00. Prologo

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Quando chiesero di descrivermi, il primo giorno delle elementari, dissi di me le tipiche cose carine e noiose che tutte le bambine erano solite raccontare: "Mamma mi ripete sempre che sono bella e solare, ma che devo stare attenta per non sbagliare". Ecco, probabilmente non era una frase ripetuta proprio da tutte, ma era pur sempre l'idea che avevo di me: una ragazzina con una morale.

Al liceo ci riprovai sottolineando i tratti del mio carattere un po' introverso. Ero timida, ma solo con chi non conoscevo. Ero semplice ed emotiva, il tipo capace di perdersi in un bicchiere d'acqua; sognatrice ad occhi aperti e quasi mai scontata nei pensieri. La solarità unita alla criticità e alla costanza erano caratteristiche che avevo acquisito nel tempo con consapevolezza crescente.

Se mi fossi presentata, invece, in università avrei soppesato di più le parole, ragguardando i miei interlocutori su quanto io fossi una delle persone più razionali del mondo, ma solo fino al momento in cui i miei sentimenti non prendevano il sopravvento. Cuore batte testa dieci a uno.

A dir la verità, più provavo a dare un'immagine di me al mondo e più sembravo un quadro mal riuscito di Picasso: una ragazza con un carattere tutt'altro che perfetto e con una strana luce dentro di sé che infondeva negli altri e che delle volte veniva oscurata. Avevo voglia di fare la differenza, di non essere uguale al resto del mondo, di mostrare che la normalità era la migliore delle ecletticità.

Forse anni più avanti mi sarei descritta assumendo che fossi la persona diversa più normale del mondo, che ricercava la felicità nel futuro, mantenendo sani principi e, non ultimo, trovare l'amore come nelle favole.

Ma forse la verità era proprio che nonostante tutti i giri di parole io ero rimasta quella bambina bella, solare e ingenua che aveva paura di fare scelte sbagliate che potessero in qualche modo compromettere la propria autoaffermazione di ragazza normalmente speciale.

O forse no, forse avevo semplicemente paura di soffrire ogni qualvolta avessi ascoltato il mio cuore.

Love. Be afraid. || Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora