Un sentimento che nasce e uno che si spegne (parte 1)

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La brezza leggera soffiava tra i capelli di Naoji, provocandogli un leggero brivido sulla parte della nuca dove la sua lunga chioma corvina lasciava uno spiraglio.
Come ogni mattina si era svegliato presto ed aveva fatto la sua ora di meditazione, poi si era dedicato al suo hobby preferito: il tiro con l’arco.
Il sole era alto nel cielo e i suoi raggi illuminavano il volto rilassato del ragazzo, i petali dei ciliegi in fiore davano un tocco romantico al quadro che si era creato.

Il sole era alto nel cielo e i suoi raggi illuminavano il volto rilassato del ragazzo, i petali dei ciliegi in fiore davano un tocco romantico al quadro che si era creato

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Senza esitazioni Naoji tese l’arco, incoccò la freccia e tirò, colpendo perfettamente il centro del bersaglio.
Dopo tutta la tensione che aveva accumulato negli ultimi tempi: aver scoperto di provare dei sentimenti forti per Erika, il rifiuto da parte sua, lo scontro con Orphe… il tiro con l’arco sembrava l’unico modo per rilassare i nervi. In un così bel giorno di primavera era ancora più piacevole.

“Hey Naoji!” la voce squillante di Ed interruppe i pensieri di Naoji.
“Ed… buongiorno” disse Naoji voltandosi verso l’amico.
“Yaaam! Certo che sei proprio mattiniero tu! Ti svegli all’alba per meditare e poi vieni a fare tiro con l’arco… proprio non ti capisco!” esclamò Ed sbadigliando assonnato.
“Ahah… ma sapessi com’è rilassante…” disse Naoji sorridendo divertito.
“Beh, rilassante o no, dobbiamo andare in sala riunioni prima delle lezioni… quindi è meglio se ti prepari” disse Ed.
“D’accordo” sorrise Naoji e i due si diressero verso il dormitorio maschile.
 
Quando Naoji si fu preparato, lui e Ed si diressero dagli altri Strahl.
Andarono prima nella stanza di Ludwig e lo trovarono, come sempre, di cattivo umore; aspettarono che fosse pronto e poi proseguirono nella stanza di Camus che, come ogni mattina, stava curando i fiori che teneva sul davanzale. Non appena li vide si diresse verso di loro.
 
“Buongiorno Camus” lo salutò Naoji.
“ ‘Giorno” disse Ed.
“Buongiorno a voi ragazzi!” disse calorosamente Camus, poi si rivolse a Ludwig e sfoggiando il suo dolcissimo sorriso gli disse:” Buongiorno anche a te Lud”.
“… buongiorno.” rispose Ludwig senza aggiungere altro.
Camus sorrise e uscì dalla stanza.
Gli Strahl si diressero verso la stanza di Orphe, quando Eduard li fermò...
“Orphe è già uscito” disse improvvisamente.
“Ma come… e non ci ha aspettato?” chiese Naoji sorpreso.
“… aveva degli affari urgenti da sbrigare e quindi si è diretto in sala riunioni in anticipo” rispose Ed con nonchalance.
 
Così gli Strahl uscirono dal dormitorio maschile e attraversarono il cortile che portava all’accademia.

Poco prima di arrivare nel corridoio d’ingresso si imbatterono nelle loro assistenti: Minna, Marin e Augusta

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Poco prima di arrivare nel corridoio d’ingresso si imbatterono nelle loro assistenti: Minna, Marin e Augusta.
“Buongiorno Strahl!” salutò allegramente Marin.
“Buongiorno a voi ragazze” rispose Ed.
“State andando in sala riunioni?” chiese Augusta.
“Si, anche voi presumo” rispose Ed.
“Che bello allora ci andremo insieme!” gridò euforica Marin.
Nel frattempo Minna si era avvicinata a Ludwig…
“Ludwig, ti trovo in splendida forma anche oggi” disse con ammirazione.

Nel frattempo Minna si era avvicinata a Ludwig…“Ludwig, ti trovo in splendida forma anche oggi” disse con ammirazione

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“… si.” tagliò corto Ludwig.
“Noto che madamigella Erika non si trova con voi” disse Naoji.
“Conoscendola starà ancora dormendo… arriva sempre in ritardo” disse con freddezza Ludwig.
“Lud, non è carino da dire!” lo rimproverò Camus.
“Tsk!” disse Ludwig.
 
