Dopo che Adrian fosse andato a prendere il ragazzo, i due insieme nella macchina si diressero verso casa del più grande. Cody era visibilmente agitato, preoccupato come suo solito, continuava a torturarsi le mani tirando le maniche della camicia bianca che aveva indossato quella sera. Oramai stavano in macchina da più di un quarto d'ora, ma per lui sembrava più un eternità.
<<Non devi andare a sposarti lo sai vero?>> Cody trasalì sentendo la voce di Adrian farsi largo nell'assoluto silenzio che prima c'era. Sorrise quasi imbarazzato, senza distogliere gli occhi dalla strada che stava guardando davanti a lui.
<<Lo so, è solo che è la prima volta che vado a casa di un mio amico.>> Ammise quasi con un tono di scuse.
<<Non devi preoccuparti, andrà tutto bene.>> Adrian senza distogliere gli occhi dalla strada davanti a lui continuava a rassicurare il ragazzo, gli poggiò la mano che aveva libera sul ginocchio stringendoglielo, Cody abbassò lo sguardo sulla mano del ragazzo poggiata sulla sua gamba. Sorrise sentendosi stranamente tranquillo ora, non aveva nulla di cui preoccuparsi, aveva lui vicino.Una volta giunti a casa, il più piccolo fu subito invaso da una moltitudine di persone, le quali non gli lasciarono un attimo prendere fiato.
<<Allora?? Dove tenevi nascosto questo bel ragazzo??>> Chiese per l'ennesima volta Susy la mamma di Adrian, proprio a suo figlio, mentre stavano mangiando tutti quanti, seduti intorno alla tavola.
<<Mamma ti ho già risposto, l'ho conosciuto da poco.>> Si esasperò quasi il figlio, mentre addentava l'ennesima fetta di pizza. Cody assisteva al discorso, senza dire nulla, continuando a mangiare la sua fetta di pizza fatta in casa.
<<E da quanto vi conoscete?>> Chiese Hale, suo fratello maggiore.
<<Da poco più di un mese.>> Specificò Adrian.
<<Come vi siete conosciuti?>> Cassy, la moglie del fratello maggiore di Adrian era perfino più curiosa di lui.
Adrian si paralizzò a quella domanda, non sapeva se Cody volesse dire che era in terapia ed era una cosa di cui ancora non avevano parlato. Adrian alzò gli occhi su Cody, seduto vicino a lui, il quale lo guardò sorridendogli. <<Ci siamo conosciuti nella clinica dove lavora.>> Specifico Cody, parlando per la prima volta, capendo il disagio di Adrian.
<<Sei anche tu uno psicologo?>> Chiese incuriosita Lory, la moglie del quinto figlio di Susy.
Cody sorrise amaramente, facendo un cenno di diniego con il capo. <<Era un mio paziente.>> La voce di Adrian fece calare il silenzio a quel tavolo.
Per qualche secondo nessuno osò parlare, continuavano a guardare i due ragazzi, scrutandone ogni minimo particolare, quasi come se li vedessero in quel momento per la prima volta.
<<Si è vero, ero un suo paziente, ma non sono un pazzo psicopatico se è questo che vi preoccupa.>> Asserì Cody, guardando uno a uno le persone presenti a quel tavolo quasi con un tono supplichevole, sperando con tutto se stesso di non aver rovinato la bella atmosfera che c'era prima.
A Susy scoppiò da ridere e subito dopo venne seguita a ruota da tutti gli altri, Cody si rilassò per qualche secondo guardando Adrian, seduto vicino a lui, con gli occhi puntati sul più piccolo, gli sorrise e portando una mano sotto il tavolo, gliela poggiò sul ginocchio, stringendoglielo e sorridendogli nel modo più dolce possibile. Cody si rilassò e continuò a guardare il bellissimo uomo seduto di fronte a lui. Quando stava con lui aveva l'impressione che tutto sarebbe andato nel verso giusto, questo vuol dire essere amici? O vuol dire dell'altro?
I due insieme a tutti gli altri fecero cadere l'argomento di prima e continuarono a mangiare, parlando di argomentazioni più leggere e rilassanti.
Dopo qualche ora si trovarono tutti riuniti intorno al tavolino davanti al camino, continuavano a ridere e scherzare. Cody era seduto per terra a gambe incrociate con dietro di lui Adrian, seduto sul divano, con le gambe appoggiate ai lati del ragazzo. Il più piccolo stava giocando con Niky e Fred i due gemelli del penultimo figlio di Susy.
