Capitolo 2.

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Dopo qualche ora e qualche chilometro più avanti si ritrovarono a mangiare in uno di quei fast-food dove la maggior parte degli adolescenti ci passano i venerdì e i sabati sera. Per fortuna, dato che era un girono lavorativo non era colmo di persone quel locale, al contrario era abbastanza tranquillo. I due scelsero un posto abbastanza appartato così da non essere disturbati.
<<Allora come ti senti?>> Chiese premuroso Adrian.
<<Bene dai, un pochino impacciato forse.>> Il tono di voce abbastanza imbarazzato fece sorridere il suo nuovo amico.
<<Non sei mai venuto a mangiare in uno di questi posti?>>
Il ragazzo con un semplice cenno di diniego del viso rispose. <<Normalmente chiamavo il servizio a domicilio, ma non venivo mai qui a mangiare.>>
Adrian sorrise tranquillizzandolo. Furono raggiunti da una cameriera alla quale lo psicologo fece l'ordinazione per entrambi. Una volta lasciati soli tornò a fare le proprie attenzioni al ragazzo.
<<Grazie.>> La voce sottile di Cody sembrò quasi inesistente. Iniziò a torturarsi le maniche della maglia guardandosi intorno, nel locale c'erano poche famiglie e qualche coppia di amici o fidanzati i quali mentre mangiavano si scambiavano effusioni amorose. Adrian gli sorrise, cercando di tranquillizzandolo il più possibile.
<<Vuoi sapere qualcosa su di me?>> le parole dello psicologo presero tutte le attenzioni del ragazzo, il quale lo guardò negli occhi grigi come il cielo prima di una tormenta.
<<Come scusa?>>
Adrian rise. <<Tu mi hai detto abbastanza cose su di te, anche piuttosto personali, io non ti ho detto nulla. Vuoi sapere qualcosa su di me?>>
Cody lo guardò perplesso per qualche secondo pensando vivamente a quelle parole per poi rispondere semplicemente. <<No, ma se vuoi puoi dirmi tutto ciò che vuoi su di te.>>
Sorrise rassicurandolo e Adrian rimase basito da tali parole. Si aspettava le solite domande: quanti anni hai? Da dove vieni? Come mai hai scelto questo lavoro? Rapporti di parentela. Invece si era limitato a rispondere con quelle semplici parole.
<<Non sei curioso?>> Sorrise imbarazzato nel chiederglielo.
Cody lo guardò per qualche secondo per poi rispondere. <<Ho imparato a non immischiarmi nella vita degli altri, quindi la curiosità non ne una mia indole.>>
<<Non hai nemmeno una domandina piccola piccola?>>
Cody sorrise notando che Adrian non è un tipo che lascia perdere, al contrario insiste e anche molto fin quando non ottiene ciò che vuole.
<<No nemmeno una piccola piccola.>> Sorrise con molto entusiasmo.
Andrian lo guardò perplesso. <<Ho trentacinque anni, abito qui a Londra ma ho studiato a Santo Domingo e ho lavorato lì per qualche anno dopo la laurea.>>
Cody si morse il labbro, voleva chiedergli altro, non appena lo ha sentito parlare di lui, voleva sapere più cose possibili. Attese quale secondo durante il quale il silenzio ne faceva da maestro, occhi negli occhi.
<<Come mai ti sei ritrovato qui?>>
Adrian sorrise entusiasti, voleva farlo incuriosire e ci è riuscito. Fece per rispondere ma si zitti non appena arrivò la cameriera con le loro ordinazioni, una volta lasciati soli ripresero da dove avevano lasciato il discorso.
<<Mi è stata data l'opportunità di avvicinarmi a casa e quando mi hanno parlato di sostituire il dottor Smith, ne ho approfittato.>>
Cody sorrise. <<Quindi i tuoi abitano qui?>>
Adrian annuì. <<Abitano a mezz'ora da qui, ci vediamo tutti quando andiamo a mangiare dai miei.>>
Il ragazzo si accigliò. <<Tutti?>>
Lo psicologo sorrise mandando giù il pezzo di pizza che aveva mangiato. <<Siamo in molti. Ho cinque fratelli, Tre cognate, un quasi cognato e tre nipoti.>>
Il ragazzo si paralizzò completamente. <<Siete in molti si.>>
Adrian notando la fievole voce del ragazzo rise. La cena si consumò tranquillamente tra sorrisi, parole tranquille e cibo buono. Dopo averla consumata ed essersi preso il caffè i due andarono fuori al ristorante, il ragazzo si paralizzò sentendo il vento freddo invaderlo, ci chiuse nella sciarpa e mise le mani nelle tasche del gubbino.
Si fermarono qualche passo in avanti e Adrian guardo gli occhi blu lucido e sorrise dolcemente. <<Cosa vuoi fare ora?>>
Il ragazzo sorrise imbarazzato. <<In realtà per me sarebbe meglio andare a casa. Domani dovrei lavorare.>>
Lo psicologo si prese qualche momento per rispondere. Voleva passare altro tempo insieme a quel ragazzo. Gli piaceva stare in sua compagnia. <<Si giusto, scusami.>>
Il ragazzo sorrise dolcemente. <<Beh ecco allora io vado..>> Fece qualche passo in avanti mentre l'altro rimaneva fermò nello stesso punto dove stava prima, mentre i suoi occhi non si spostavano dal ragazzo. Dopo qualche passo si fermò girandosi verso di lui, lo stava guardando e non appena vide che si fermò sorrise. <<Ti va se.. beh ecco.. Mi chiedevo se..>> Il ragazzo sbuffò abbassando lo sguardo sulle sue scarpe. Si sentiva estremamente a disagio a chiedere una cosa tanto stupida. <<Ti va se ci rivediamo?>> Fece un lungo sospiro dopo averlo chiesto, non vedendo una risposta dalla persona davanti a lui incrociando il suo sguardo, lo stava ancora guardando. <<Se non vuoi fa lo stesso, non sei obbligato. È solo che avevi detto che non avevi amici quindi mi era venuta in mente la stupida idea di esserti amico fino a quando non trovavi altri amici, ma se non vu..>>
<<Perché?>>Adrian interruppe quel fiume di parola con una semplice domanda.
<<Cosa perché?>>
<<Perché vuoi essermi amico fin quando non trovo altri amici?>>
Il ragazzo lo guardò per qualche secondo in silenzio, ormai il freddo andava in secondo piano, al primo c'erano solo quegli occhioni grigi con i suoi capelli leggermente affusolati scuri.
<<Non voglio starti fra i piedi quando troverai altri amici meglio di me.>>
Adrian sorrise. <<Non voglio.>>
Cody si paralizzò, non si aspettava di certo delle parole del genere. <<Fa lo stesso.>> Doveva aspettarmelo che non andava bene nemmeno a lui, infondo è sempre stato così. Sentì gli occhi pizzicare, abbassò lo sguardo guardando le scarpe.
<<Non voglio che smetti di essermi amico.>>
Cody alzò il capo guardandolo dritto negli occhi, ormai le lacrime scendevano da sole rigandogli le guance per poi cadere per terra. <<Davvero?>> Disse con una leggera voce fievole quasi inesistente. Adrian sorrise dolcemente e Cody corse verso l'uomo davanti a se, saltandogli letteralmente addosso, agganciandogli le gambe dietro la schiena e circondandogli le spalle con le braccia. Appoggiò il viso fra l'incavo della spalla e il collo. Ormai non riusciva più a fermare le lacrime. Adrian lo strinse in vita con le braccia. Il piccolo si lasciò cullare da quel calore.
<<Quindi questo vuol dire che ti piace stare con me?>> Chiese Cody fra un singhiozzo e l'altro. Adrian rise portandogli una mano ai capelli dove prese ad accarezzarlo.
<<Si vuol dire proprio questo.>> Cody lo strinse ancora di più e Adrian lo lasciò fare, avrà comportamenti molto infantili e questo l'uomo lo aveva notato, ma era estremamente dolce anche con i suoi comportamenti, come si comportava o parlava. Gli piaceva e anche tanto.
<<Quindi vuol dire che ti vado bene?>> La voce era fievole, molto incerta, ci aveva pensato e anche tanto nel chiedere quella semplice domanda.
<<Mi hai più bene piccolo.>> Cody a quel nomignolo di sentì avvolgere da un calore mai provato prima, non era un calore esterno, dalla vicinanza di un corpo come in quel momento o altro, era un calore che veniva da dentro.
<<Domani a che ora finisci di lavorare?>> Adrian continuò ad accarezzargli i capelli sentendo le lacrime scendergli e bagnargli il collo.
Il ragazzo si alzò leggermente con la testa tanto da guardarlo negli occhi, Adrian lo portò vicino a lui dandogli un leggero bacio sulla fronte. Cody chiuse gli occhi lasciandosi coccolare da quel forte uomo che lo teneva fra le braccia. Ormai le persone passavano su quel marciapiede, alcune di fermarono a guardare la scena, ed altre invece gli passarono vicino senza degnarli nemmeno di uno sguardo, ma questo a loro non importava, loro stavano nel loro piccolo mondo.
Adrian si staccò da lui tenendogli ancora la mano in vita e l'altro fra i capelli. Cody lasciò andare andare la presa con le gambe per poi tornare con i piedi in terra, ormai non sentiva più freddo, il calore di quel corpo lo aveva completamente avvolto.
Adrian lo lasciò andare portandosi le mani nelle tasche dei jeans e Cody fece la stessa cosa con le braccia asciugandosi le guancia ancora bagnate dalle lacrime e gli occhi ormai diventati rossi per poi portandosele nelle tasche del gubbino.
<<Alle cinque.>> Abbassò lo sguardo ripensando alla scena appena vissuta. Adrian sorrise sfidando una mano dalla tasca dei jeans per poi portargliela sotto il mento per fargli alzare il viso e guardarlo negli occhi non perdendo mai quel sorriso dolcissimo.
<<Ho l'ultimo appuntamento alle cinque anche io. Finisco alle sei ti va di andare a mangiare da qualche parte o andare al cinema?>> Cody sorrise entusiasti annuendo con il viso.
<<Si voglio.>>
<<Ti va di darmi il tuo numero di telefono?>>
Il ragazzo annuì continuando a sorridere.

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