole, Ales tentò di nasconderlo "di che desideri parli?" " tutti, se in questo momento tu avessi voglia di mangiare un intero vitello, anche lei lo vorrebbe, se tu in questo momento volessi uccidermi... lei avrebbe già la mano sull' impugnatura della spada". "Wow, i parabatai Sono davvero così legati come dici? Ma se è così, come mai sono stati distrutti?" Lucas rabbrividì "perchè c è una sola cosa più leggendaria tra uno scontro tra coppie di parabatai, uno scontro tra due parabatai della stessa coppia. Si dice che i parabatai più stretti riescano a sentire il dolore del loro compagno qualcora questo venisse ferito; in uno scontro tra parabatai nessuno dei due può vincere, nel momento in cui l uno può prevedere le mosse dell' altro, se entrambi possono sentire i pensieri dell' avversario, ma soprattutto se entrambi potessero sentire il dolore del compagno..." Lucas singhiozzò in quel momento, quasi a tentare di soffocare un pianto " se mai due parabatai si scontrassero, morirebbero entrambi, perché i parabatai, i parabatai sono una sola anima" Lucas chinò il capo.
Diletnis si accorse di un foglietto cadutogli dalla tasca, - Ales- "quando lo vide, lo sentii anch io, pensai che era meglio non toccarlo" -Diletnis- "sentii il suo pensiero ma decisi di ignorarlo, mi avvicinai silenziosamente per prendere il foglietto, lo aprii e ne lessi il contenuto a voce bassa "mancano tre lune,solo tre lune e ci riverdemo" " Non riuscii a continuare poiché il foglietto mi fu strappato di mano da un coltello che andò a conficcarsi in un albero li vicino, bloccandoci la lettera come fosse un manifesto attaccato con una freccia contro un muro" - - con tono freddo Lucas parlò " perchè lo hai letto a voce alta? Non mi importa che voi lo sappiate, se non mi fossi fidato di voi non vi avrei salvato la vita; ma perché hai dovuto leggerlo in modo che io potessi sentirlo?" "Chi ha scritto quella lettera?" Lucas attese un istante in silenzio, si passò una mano sul viso e disse " un amica... nulla... nulla di importante". Dieltnis sapeva che stava mentendo, ma, nonostante fosse molto brava nella persuasione e nell' inganno, sapeva che non sarebbero serviti per saperne di più "quando vorrai davvero essere aiutato, non avrai che da chiedere Lucas" "andiamo a dormire, il fuoco è quasi estinto" "andate pure, io resterò qui fuori".
-Diletnis- "c era qualcosa in lui, qualcosa che ce lo faceva compatire, un sentimento insicuro, spacciato per dolore, che ci impedì di capire il vero problema del ragazzo che mi aveva salvata, e che con tanto odio mi strappò la lettera contenente una freccia di Cupido, ma brutalmente affilata"
-Ales- "forse solo io potevo compatirlo, dopotutto, entrambi avevamo sofferto per quello che, gli si leggeva in faccia essere amore. Quello stesso sentimento che mi diede la forza di sopravvivere alla guerra... Era era la spada che pian piano stava affondando nel ultimo frammento di cuore che gli rimaneva

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