Naoji, ormai estraniato da quei discorsi, si sentiva triste… Erika l’aveva chiaramente rifiutato pochi mesi prima ed ora era la fidanzata di Orphe, uno dei suoi più cari amici, ma lui, immancabilmente, si ritrovava a pensare a lei, a cercarla con lo sguardo e non sapeva come sbarazzarsi di quei sentimenti…
Era così perso nei suoi pensieri, da non accorgersi che qualcuno lo stava osservando… e non se ne accorse nemmeno quando, insieme alle assistenti e agli altri Strahl, attraversò il corridoio che portava alla sala delle riunioni.
 
Arrivati davanti alla porta, Ed li fermò.
“Ragazzi, aspettate…”
Si voltarono tutti e lo guardarono.
“… dobbiamo nasconderci per un po’” disse con un sorriso Ed.
“Cosa?” disse Minna, interpretando i pensieri di tutti.
“Venite con me e non fate domande, presto!” e detto questo, Ed trascinò tutti in un cespuglio lì vicino, nel giardino circostante.
Attesero non sapendo bene cosa, ma capirono subito quando videro dall’altra parte del corridoio una ragazza che correva… era Erika, che non si accorse di loro e si precipitò in sala riunioni.

“Era questo il tuo piano? Mostrarci che quella sciocca di Erika era di nuovo in ritardo?” chiese Ludwig dopo che la fanciulla fu entrata… “Possiamo entrare ora?”.
“Credo sia meglio aspettare qualche minuto, infondo non ci costa nulla” disse Augusta, capendo cosa stava tentando di fare Ed.
“Bah, è solo tempo sprecato…” rispose Ludwig, ma aspettò pazientemente insieme agli altri.
 
Augusta non era la sola ad aver capito il motivo per cui Ed aveva detto loro di nascondersi, c’era anche Naoji. Aveva capito immediatamente, dopo aver visto la fanciulla dei suoi sogni correre verso la porta, ma non poté far nulla, se non rimanere nascosto insieme agli altri. Si sentiva ancor più angosciato ora; non capiva come un singolo sentimento, che un tempo era piacevole, potesse suscitare così tante emozioni dolorose.
Improvvisamente, Marin si alzò ed esclamò:” E’ tanto che Erika-chan è lì dentro, mi domando cosa stia facendo!” e detto questo si diresse verso la porta.
“Marin aspetta!” gridò sottovoce Ed e tentò di fermarla, ma era troppo tardi: Marin era entrata in sala riunioni e aveva trovato Erika e Orphe chiusi in un tenero abbraccio.
L’entrata di Marin era stata seguita da quella di tutti gli altri; Naoji chiudeva la fila.
Si sentiva a disagio in quella situazione ed in mezzo a quei discorsi e non sapeva bene come uscirne; perciò nel mentre in cui Ludwig stava rimproverando Erika, per il suo evidente ritardo, riuscì a placare le acque e a far cominciare la riunione.
 
A riunione finita, il ragazzo si diresse subito in biblioteca. Non voleva aspettare e rimanere ulteriormente ferito dalle effusioni che i giovani innamorati avrebbero potuto scambiarsi in sua presenza.
Era stanco… stanco di vederli continuamente insieme… stanco di sentire i loro discorsi amorosi… stanco di loro… e mentre teneva aperto un libro nella sua lingua nativa, travolto da quella miriade di pensieri, poggiò la testa sulla pagina e si addormentò.
 
Erano finite da poco le lezioni quando Naoji si svegliò di soprassalto. Si sentiva inquieto. Aveva fatto uno strano sogno, che in qualche modo gli sembrava reale. Nel sogno, lui teneva poggiata la testa contro il tronco di una quercia e stava assaporando l’aria primaverile, quando all’ improvviso, una figura indistinta gli si era avvicinata e lo aveva baciato sulle labbra.
In quel momento lui si era svegliato, ma ricordava esattamente il calore ed il gusto di quel bacio. Sembrava come se non si fosse trattato solo di un sogno; come se fosse successo realmente… e la prova che era realmente accaduto gli arrivò poco dopo, quando, sfiorando con le dita le labbra, le trovò sporche di rossetto. Si inumidì piano la bocca con la lingua e sentì un gusto dolce e nostalgico, lo stesso del sogno… era ciliegia.
 
Chi sarà la misteriosa persona che ha baciato Naoji? Riuscirà a far cadere i forti sentimenti che il ragazzo nutre per Erika ed a farlo innamorare di lei? Lo scoprirete nel prossimo episodio!!!

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