"Amore, non credo sia il caso di provarlo proprio stasera."
"E perché mai? A tutti piace il piccante." Rispose offesa, tirandogli una leggera pacca sulla spalla.
Non capiva per quale motivo fosse così poco fiducioso di lei quando si metteva ai fornelli. Sapevano tutti quanto fosse brava in cucina. Tutti tranne lui.
"Non mi sembra il caso." Rispose scandendo bene le parole, con un'innata pazienza. Sapeva bene quanta ce ne volesse con lei.
"Marco, fidati ogni tanto!" E così dicendo versò un po' di piccante nella padella. Un po' troppo, forse.
Marco la guardò esausto e sorpreso, non potendo credere che l'avesse fatto di nuovo."Mi sa che stasera prenderemo la pizza." Disse ovvio, lasciandola sola in cucina.
"Tutta colpa tua! Me l'hai gufata!" Urlò, in modo che non solo la sentisse Marco, ma tutto il vicinato.
Sbuffò sonoramente e si appoggiò al marmo della cucina. Quella storia delle voglie la mandava in crisi. Ormai da quando era incinta non faceva altro che comportarsi da vogliosa bisbetica e psicopatica. Non che prima non fosse già pazza, ma in quel periodo era diventata ancora peggio.
"Chiara, chiama tu gli altri per la pizza, io finisco di correggere i compiti." Disse Marco, sedendosi davanti a lei.
Per un attimo si fermò a guardalo sorridendo, e si chiese come fosse arrivata fino a lì.
Chiara e Marco si erano incontrati il giorno della laurea di quest'ultimo, circa cinque anni prima. Lui era andato a festeggiare nella birreria in cui lei lavorava, e dopo ben tre anni passati lontani dopo quell'incantevole viaggio in Spagna, avevano deciso di riprovarci di nuovo.
Dopo qualche mese, non avevano più saputo aspettare e avevano deciso di provarci seriamente. Due anni dopo erano andati a convivere in un piccolo appartamento in periferia.
Marco aveva trovato lavoro presso un liceo vicino casa ed insegnava Inglese. Quando avevano finalmente raggiunto una stabilità economica, avevano deciso di cercare casa e di mettere su famiglia.
Chiara era incinta del quinto mese, era un maschietto. Marco aveva iniziato a ridipingere la cameretta al primo piano della casa, grazie anche all'aiuto del suo caro amico Manuel. Il corredo non era stato ancora né scelto né tanto meno comprato, ma Chiara era già entrata nelle vesti di madre perfetta. Aveva iniziato a stilare una lista sui probabili nomi da dare al bambino, aveva iniziato a scegliere madrina e padrino di battesimo, aveva iniziato a sentirsi madre.
Marco invece era estremamente spaventato. Per lui era più difficile sentirsi già padre, prima ancora che il bambino nascesse. In fondo, era normale sentirsi madri fin dalla scoperta del feto dentro di sé; ma per sentirsi padre, dovevi per forza attendere di vedere il tuo piccolo fra le braccia.
Il suono del campanello risvegliò Chiara dai suoi pensieri. I due si lanciarono uno sguardo confuso, e guardarono l'orologio appeso alla parete, regalo alquanto ricercato da Francesco per la nuova casa. Erano solamente le sei di sera, erano in anticipo di due ore. Chiara si affrettò a raggiungere la porta, dopo la seconda volta che suonarono il campanello.
"Ah, allora siete ancora vivi."
"Ciao anche a te Lisa." La salutò sbuffando, lasciandole un bacio sulla guancia.
"Ciao madre surrogato." L'abbracciò con più entusiasmo Serena.
"Come mai siete così in anticipo?" Chiese Chiara, facendo entrare Serena in casa.
Appoggiò il vassoio di dolci portato dalle sue amiche sul davanzale della cucina e le raggiunse così in soggiorno, dove stavano appendendo i loro giubbotti.
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Una Cena Tra Amici [IN REVISIONE]
Short Story*ispirato all'ononimo film francese* Lisa, Chiara, Serena, Francesco, Marco e Manuel sono i sei protagonisti della storia. Concluso il liceo e il loro viaggio di maturità, perdono casualmente i contatti, per poi ritrovarsi qualche anno dopo con le...