Angels

4- Il Potere Del Pulsar

La navicella mentre superava la velocità della luce emetteva un rumore metallico che era simile alla voce dei gioviani, non volevo morirci lì, più che altro il Never mi metteva paura. Durante l'addestramento ci era stato detto che il Never era un universo di mondi paralleli e, chi si sarebbe azzardato a mettere piede in quella dimensione , si sarebbe perso in uno di quei crateri e avrebbe perso sicuramente re la vita.

Non ci dissero altro ma io avevo paura lo stesso, e i miei compagni lo avrebbero presto capito con il babling.

Il bello del babling è che non emetteva suoni, era perfettamente mobile, ossia che dopo averlo messo la prima volta, si toglie facilmente, è indispensabile e ti da mille informazioni. Invece quello dei gioviani era di colore rosso come la loro pelle, faceva un rumore sordo intervallato da una luce sempre rossa e faceva un rumore assordante. Figuriamoci quattro messi insieme.

Cercando di ignorare il rumore mi voltai verso Jake e mi misi a studiarlo. Aveva lo sguardo freddo, quasi senza emozioni, così notai quei pochi secondi che aveva tenuto lo sguardo fisso nel vuoto. Da quando eravamo partiti aveva tenuto lo sguardo chino su una foto, o forse un ritaglio di giornale, e ogni volta mugugnava qualcosa tra se e se, e se non sbaglio, la sera nel fienile la notte lo avevo sentito piangere.

Alzò lo sguardò capendo di essere osservato. Vidi un bagliore rosso che emanavano i suoi occhi e, incontrando i miei mi provocarono un grande bruciore tale che distolsi lo sguardo.

C'era qualcosa di familiare in quello sguardo, un ricordo lontano, un'emozione sbiadita. Lo sguardo di un assassino.

"Non credo di aver capito come ti chiami", Jhon interruppe i miei pensieri. Si sedette di fianco a me mentre, la navicella cominciava ad entrare nell'iper spazio.

"James Cooper e tu sei Jhon Meyers", non era meravigliato. Tutti nella Casa sapevano chi fosse, sia lui che la famiglia. Era il classico figlio di papà, ma nessuno lo vedeva di buon occhio, a parte le vergini sacerdotesse del Signore. La sua famiglia era stata incolpata di un grande scandalo nella casa, ossia che suo padre, Seamur Meyers, fosse un servo del Diavolo. Un demone. Tutte le accuse davano un unico capo d'imputazione: Servo di Satana e infiltrato nel Paradiso Celeste e per questo, doveva essere sbattuto giù all'inferno dopo cruente torture. Improvvisamente però, qualcuno riuscì a insabbiare tutto, forse lo stesso Seamur Meyers. Nessuno lo hai mai saputo e ora il caso è stato archiviato ormai da quasi mille anni.

"Sì esatto. Se vuoi chiedermi come faccio a sedurre delle sacerdotesse chiedimi pure, magari ti posso organizzare qualcosa" ammiccò con un sorriso. La sua arroganza cominciò a darmi sui nervi.

Però una cosa mi aveva colpito durante lo scontro con il troll. "Che cos'è quell'incantesimo che hai lanciato sul troll...Nel senso, come hai fatto a lanciare una zolla di terra..Così?" Chiesi cuoriosissimo.

"Ah parli del pulsar?" Chiese come se fosse la cosa più comune dell'universo.

"Il pul.. cosa? Comunque si quello" confermai.

"Il pulsar è un incantesimo che tutti noi guerrieri alati abbiamo, soltanto che possiamo controllare un solo elemento con destrezza. Durante l'addestramento abbiamo imparato a controllarli tutti ma solo uno impari a controllarlo davvero con forza. Ad esempio io ho imparato a controllare meglio la terra.." Disse. Ma venne interrotto da Ben-J che, ascoltando la nostra conversazione ci parlò del suo pulsar.

"Il mio pulsar è il fuoco, e il suo incantesimo più forte è Supernova, posso diventare un angelo di fuoco." Disse fiero il ragazzone nero.

"Ah" dissi sorpreso "e il tuo miglior attacco Jhon?" Gli chiesi.

"Si chiama Calcio Sismico, so che fa schifo, però suona bene in battaglia, consiste nello sbattere un piede sul suolo e creare un potente terremoto. Ma non posso usarlo sempre ". Un po sconsolato.