Diario di Strega

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Solo tre giorni e saremmo andati via, altri tre giorni e il tatuaggio sotto l'incantesimo sarebbe stato completo.
Avrei perso tutto e non avrei perso niente, questo mi auguravo mentre la porta dell'ufficio del Maestro veniva chiusa.
Teresa mi dava le spalle, spalle che vidi fremere.
Piuma Gialla le mise una mano sulla spalla e poi nulla.
Artú al mio fianco sferzò l'aria con la coda.
"Andrà bene. Anche se il nostro piano dovesse fallire lei resterà viva."
Annuii insicura, ma non potevo permettermi di vacillare dopo la decisione presa qualche sera prima.
Avevo giurato di fermarli tutti, ma se avessi perso il controllo chi avrebbe fermato me?
Sospirai.
Storm mi copriva le spalle come sempre, senza essersi minimamente arrabbiato per il mio quasi rifiuto.
Quando mi volta i un ragazzetto mi si parò davanti.
<<La Mestra dice che puoi aspettarla nella biblioteca del quarto piano.>>
Ero sorpresa di tanta libertà.
<<Credevo di dovermi incontrare con il professor Teca.>>
<<Credeva male signorina, la Maestra è stata chiara con me.>>
Aggrottai la fronte indispettita, ma senza volerlo fulminai con lo sguardo il ragazzo che scappò non appena non lo a tetti più a guardare.
<<Spero ti piaccia leggere.>>
Sorrisi a Storm che riemerse dal profondo dei suoi pensieri.
<<Adoro leggere.>>

Scendemmo rampe e rampe di scale prima di arrivare al quarto piano, uno degli ultimi dell'albero.
Erano presenti molte persone sedute intorno ai tavoli e sulle sedie, ma mi accontentai di sedermi a terra dietro uno scaffale.
Sotto il tappeto soffice potevo sentire le radici del pavimento spesse e nodose.
Storm era davanti l'inizio del corridoio mentre alla fine si trovava la parete.
Non sapevo se sentirmi al sicuro o in trappola.
Presi un libro a caso dallo scaffale basso.
Le prime sere le avevo passate a cercare il libro nero e dorato ma la biblioteca era troppo grande ed il libro troppo piccolo per essere trovato.
Avevo provato anche a chiudere gli occhi e ad ascoltare il mio istinto ma l'unico risultato fu un bernoccolo in fronte.
Continuai a cercare anche in quel momento ma come mi aspettavo il libro che presi non parlava delle origini del mio nemico.

<<La magia è da sempre parte di noi, è la nostra essenza, la nostra anima...>>

Lo chiusi di scatto senza neanche continuare a leggere.
Ne afferrai un altro, ma anche quello deluse le mie aspettative. Tutto sembrava parlare di magia, ma nessuno spiegava da dove provenisse, finché alla fine un foglio attirò la mia attenzione.
Doveva essersi staccato da un libro, perché giaceva sotto il tappeto tutto calpestato e annerito dalle scarpe che lo avevano incontrato.
La miniatura oro però sembrava acqua riflessa dalla luce, tanto scintillante da accecarmi aveva attirato la mia attenzione.

<<... Quindi la Strega toccò il mare e ne sentì l'essenza, la comprese e alla fine la assorbì.
Assorbì una parte di oceano portando alla luce la terra su cui ora sorge il lago d'acqua dolce.>>
Spalancai gli occhi quando compresi che si stava riferendo a Ruwa.
Una parte cancellata e subito dopo un rigo chiaro.
<<La Strega era stata la prima ad essere umana e a non esserlo più. Fu l'unica ad essere entrambe le cose.
... Venne scoperta... E presa... Ma la prigione... Non lo era disse.
Urlò...>>
Mi bloccai non riuscendo a leggere oltre. Girai il foglio scoprendo che le lettere erano più chiare, forse perché non era stato calpestato e sporcato.
<<Alla fine la Strega fu costretta a creare altre persone come lei, ma non tutti possedevano il dono e la colpa venne data solo a lei. Io stesso le diedi la colpa...>>
Di nuovo mi bloccai rendendomi conto dell'ovvio.
Era un diario!
<Ma la Strega non ci lasciò presto, non prima di averci maledetti, o forse benedetti o forse di nuovo avendoci fatto una promessa.
Ci disse che anche se noi compremdevamo la magia lei non compredeva noi e presto si sarebbe stufata di tanta ignoranza. Ci avrebbe rifiutati tutti.
Ma la Strega venne compresa dalla magia e una volta uccisa lei divenne una stella.
La donna che avevo amato, che avevo corrotto, che avevo torturato era diventata una stella.
Non mi restò altro che il suo gatto da abbracciare la notte.
Un giorno mi parlò, riuscì a parlarmi come faceva con la Strega e mi disse quale sarebbe stata la loro missione negli anni a venire.
Lei non era morta per noi ma per se stessa.
Sarebbe tornata e con lei avrebbe portato la salvezza o la perdita.
Questo disse lo spettro del gatto prima di sparire.
Dissi addio anche ad A...>>
Quasi strappai la pagina per averla stretta troppo.
Cercai frenetica sotto il tappeto, sperando di trovare la pagina seguente, ma non c'era.
<<Tutto bene Tal?>>
Improvvisamente mi ricordai di Storm.
Annuii mettendo la pagina ripiegata nella tasca dei pantaloni.
<<Sono stanca di leggere, andiamo.>>
Invece avrei dato di tutto per poter leggere il seguito, seguito che doveva ancora essere scritto.

<<So cosa stai pensando, e la risposta è no.>>
Continuai a guardare in alto imperterrita.
<<Invece dovremmo. È nostro diritto sapere di cosa stanno parlando.>>
Lui mi fulminò con lo sguardo senza cedere.
Provai a fare gli occhi dolci ma non funzionò.
Alzati gli occhi al cielo.
<<D'accordo torniamo in camera.>>
Mi prese per mano e ci avviammo.
<<Dove vorresti andare quando tutto sarà finito? Sono disposto a portarti anche oltre oceano.>>
La sua mano sembrava essere diventata più calda facendo sudore la mia.
<<Ovunque?>>
Sorrisi.
Eravamo quasi arrivati.
<<Farei di tutto pur di vederti felice.>>
Ci fermammo davanti la porta.
Mi misi di fronte a lui rivolto verso la porta.
Lo baciai ma mentre gli ero attacata aprii la porta buttandolo dentro.
Con un veloce incantesimo chiusi a chiave.
Batté forte i pugni.
<<Tal fammi uscire!>>
Risi un po'.
<<Te la farò pagare! Non ti conviene andare ad origliare, uscirò di qui prima che tu possa poggire l'orecchio alla porta!>>
Ma era troppo tardi, stavo già correndo per le scale, una scalata faticosa e che si concluse con il fiato corto.
Mi piegai in due e i nella mia visuale entrarono delle scarpe.
Quando mi alzai lo fissai.
<<Devo dare un messaggio molto importante alla Maestra. Puoi dirmi dove si trova?>>
Incrociai le braccia al petto squadrandolo da capo a piedi.
Non dovette funzionare la mia tecnica di intimidazione perché anche lui sembrò squadrarmi.
<<Non sei di qui.>>
Era un affermazione ma io l presi come una domanda, confondendolo.
<<Cosa stai dicendo? Sono una delle studentesse di Teca, mi ha mandata lui.>>
Si rabbuiò di colpo, stringendo le mani a pugno.
<<Meglio se faccio in fretta, sai com'è quando si arrabbia...>>
Guardò a terra.
<<È nella chioma.>>
Indicò qualcosa sopra di se.
Quando guardai mi accorsi per la prima volta che in effetti il soffitto era di legno e non di foglie.
Scappò via prima che potessi ringraziarlo lasciandomi a cercare una via per la chioma.
Riuscivo appena a toccare il soffitto ma una corta liana attirò la mia attenzione.
La tirai e sopra di me si aprí una botola.
Delle scalette scesero quasi toccando terra e mentre salivo le ritirai dietro di me chiudendo il passaggio.

Myeki: I Segreti Della MagiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora