16.

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Finalmente era arrivata la primavera, a portare via l'inverno che lo tormentava. E con lei era arrivata la finale di Quiddich.

Probabilmente quella era la partita più attesa che fosse mai stata giocata, per infiniti motivi. Era l'ultima del loro anno, l'ultima che facevano come studenti di Hogwarts. Harry si era sorpreso a guardare con una certa nostalgia la divisa rossa e oro, rimpiangendo le avventure vissute tra le mura della scuola.

Poi, perché le sorti di quella partita potevano ribaltare completamente la classifica. Corvonero era effettivamente in testa, con 395 punti. Secondo Grifondoro, con 306 punti, e terzo Serpeverde, che ne aveva 298. Ultimo, Tassorosso, che aveva 235 punti.

Ma la partita era Serpeverde-Grifondoro. Quello era il vero motivo dell'attesa. Lo scontro tra i cercatori.

Non solo i ragazzi dell'ultimo anno, ma tutta la scuola si era accorta di quello che stava succedendo tra Harry e Draco, qualunque cosa fosse. E quello... Lo vedevano quasi come l'ultima vera battaglia di Harry. Affrontare Malfoy.

Harry, dal canto suo, era nervoso e irritabile. Aspettava la partita, si allenava tutti i giorni. Fisicamente non era mai stato più pronto, così come i suoi compagni.

Voleva vincere. Voleva dimostrare a Malfoy che forse era vero, non avevano bisogno l'uno dell'altro. Avrebbe vinto.

La tensione sfociò in disastri, com'era prevedibile: un gruppo di Serpeverde del sesto anno fece saltare in aria la pozione di Hermione, che li ricompensò con una fattura abbastanza complicata da tenerli impegnati per una settimana. Poi era scoppiata una rissa in corridoio, fermata faticosamente dal professor Vitius. E poi c'era stato quel gruppo di Grifondoro del terzo anno che aveva appeso ad un albero un Serpeverde del primo, ma Harry non aveva voluto schierarsi dalla parte dei suoi e aveva lasciato a Malfoy e Blaise il compito di rifilare a quei Grifondoro una serie di incantesimi dolorosissimi e altrettanto innocui.

Alla fine, la partita era arrivata. Un sacco di ragazzi arrivarono a fargli un in bocca al lupo, di tutte le età e di tutte le case. Hermione abbracciò lui e Ron e corse a sedersi con Pansy. Con sua sorpresa, la Serpeverde gli strizzò l'occhio con aria ironica.

Anche Blaise arrivò a dargli una pacca sulla spalla, silenzioso e beffardo. Harry gli fece un cenno di ringraziamento con la mano.

Ron lo guardò. Era nervoso, lo capiva dal primo sguardo. "Vinceremo?"

"Vinceremo" lo rassicurò Harry. Non ci aveva mai creduto così tanto.

"Non-" Ron deglutí, evidentemente a disagio. Si guardò intorno e portò Harry nello spogliatoio, lontano da orecchie indiscrete. "Harry..."

"Cosa c'è?"

Ron lo guardava fisso, quasi con aria implorante. "Non - non succederà nulla, vero?"

"Cosa dovrebbe succedere?" chiese Harry. Iniziava a infastidirsi.

"Con - ahem - con Malfoy" chiarí Ron.

Harry abbassò lo sguardo. "Cosa intendi dire?" scattò. Ron lo fissava, gli occhi azzurri spalancati. Harry sospirò. "No" fece, un tantino umiliato. "Non succederà niente"

Ron, però, sembrava particolarmente sollevato. "Oh, bene"

"Già" borbottò Harry.

Quella stupida conversazione lo aveva tenuto sulle spine per tutto il tempo nello spogliatoio, mentre si preparava. Perché Ron glielo aveva chiesto?

Non poteva chiedere altre spiegazioni. Non voleva dargli un motivo in più per credere che volesse davvero che qualcosa potesse succedere, tra lui e Malfoy.

Truth or Dare? ||Drarry ffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora