Giorni nostri

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"Ditemi dov'è?!"
"Perché è così importante per te?"
"Voglio sapere dove si trova! Adesso!"
"Comportandoti così non andrai finire da nessuna parte, credi che da me saprai qualcosa?"
"Allora dimmi come faccio ad arrivare da lei"
"Prima raccontami come la conosci e poi forse ti dirò qualcosa"

In quel momento non realizzavo con chi mi trovavo davanti, pensavo solo ad una cosa... volevo solo riavere lei in qualunque costo.
Non c'era molta luce, ma solo un caminetto a legna che illuminava questa figura  lontana da me, un uomo seduto su una immensa poltrona tutto vestito elegante sul grigio. Se non mi sbaglio si dovrebbe chiamare Signor Davondi, o almeno fino ad adesso tutti pronunciavano queste parole.
Non ci ho fatto tanto caso ai particolari intorno a me, avevo gli occhi rossi dalle lacrime e le guance arrossate dalla rabbia. Essere sballottata da un posto all'altro incappucciata non era mica una situazione facile da digerire, sopratutto con lo stomaco stretto dall'ansia.
Non riuscivo a muovermi, ero come legata a questa poltrona scomoda, o forse ero veramente legata? Non riuscivo bene a capire da tutta l'agitazione.

"Ok vuoi sapere? È una storia lunga"
"Ho tutto il tempo piccola, non ti preoccupare"

Bellissimo MisteroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora