CAPITOLO 27: Mai Stato Meglio

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Sfreccio sul lungomare di Viareggio senza smettere di mordermi il labbro.
Lo faccio sempre, quando sono agitata.
E, adesso, ho talmente tanta adrenalina addosso che potrei scoppiare come un razzo nordcoreano.

Non potendo giocherellare col mio Tiffany, per mantenere le mani sul volante della BMW M3, devo limitarmi a ridurre la mia bocca come il ripieno di tortellini Giovanni Rana.
Mi sono divorata il labbro costantemente, per tutta la durata del viaggio.

"Ma che stai facendo, Martinelli... non è da te... tu non li hai mai fatti questi colpi di testa! Mica siamo a C'è Posta Per Te..." la mia botta di vita sta vacillando.

Sono una cagasau. Peggio dello chauffeur portoghese al Bairro Alto.
Ma devo farlo. Voglio farlo. Voglio farlo sentire come me... quando, di sorpresa, l'ho ammirato scendere le scale dell'orologio, quando ho visto il cartellone del suo incontro in Placa Don Pedro IV... e mi sono sentita così viva.

La passeggiata della perla della Versilia è piena di gente, sembra Ferragosto.
Il cuore mi batte all'impazzata, mentre abbasso il volume delle Quattro Stagioni di Vivaldi, l'unica melodia in grado di darmi sollievo e che mi sono sparata a palla per tutto il tragitto, quello che separa il mio mondo dal suo.

Nonostante il sole potente, mi tolgo gli occhiali scuri di Bulgari, comincio a sistemarmi il viso.

Quando arrivo alla fine del viale a mare, intravedo la ruota panoramica, il molo, il ponticello che attraversa il fiume, le imbarcazioni dei pescatori che risalgono il canale... e li sento, quei profumi, quelli che sanno di lui, del suo viso, del suo corpo... quelli che abbracciai forte sulla terrazza panoramica del molo.
Poco prima che mi dicesse quella frase di Baudelaire e che il mio Tiffany si tuffasse nel Mar Ligure.
E, poco dopo, gli ho tirato un ceffone in faccia. Quel viso così perfetto, quello che è rimasto attaccato al mio per attimi infiniti.

Il volto della creatura più allucinante che abbia mai incontrato.

Quel luogo mi fa sprofondare in una splendida valle di ricordi.
Eppure... lo conosco appena.
Ma ho fatto l'amore con Stefano come se lo avessimo fatto pure nei sogni.

Come fa?... Ad essere incastrato dentro di me come se ci fosse sempre stato?...
Forse sto impazzendo veramente.

Una follia del genere l'ho letta solo nei libri, l'ho vista fare nei film.
Ma io non sono tipa da certe cose.
Eppure...

"Ci siamo..."

Parcheggio l'auto sullo stesso spiazzo libero che accolse il mio taxi, quando venni a cercarlo.
Ironia della sorte, anche oggi è domenica.

Scendo dalla BMW e mi ritrovo sul ponte.
Il capannone è ancora lì... ed il mio cuore esplode.

Lo attraverso, con un panico disumano ed un sorrisino stampato in faccia. Non ho mai smesso di sorridere, da quando mi sono unita con lui.
E penso che Stefano Baroni mi abbia regalato più sorrisi di quanti ne avessi mai fatti in vita mia.
Bene... oggi sono io che farò sorridere lui.
Il solo pensiero mi fa danzare con i raggi del sole.

Scendo gli ultimi gradini del ponte, alzo la testa e...

-Oh, merda!-

Mi avvicino furtivamente al cancello.

Il parcheggio è vuoto come il mio stomaco, desolato come il mio umore.
Il cantiere è chiuso, nessun segno di vita.

Nessuno. Non c'è nessuno.
Lui non c'è.

-Nooooo!- non riesco a trattenermi.

Mi tiro indietro i capelli, c'è un caldo bestia. Mi sento andar via le gambe.

MA C'ERI E RESTIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora