Qualche anno prima...
Kim.
Uscii dalla sua stanza e mi rifugiai nella mia.
Ero talmente presa dai miei pensieri che non mi resi neanche conto di essere pronta. Avevo messo un paio di pantaloni gessati una camicetta e una giacca. Poi optai per un paio di ballerine e lasciai i capelli sciolti. Uscii dalla mia stanza.
<<Ei Kim, scusa per prima, ma ho scoperto una cosa...>>
Mi imbattei in Philipp, che mi fece indietreggiare e rientrare nella mia stanza.
<<Ei Phill stavo per dirgli tutto quando..>> non riuscii neanche a finire la frase.
Mi mise un foglio davanti agli occhi.
<<Cos'è?>> chiesi.
<<Diciamo che è un accordo prematrimoniale. Tra te e Brian.>> il suo sguardo si fece più duro.
Io spalancai gli occhi.
<<Ei Kim vuoi leggere o no?>> mi chiese nuovamente Philipp sventolandomi il foglio davanti agli occhi.
Mi accorsi di essermi nuovamente addormentata con gli occhi aperti.
<<Non ce la faccio, dimmi tu.>>
Lui chiuse gli occhi ispirò.
<<Bhè è un accordo in cui tu una volta sposati ti sottoporresti bhè alla rimozione...>>
<<BASTA.>> gli urlai.
<<Dice che è per la tua sicurezza, per la tua vita. >> aggiunse repentinamente Phill.
Io lo fulminai con lo sguardo.
Questo significava una sola cosa, dovevo rinunciare a Brian. Avrei allontanato tutta la mia famiglia.
Avrei avuto il mio bambino, ad ogni costo.
Non ne avrebbero saputo niente.
Avrei dovuto lasciare Brian e assicurarmi che sarebbe rimasto il più possibile lontano da me.
Uscimmo dalla stanza. Non dissi altro. Mi impegnai a rientrare nel mio personaggio.
<<Eccovi finalmente, aspettavamo solo voi.>>
Derryll teneva sottobraccio mia sorella, Gail invece in tutto il suo splendore era in piedi con le braccia conserte. Brian era appoggiato al muro. Era elegante come il solito. Il ciuffo ribelle che gli cadeva sulla fronte lo rendeva irresistibilmente sexy.
Appena mi vide si illuminò.
Prendemmo il Range Rover che avevamo usato per arrivare negli Hampthon, Brian guidò fino al Golf Club.
Ci avevano riservato un tavolo. Con mia sorpresa ad attenderci c'era William.
Automaticamente, appena lo vidi mi voltai in direzione di Gail, che non riuscì a nascondere un lampo di gioia. Io ne approfittai e le diedi un colpetto.
<<Bene il figliol prodigo è tornato sui suoi passi?>> si intromise mio fratello.
Che quando ci si metteva riusciva ad essere alquanto irritante.
<<Derryll sta un po' zitto.>> intervenni.
<<Buonasera.>> salutò William.
Ci accomodammo tutti intorno al tavolo.
Brian si dimostrò il solito galante.
La cena sembrava deliziosa, anche se io non assaggiai molto. Avevo giocherellato con il cibo per quasi tutta la serata.
<<Ameliè, ho visto la tua nuova linea, meravigliosa.>> Philippe si illuminò nel parlare di moda.
Lei arrossì.
Non riuscivo ancora ad abituarmi al fatto che non si fosse presentata con il suo nome di battesimo.
La mia mente mi stava riportando a quel primissimo incontro con Brian, ma decisi di non pensarci.
<<Ti ringrazio, sta andando piuttosto bene. Se continua così forse per il prossimo anno riusciamo a partecipare alla settimana della moda a Milano, in Italia.>> aggiunse mia sorella.
<<Brian non avevate una casa voi in Italia?>> si intromise William.
<<Si nei pressi del Lago di Como. Ci siamo andati qualche estate fa'>> rispose pacato Brian prima di finire il suo bicchiere di porto.
<<Rinfrescatemi la memoria, non era la vacanza da cui vi siete riportati quelle bellissime ragazze spagnole. Aspetta com'è che si chiamavano, Rossella e..>> rimbombò la voce di Darryl.
Al che tutti guardammo Brian e William in attesa di una risposta.
<<Wanda, e che gambe ne sa qualcosa Brian!>> aggiunse una voce familiare alle nostre spalle.
Vincent Banks.
<<Vedo che stasera ci siamo proprio tutti.>> osservò Phill.
Gli occhi di William diventarono ancora più scuri. Aveva le mani serrate a pugno e le nocche diventarono sempre più bianche.
Brian non sembrava turbato dalla sua presenza.
<<Vince.>> lo salutò Brian alzando il calice.
Io dopo aver superato la storia di Wanda tutta gambe, cercai lo sguardo di Gail che non sembrava turbata.
<<Bene, signori vi auguro una buona serata.>> salutò Vince prima di andare via.
<<Vincent se vuoi puoi unirti a noi.>> propose Gail.
Tutti ci voltammo nella sua direzione.
<<Si dopotutto è Natale ed è tempo di mettersi tutto alle spalle.>> aggiunse facendo spallucce.
Poi sorrise in direzione di William.
Così si aggiunse anche Vincent.
I ragazzi stavano ricordando i vecchi tempi in cui erano ancora una comitiva unita. Le loro avventure. Nella maggior parte delle quali c'entrava qualche ragazza. Dal poco che avevo capito, Brian era quello che si dava da fare di più. Gli altri le avvicinavano, ma alla fine finivano sempre o con lui o con Vince. William a quei tempi era ancora uno sfigatello. I miei pensieri però si concentravano su altro. Quindi più che ascoltarli captavo solo alcune parole. Una parte di me era consapevole che queste sarebbero state le ultime serate insieme.
Sentii lo stomaco contorcersi. Guardai allarmata Philipp che con un cenno della testa mi indicò il bagno. Mi scusai con tutti e andai alla toilette. Mi precipitai in bagno. La nausea era tornata.
Entrai, nel bagno per cadere con le ginocchia a terra davanti alla tazza. Feci in tempo a tenermi i capelli con una mano. L'altra mano la posizionai sul ventre.
<<Tutto bene? Ti senti bene?>>
Sentii una presenza vicino a me. Non serviva voltarmi per capire chi fosse. Era Vincent. Mi salirono le lacrime agli occhi.
<<Kimberly?>> mi chiamò nuovamente.
Mi voltai.
<<Ti prego non dirlo a nessuno.>> sussurrai tra le lacrime.
Poi tornarono i conati, e Vince che era al mio fianco mi aiutò.
<<Dovresti farti vedere da un dottore, perché nel caso sia un'intossicazione conoscendo Brian farebbe chiudere il club.>> disse ironicamente.
<<Non serve, non è un'intossicazione.>> dissi d'impulso.
<<Se non è un'intossicazione, cos'è? Perché a parte non so le nausee da gravidanza non mi viene in mente niente?>> ironizzò nuovamente.
La mia espressone però era talmente seria, che vidi il suo volto incupirsi.
<<Cazzo Kim.>> furono le uniche due parole che uscirono dalla sua bocca.
<<Vince non deve saperlo nessuno.>> dissi
Lui deglutì.
<<La storia si ripete.>> disse lui quasi in modo impercettibile.
<<Lana.>> me ne uscii io.
Lui sbiancò nuovamente.
<<Brian ti ha raccontato di Lana?>> disse incredulo.
<<No. L'ho scoperto da sola. Ho parlato con lei, so tutto.>> confessai abbassando lo sguardo.
Il mio mondo stava pian piano crollando e non avevo le forze per spostarmi.
<<Allora sai che c'è un'unica soluzione, se vuoi continuare a stare con Brian. A meno che nel frattempo lui non sia cambiato.>> continuò.
<<Non è cambiato, nulla. Ma io non rinuncerò solo perché Brian non è abbastanza forte.>>
Vincent, si sedette sul pavimento accanto a me.
<<Capisco. Però sai magari non sarete mai una famiglia ma credo che ti darebbe sicuramente aiuti economici.>>.
Io gli misi una mano sulla gamba.
<<Sono malata, sia Brian che la mia famiglia non vuole che affronti una gravidanza perché potrei non sopravvivere.>>
Le lacrime iniziarono ad uscire a fiumi.
Vincent iniziò a mettersi le mani tra i capelli.
<<Cazzo Kim che situazione di merda. Come farai?conoscendo Brian non rinuncerà facilmente a te.>>
Avevo la vista annebbiata dalle lacrime. Mi portai una mano al ventre.
<<Devo lasciarlo, e devo fare in modo che mi odi a tal punto ch non mi voglia più vedere.>>
Quella confessione mi distrusse sentii il cuore spezzarsi. Tornò la tachicardia. Separarmi da Brian mi avrebbe distrutta. Ma avrei avuto una parte di lui al mio fianco.
<<Kim, qualsiasi cosa puoi contare su di me. So che non ti vado tanto a genio, ma ci sarò. Non ti abbandono.>>
Mi aiutò ad alzare. Lo ringraziai. Rimasi in bagno per sistemarmi il trucco non potevo farmi vedere così.
Tornai al tavolo. Avevo un colorito quasi accettabile. Mi sedetti al tavolo sotto lo sguardo di Brian. Appena mi sedetti mi mise un braccio intorno alle spalle.
<<Tutto bene?>> mi sussurrò all'orecchio.
Io annuii. Poi mi accorsi che sia Vincent che Philipp mi fissavano preoccupati.
Poco dopo passò il somelier, versò lo champagne.
<<Un brindisi alle amicizie ritrovate, ai cambiamenti e alla nuova vita che ci aspettana!>> urlò William.
Che doveva aver bevuto già qualche bicchierino.
La parte finale di quel brindisi sembrava fatta apposta per me. Alzai il calice con tutti, e brindammo.
<<Kim non credo che sia il caso di bere, sai dopo la tua intossicazione.>> disse dolcemente Philippe.
Fortunatamente tutti convennero con lui.
Brian bevve anche il mio champagne. Io mimai una grazie a Philippe. Che mi fece l'occhiolino. In quel momento notai che Vincente fissava sia me che Phillipp, per poi guardarmi con aria inquisitoria. Io annuii. Si stava sicuramente chiedendo se anche Philipp sapesse qualcosa.
<<Ragazzi ora movida!>> sbraitò mia sorella che nel alzarsi dalla sedia diede un'ancata a Vincent.
Scoppiammo tutti a ridere. A quanto pare avevano alzato tutti il gomito.Passammo dal ristorante alla discoteca del club.
Nelle casse rimbombava Dangerous di David Guetta.
Sembrava essere un avvertimento. Brian mi cinse la vita e mi portò al centro della pista.
Io nonostante non stesse nelle migliori condizioni, iniziai a ballare. La danza che avevamo iniziato, era davvero hot. Ci strusciavamo ed eravamo incredibilmente a tempo l'uno con l'altra.
<<Era da quella sera al White che desidero questo momento.>> disse cercando di sovrastare la musica.
Faceva caldo, e la calca della pista contribuii a farmi sudare. Poi lui mi travolse in un bacio bollente. Avevo le sue mani sotto la camicetta. Salivano e scendevano ritmicamente.
Dopo un po' quella danza seducente, mi aveva stremato, così lo presi per una mano e lo portai a tavolo. Quando mi girai in cerca del suo consenso, intravidi con la coda degli occhi Gail che si sfrenava con Will e.. Mia sorella con Vincent e mio fratello con una misteriosa mora. Mancava all'appello solo Philippe.
Brian si sedette sulla poltroncina, e mi prese sulle sue gambe. Continuammo a baciarci. Poi iniziava a fare davvero caldo.
<<Kim andiamo via di qui, voglio farti vedere una cosa.>> mi prese una mano.
Mi trascinò fuori, mentre uscivamo però vidi Philippe al bancone che chiacchierava con un tipo. Sorrisi, ero contenta sembravano divertirsi tutti. Poi ripensai tra me e me. Mia sorella e Vincent Banks.
<<Piccola, sei pensierosa? Tutto bene?>> mi chiese preoccupato.
Io gli sorrisi. Amavo quell'uomo. Volevo godermi quegli ultimi istanti con lui al massimo.
Mi baciò. Mi spinse sul muro. Adoravo sentire la sua forza su di me. In quel momento però non so mi preoccupai per quella piccola vita dentro di me. Avevo paure che lo soffocasse. Così lo spinsi lontano da me. Lui si allontanò immediatamente e mi guardò accigliato.
<<Kim, ti ho fatto male?>> chiese preoccupato tenedomi il volto tra le su mani.
<<Nono, è solo che per un attimo... mi è mancao il fiato.>> gli sorrisi.
Lui mi avvolse tra le sue braccia.
<<Lo so posso fare questo effetto.>> disse scombinandomi i capelli.
Iniziammo a camminare sotto le stelle. Lui mi scaldava tra le sue braccia. L'aria era davvero gelida.
<<Dove mi stai portando?>> chiesi curiosa.
Lui mi diede un colpetto al sedere.
<<Vedrai bambina!>>.
Era stranamente allegro.
Continuammo a camminare per un po'.
<<Cosa volevi dirmi, in camera?>> mi chiese calmo.
Io iniziai a sudare freddo. Calmati Kim. Inventa qualcosa.
<<Che, bhè. Ti amo.>> sussurrai.
Alla fine era vero. Non era quello che dovevo dirgli, ma volevo che sapesse che lo amo.
Lui rimase in silezio.
<<Ecco siamo arrivati.>> comunicò
Il suo tono di voce non lasciava trapelare nulla.
Davanti a noi c'era un lago e una panchina.
Il panorama era meraviglioso.
Le stelle sembravano ricoprire la superficie del lago. La bambina che era ancora in me avrebbe voluto correre sulla superficie di quel lago, sarebbe stato come correre su un cielo stellato. Era fantastico. Come osservare l'infinito.
Ci sedemmo sulla panchina e lui mi strinse tra le sue braccia.
<<Sai qui è dove mia madre ha voluto che spargessimo le sue ceneri.>> quelle parole mi fecero venire la pelle d'oca. Aveva gli occhi chiusi.
<<Qui diceva è dove ha detto a mio padre di amarlo.>>
Dove lo avevo fatto anche io. Stavo piangendo.
<<Prima mi hai sconvolto, senza saperlo hai fatto quello che mia madre ha fatto più di trent'anni fa qui. Devi sapere che da quel giorno che sei entrata in casa mia e ti sei presentata con Kimberly Montgomery, ho capito che lo saresti diventata realmente. So che è presto, che ci conosciamo solo da qualche mese, però senza di te io mi sento impazzire. Maxwell diceva "Le imperfezioni sono la nostra forza perché ci rendono umani". È vero. Tu con il tuo disordine, la tua goffaggine sei piombata nella mia vita perfetta e come un uragano me l'hai sconvolta. Mi hai reso umano, hai amato le mie imperfezioni. Mi hai reso migliore.>>
Le mie lacrime scorrevano senza freno. Lo guardai negli occhi, e vidi amore.
<<Voglio prendermi cura di te, condividere tutto con te. La tua vita, viene prima della mia, non permetterò mai che tu la metta a repentaglio. Questo significa che non avremo mai figli nostri, ma tra qualche anno potremo prenderne in affido quanti ne vorremo. Kim io ti amo, e voglio farlo per sempre. Voglio essere felice insieme a te.>>
<<Sposami>> sussurrò.
In quel preciso istante crollò tutto. Non potevo spezzare il suo cuore tantomeno il mio.
<<Si.>>.
Ci abbandonammo ad un lungo bacio.
<<Volevo chiedertelo a Natale ma non ho resistito.>> mi confessò teneramente.
Io lo baciai nuovamente. Per poi asciugarmi le lacrime.
Poi estrasse una scatoletta.
<<Era di mia madre.>>
Conteneva un'anello con un delicato rubino rosso a forma di cuore.
Lo estrasse dalla scatoletta, lo baciò e me lo infilò.
<<Presto sarai Mrs Montgomery a tutti gli effetti.>> lo baciai.
In cuor mio sapevo che non lo sarei mai stata.
Restammo per ore sotto le stelle, per poi rientrare a casa.
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Once upon a Story
ChickLitTerzo libro della serie Skyline. Il libro riprende la fine del primo volume. Qualcuno di voi si sará chiesto cosa avrá fatto Kim nel lungo periodo in Francia. Cosá sará successo? E soprattutto cosa ne è ora dei nostri protagonisti?