Capitolo 1

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Stavo camminando per le strade della città senza alcuna metà. Non sapevo nemmeno io cosa ci facessi li, da qualche anno avevo perso ogni voglia di vivere e come se non bastasse domani partiró per il college. Sbuffai rumorosamente. Ero stanco, stanco di tutto, e pensare che avevo solamente diciannove anni. La mia vita non era stata proprio rosa e fiori. Mio padre non faceva che ripetermi quanto fosse inutile la mia esistenza e, forse, la cosa positiva di andarmene era proprio quella, non vederlo più per un po'. Io gli volevo bene, infondo era mio padre, solo che non riuscivo più a sopportare tutto quello. Mia mamma era morta subito dopo il parto, aveva deciso di salvare me, è mio padre questo non lo aveva mai accettato. Mi aveva sempre dato la colpa e non aveva tutti i torti.

"Sono a casa" fossi dirigendomi verso la mia "cameretta" che, in realtà era una piccola stanzetta con un letto è una chitarra, che però non suonavo più da tanto.
"Uh che bello" disse ironico. Sbuffai buttandomi sul letto. Guardai la valigia lì per terra un attimo prima di addormentarmi.

7:00
La sveglia suona e mi alzo di malavoglia dal letto. vado in bagno, mi lavo per poi mettermi i mei skinny neri e una maglietta semplice.
"Papà sto andando via" dissi entrando in cucina.
"Finalmente un po' di pace" disse. Mi ero abituato oramai però era sempre una pugnalata... era sempre mio padre.
"Ehm...allora...vado" dissi quasi in un sussurro. Non rispose e uscì da quella casa oramai troppo soffocante per me.

Arrivai finalmente al college.
"Lei deve essere Mascolo giusto?"
Disse una donna più o meno sulla quarantina.
"Ehm...si. Scusi per il ritardo, l'aereo ha fatto un po' di ritardo"
"Oh non si preoccupi. Tenga questa è la chiave della sua stanza. Il suo compagno è già salito" disse con un sorriso.
Cercai di ricambiarlo educatamente, ma sono sicuro che era uscita solo una smorfia. Non ero più molto abituato a quel tono dolce è educato.
Arrivato alla camera esitai un attimo prima di mettere le chiavi nella serratura. Ma oramai ero lì. Entrai. Vidi un'altra valigia sul letto ma non c'era nessuno. Iniziai a sistemare le mie cose nell'armadio fin quando la porta del bagno non si aprì.
Mi girai e strabuzzai gli occhi.
"Benjamin?" Domandò.
Indietreggio di qualche passo.
"F-Federico." Dissi piano. Non ci potevo credere. Non lo vedevo da 10anni. Era cambiato molto. Era più alto, muscoloso. Ma aveva gli stessi occhi color cielo di sempre e lo stesso sorriso che mi faceva impazzire.
Conoscevo Federico fin da quando eravamo piccoli però 10 anni fa ci eravamo persi di vista.
Federico era il mio unico rifugio da sempre. Però era andato via. E io non ce la facevo nemmeno a guardarlo negli occhi.
"Ben..." disse avvicinandosi per abbracciarmi. Ma mi tolsi.
"Non devi toccarmi" dissi...per poi prendere il cambio e andare in bagno.

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