<<Mi piacciono i tuoi occhi.>> Esordì' Fred messo in ginocchio sulle gambe del ragazzo mentre gli teneva le spalle con le sue piccole manine, Cody lo strinse in vita per fargli tenere l'equilibrio, dato che i due avevano poco più di quattro anni. <<Grazie piccolo.>> Cody gli sorrise dolcemente e Fred gli si buttò addosso abbracciandolo. Cody lo strinse a se e il piccolo si lascò cullare.
<<Anche io voglio le coccole..>> Disse quasi con i lacrimoni Niky il fratello di Fred, gli occhioni dorati leggermente lucidi lo imploravano quasi, seduto vicino a Cody, guardandoli. Il ragazzo sorrise, guardandolo, gli porse una mano, la quale il piccolo non se la fece scappare, la prese e si alzò e si buttò su di lui senza pensarci due volte. Cody lo strinse a se e Niky si rannicchiò sul fianco del ragazzo e si lasciò cullare a sua volta. Cody sorrise entusiasto, aveva sempre amato i bambini, erano così veri e sinceri che facevano sembrare tutto ciò che li circondava perfetto.
<<Non sapevo ti piacessero i bambini.>> Cody alzò la testa guardando l'uomo dietro di lui sorridendogli, mentre il resto della famiglia di Adrian continuava a parlare di cose fatte la settimana prima. Cody continuò a sorridere per poi tornare ai due bambini che aveva fra le braccia. Si sistemarono mettendosi seduti sulle gambe del ragazzo e poggiando le piccole testoline sulle spalle avvolti entrambi dalle braccia del ragazzo.
<<Normalmente non sono così tranquilli o aperti con una persona estranea.>> Elliot, il papà dei bambini li guardò mentre si stavano addormentando nelle braccia del ragazzo.
<<Sono felice che con me lo siano, sono stupendi.>> Li guardò osservano i due bambini mentre crollavano nel sonno tenendo entrambi le manine strette alle dita del ragazzo.
<<Nemmeno con Jeff erano così.>> Cody alzò la testa guardando Elliot seduto di fronte a lui sul divano.
<<Jeff?>> L'uomo davanti a lui annuì. Chi era Jeff?
<<Era il mio ex ragazzo.>> Adrian alle sue spalle rispose alla sua domanda mentale.
Cody sentì il proprio cuore accelerare i battiti e il petto fare male.
<<Oh.. Non lo sapevo scusami.>> Non si voltò per guardare l'uomo seduto dietro di lui, al contrario tornò a guardare i due bambini fra le sue braccia ormai crollati nel sonno.
<<Quanto tempo siete stati insieme? Quattro anni? No cinque.. Forse sei..>>
<<Sei anni.>>
Cody iniziò ad accarezzare le piccole manine dei bambini ascoltando la conversazione dei due fratelli, così come tutti gli altri. Il dolore al petto iniziava a fare sempre più male.
<<Dovevate sposarvi giusto?>>
<<Già..>>
Cody spalancò gli occhi, stavolta non era solo il petto a fargli male, ma anche lo stomaco.
dalla voce di Adrian riuscì a sentire una vena di tristezza in quelle parole, gli faceva male sentirle eppure voleva saperne sempre di più.
<<Ma ormai è passato.>> Adrian disse in tono quasi amaro, cercando di convincere più se stesso che gli altri.
<<Dal modo in cui lo hai detto non si direbbe.>> I suoi pensieri vennero esposti da Julian, il fratello di Adrian, il più piccolo di tutti, era seduto vicino Cody con il suo ragazzo Ben, fra le braccia. Cody continuava ad accarezzare le manine dei due bambini, guardandoli.
<<Stai zitto.>> Lo asserì Adrian.
Nella stanza cadde il silenzio più assoluto, Cody trasalì a quelle parole, gli occhi iniziavano a pizzicare facendo male. Elliot si alzò dal divano avvicinandosi a Cody e prendendo uno dei due bambini in braccio.
<<Vieni con me per favore?>> Chiese a Cody guardandolo negli occhi. <<Devo mettere i bambini nei lettini, ma da solo non riesco a portarli.>> Il ragazzo annuì senza dire nulla. Si limitò a sorridere ed annuire. Lasciò andare Fred, che lo prese il padre fra le sue braccia e avvolse Niky meglio in modo da non farlo cadere mentre si alzava, gli avvolse la vita con un braccio e con l'altro gli tenne la testa ben appoggiata sulla propria spalla dove il piccolo dormiva tranquillamente, le manine gli scendevano lungo i fianchi semichiuse e le gambe avvolte saldamente in vita. Una volta fatto si alzò e seguì l'uomo su per le scale, gli occhi continuavano a fare male, bruciavano, ma decise di ricacciare indietro le lacrime, non era ne il luogo o tantomeno il tempo di piangere. Entrarono in un lungo corridoio, e dopo qualche porta chiusa i due con i piccoli in braccio giunsero in una delle camere.
<<Questa è la camera di Fred, la camera di Niky è quella dopo, potresti accompagnarlo per favore?>> Disse il padre dei due bambini a bassa voce, in modo che i piccoli non lo sentissero e non si svegliassero. Il ragazzo annuì guardandolo e si diresse nella camera indicatagli.
Una volta giunti davanti, aprì la porta e se la socchiuse alle proprie spalle, facendo in modo che la poca luce del corridoio potesse entrare attraverso lo spiragli lasciatogli aperto. Mise il piccolo nella culla cercando di non farlo svegliare, cosa che purtroppo accadde.
<<Zio Cody..>> Il ragazzo si immobilizzò dopo avergli messo la copertina addosso per non fargli prendere freddo.
<<Dimmi piccolo..>> Niky aveva gli occhi chiusi, ancora sonnolento, ma con la mano prese alcune dita del ragazzo stringendole, Cody sorrise dolcemente, accarezzandogli le piccole manine morbide con il pollice della mano che aveva stretta a lui.
<<Lesti con me fino a quando non mi addormento?>> Cody sorrise nel sentirlo parlare, dormiva, ma era come se fosse sveglio.
<<Certo piccolo tranquillo, resto qui.>> Il piccolo sorrise entusiasto, girandosi di lato, e rannicchiandosi in se stesso, portandosi le piccole manine insieme a quella di Cody sotto il piccolo viso. Il ragazzo appoggiò l'altra mano sulla culla piegandola e gli si mise con il mento su, iniziò a far dondolare la culla dolcemente guardando il piccolo batuffolo mezzo dormiente rannicchiato sotto le coperte.
<<Mi canti la ninna nanna, zio Cody?>> Il ragazzo sorrise, era la prima volta che qualcuno lo chiamava con quel sostantivo ed era la cosa più bella che si fosse, sentiva il cuore accelerare i battiti per la gioia.
<<Dorme la renna dentro alla stalla, mentre nel cielo brilla una stella. Dormon gli gnomi nei loro lettini e sognan regali per tutti i bambini. Dorme anche il Babbo di rosso vestito stanco, distrutto davvero sfinito... Dormono tutti il giorno di Natale! La loro notte è stata speciale, han consegnato migliaia di doni a tutti i bimbi buoni!>>
Guardò il piccolo cadere in un sonno profondo e tranquillo, la bocca semichiusa, le lunghe ciglia chiare, come i capelli facevano ombra sulle guance appena arrossate, il piccolo aveva lasciato la presa della mano del ragazzo, il quale la ritirò piano, facendo attenzione a non svegliarlo nuovamente, lo guardò ancora per qualche minuto estasiato da quella immagine. Chissà se anche lui un giorno avrebbe avuto una casa, un marito e tanti piccoli batuffoli da crescere. I bambini gli erano sempre piaciuti. Sorrise dolcemente, coprendolo meglio con la coperta che aveva nella culla, era un bambino splendido.
<<Hai intenzione di rimanere li a fissarlo ancora per molto?>> Cody trasalì a sentire quella voce, si rimise dritto e il sorriso sulle labbra scomparve, voltò l'intero corpo verso la porta, il punto in cui veniva la voce.
<<Adrian.>> Lo chiamò a bassa voce cercando di non far svegliare il piccolo, l'uomo appoggiato allo stante della porta con la spalle le braccia incrociate al petto sorrise dolcemente.
<<Non arrivavi più e mi stavo preoccupando.>>
Cody sorrise quasi forzatamente, ricordando la conversazione avuta prima da lui con suo fratello.
<<Si era svegliato.>> Fece qualche passo verso di lui, allontanandosi dal piccolo cosicché non si svegliasse, arrivò vicino l'uomo e lo supererò, uscendo fuori dalla stanza, Adrian lo seguì chiudendosi la porta alle spalle. Insieme si incamminarono nel corridoio.
<<Da quando stavi guardando?>>
Adrian sorrise dolcemente, portandosi le mani nelle tasche dei jeans guardando davanti a lui. <<Dall'inizio più o meno.>>
Cody sorrise imbarazzato. <<Perfetto.>> Incrociò le braccia al petto stringendosi in se stesso, si sentiva imbarazzato.
Adrian posò gli occhi su di lui. <<E' stata la cosa più bella che io abbia mai visto in tutta la mia vita.>> Cody si paralizzo, sentendo il cuore scalpitare nel petto.
<<C-Cosa vuoi dire?>> Evitò di guardarlo, quaranta centimetri di differenza in altezza a volte serviano, i capelli gli coprirono leggermente il viso cosi che l'uomo non potesse vederlo bene in volto.
<<Credo di essermi innamorato di te in quell'esatto momento.>>
Il ragazzo si fermò di scatto spalancando gli occhi. L'uomo aveva fatto qualche passo in avanti, non vedendolo più vicino a lui si fermò e si voltò verso il ragazzo.
<<Cosa hai detto?>> Chiese con voce fievole. Gli sembrava tutto così inverosimile.
<<Mi sono innamorato di te.>>
Il ragazzo attese qualche secondo prima di rispondere. Come poteva essere possibile una cosa del genere?! <<Non è vero.>> Ammise in fine.
Adrian corrugò la fronte guardandolo. <<Cosa vorresti dire?>>
Cody sorrise amaramente. <<Prima stavi parlando con tuo fratello del tuo ex e da come ne parlavi sembrava che tu ci tenessi a lui ancora e non poco e ora mi vieni a dire che ti sei innamorato di me, vuoi prendermi in giro?>>
Adrian rimase basito da quella improvvisa fermezza. <<Lui è stato un punto importante della mia vita, non ne volevo parlare non perché io ci tenessi ancora, ma perché mi fa male il pensiero di come sono stato trattato.>> Cody alzò gli occhi su quelli dell'uomo, erano sinceri. <<Mi ha tradito con una aspetta.. Come è che si dice.. Ah si.. Scopata occasionale. Ha buttato via sei anni di fidanzamento per una cosa del genere. Mi sono sentito umiliato e preso in giro, pensavo che il nostro rapporto andava oltre quello e invece a parer mio sono stato preso in giro per sei anni e la cosa non è che mi faccia piacere.>>
Cody si prese qualche secondo per assimilare le informazioni appena ricevutagli, l'uomo davanti a lui, non aveva mai abbandonato i suoi occhi nemmeno per un secondo.
Il ragazzo fece un sorriso amaro, Adrian corrugò la fronte. <<E' stato un idiota.>> Iniziò a parlare, abbassò lo sguardo guardandosi le scarpe. <<Non immagina nemmeno cosa ha perso, e non devi fartene una colpa, è stato lui ha sminuire il tutto. L'unica colpa tua era quella di amarlo, ma infondo quella non è una colpa. Ha preferito perderti e lasciarti andare per poi rimanere solo, tu non devi stare male per causa sua. Non mi va questa idea per niente.>> Gli occhi ormai colmi di lacrime, gli rigarono le guance scendendo per poi arrivare al pavimento, Adrian rimase paralizzato davanti a quelle parole, davanti a lui.
<<Perché piangi?>> Chiese infine quasi impietrito.
<<Perché tu stai male per un tipo del genere e la cosa non riesco proprio a sopportarla. Non sopporto il fatto che stai male in se, ma pensare che sia a causa di un tipo del genere proprio non lo sopporto.>> Fece un lungo sospiro. <<Io non ti avrei mai e poi mai fatto soffrire in quel modo. Io non ti avrei mai e poi mai fatto soffrire e basta, io voglio vederti felice. Io non ti avrei mia abbandonato o lasciato solo o tanto meno tradito, cosa me ne faccio degli altri se poi tu non ci sei?! Io sono diventato dipendente da te in solo un mese e lui in sei anni non ha capito proprio nulla di te.>> Si strinse delle spalle abbassando ancora di più il capo.
Adrian fece un passo verso di lui circondandogli le spalle con entrambe le braccia, stringendolo forte. <<Non farlo allora.>> Cody spalancò gli occhi, Adrian aveva la voce incrinata, alzò la testa verso di lui guardandolo negli occhi, erano lucidi e pieni di lacrime.
<<Perché piangi?>>
Adrian sorrise. <<Perché sono felice.>>
Cody corrugò la fronte e Adrian sorrise mentre alcune lacrime gli sfuggirono. <<Voglio che sia tu a rendermi felice.>>
<<Sei sicuro?>>
<<Si.>>
Adrian si abbassò poggiando il proprio viso sulla spalla del ragazzo e stringendolo forte a se, Cody gli circondò la vita con entrambe le braccia, aggrappandosi con le mani alla sua camicia.
<<Poi come faccio se tu volessi lasciarmi?>> Chiese fra le lacrime Cody.
<<Io non ho nessuna intenzione di lasciarti piccolo mio, ti amo.>>
Cody sprofondò con il viso nell'incavo del collo e spalla, assaporandone l'odore mentre le lacrime scendevano ormai senza alcun controllo. <<Ti amo anche io.>>
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Guardami.
RomanceUn ragazzo preso solo e unicamente dal suo lavoro al ristorante e dalla sua vita sedentaria in casa, con qualche seduta dal solito psicologo, ma arriva il giorno in cui tutto cambia, nell'Esatto momento in cui due occhi magnetici si poggiano su di l...