장 일곱

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Il muschio sicuramente cresce su una pietra che non rotola.
Se sai di non poter tornare indietro,
vai avanti, attraverso i tuoi errori, dimenticandoli.
Non importa
-Min Yoongi, never mind-

Ed era arrivato l'autunno, le settimane erano passate lente come la caduta delle foglie ormai secche dagli alberi che avevano acquistato un colore giallastro e a tratti rossiccio con qualche striatura marrone nocciola. Le venature erano ben visibili, come era ben visibile la morte della natura circostante, il tutto veniva incorniciato da un cielo scuro, leggermente nerastro che donava uno sfondo quasi poetico e malinconico alla città.
Tutto si era risistemato nella piccola stradina deserta, la vita era ricominciata e il combini, poco danneggiato aveva riaperto i battenti: scaffali, frigo, cassa e computer erano al posto in cui erano stati lasciati poco tempo prima.
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Hoseok era cambiato, il carcere lo aveva trasformato radicalmente a partire dall'aspetto fisico: i capelli erano ritornati al loro colore naturale e la pancetta dovuta all'alcol e al mangiare in modo poco equilibrato era sparita del tutto. Aveva interrotto qualsiasi tipo di rapporto con la realtà circostante, comprese le amicizie con i tre del gruppo che al contrario suo furono subito messi in libertà pochi giorni dopo l'arresto.
Oggì però era il suo grande giorno, anche lui avrebbe potuto di nuovo respirare l'aria di città, che in fondo gli era mancata nonostante lo smog. Aveva sognato e risognato quel momento, l'attimo in cui avrebbe messo finalmente piede fuori dalla prigione, libero.
Venne scortato da due guardie giurate e dopo aver firmato varie carte e documenti sarebbe stato consegnato ai suoi genitori, piazzatesi appena fuori dal portone di ingresso. Forse erano arrabbiati, forse delusi o forse felici di rivederlo ma a lui questo poco importava, aveva imparato a fregarsene del parere dei suoi e da li in poi le cose furuno tutte in discesa.
Finalmente uscito fece una leggera corsa verso la macchina quando i due gli fecero da scudo e di conseguenza lo bloccarono.
-Abbiamo deciso di mandarti a stare da tuo zio. Busan. Non abbiamo la minima intenzione di rivederti ancora una volta in questo stato così abominevole oserei dire. Da domani fai le valigie, niente ma e niente no.-
Guardava la coppia, come al solito era la madre a prendere provvedimenti rigidi ,mentre il padre, un uomo debole e silenzioso sottostò alla potenza femminile senza opporsi.
-Okay.-
Nient'altro uscì dalla bocca del ragazzo, serio ed impassibile.
Se si fosse trasferito a Busan da suo zio tutto si sarebbe sistemato? La sua vita avrebbe portato a qualcosa di buono o sarebbe andato tutto a finire nel peggiore dei modi?
Decise di allontanarsi nonostante le urla e le imprecazione della madre che gli ordinavano immediatamente di fermarsi, girarsi e tornare in dietro, ma non fu così.
Prima di essere acciuffato da uno sbirro Hoseok era in cerca del ragazzo corvino che aveva suscitato in lui un non so che di frizzante, le solite farfalle nello stomaco e tutte quelle cose da innamorati persi.
Non sapeva nulla sulle condizioni del ragazzo e non sapeva nulla riguardo al combini: se fosse stato chiuso o se avrebbe ripreso l'attività dopo il putiferio successo.
Si sistemò i capelli marroni scuro scuotendoli con la mano destra e velocemente, a passo svelto si infilò all'interno del reticolato di stradine che sarebbero potute sembrare tutte uguali data la molteplice presenza di piccole tavernette e ristoranti. Il ragazzo sapeva che se fosse passato dal retro di alcuni locali sarebbe arrivato prima alla meta tanto bramata, questo però comportava immergersi in vampate di pesce marcio e puzza di rifiuti.
Lo aveva sognato, più e più volte il cassiere dallo sguardo perso nel vuoto, se lo immaginava identico a come quando lo aveva lasciato, solo, in pericolo, mentre lui faceva il codardo a scappare con Jin. Continuava a mettere un piede dietro l'altro mentre cercava di riscaldarsi le mani all'interno delle tasche della felpa blu scuro regalatagli dalla nonna il Natale precedente.

《Hoseok pov's》
Ero così felice, niente e nessuno avrebbe potuto smorzare l'euforia che in quel momento stavo provando ed è così fantastico poter pensare di rivedere quel ragazzo dalla pelle porcellana e da i capelli scuri che mi regalano un contrasto perfetto e forse eccitante. Non credo ci sia niente di più bello, la sua figura sembra quasi avvolta da un aura divina che mi affascina ma allo stesso tempo provoca in me una strana sensazione di turbamento costante.
Siamo diversi e mi ci è voluto un solo sguardo per capirlo, io sembro quello irresponsabile invece lui è il classico ragazzo della porta accanto a cui ci affidi le chiavi di casa quando vai in vacanza d'estate semplicemente per annaffiare le piante in balcone. Penso sia proprio questa diversità a provocare in me un ciclone di emozioni negative nonostante io cerchi di affidarmi ciecamente alla frase "Gli opposti si attraggono" .
Non saprei dire perché il mio cuore abbia scelto lui ma so perfettamente perché la mia mente gli rivolge un pensiero fisso ogni notte, prima di addormentarmi. Credo di essere arrivato, in un momento delicato della mia vita, quello in cui cerchi di trovare una stabilità lavorativa ma soprattutto sentimentale.
Ho sempre avuto il bisogno di sentirmi amato, forse per compensare il vuoto che i miei genitori non furono mai in grado di colmare a partire dall'età infantile. Ben presto riuscì ad intendere che la mia vita sarebbe dovuta essere adrenalinica, veloce, senza nessun tipo di rimpianto, in grado di farti lasciare ogni volta con il fiato mozzato e credo di aver trovato tutto questo in Yoongi.
Si questo è il suo nome che decido di non pronunciare mai perché scelgo di non donargli un identità precisa, nessuna etichettatura. Lo curo come si tiene in vita una fiammella di fuoco durante una delle notti più scure dell'anno, cerco quindi di non farlo spegnere, di non farlo soffocare sotto le mie attenzioni.
Lo reputo come un mio piccolo segreto ed è per questo che lo addito con il nome della sua professione, generalizzando il tutto.
Mi piace generalizzare.
Vorrei però non dilungarmi, soffermarmi invece sull'altra faccia della medaglia, quella che non ci permette di conoscerci e di guardarci, scavarci fino alle ossa, sentendo gli urli delle nostre anime comunemente intrappolate in una realtà che non ci appartiene.
Il tempo. Il tempo non ci ha permesso di concederci attenzioni reciproche e costanti proprio quello che serve in una relazione duratura e sana.
Forse il mio amore era malato,sprecato.

Yoongi era semplicemente la rosa più bella finita in un giardino di rovi.

The combini's boyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora