Capitolo 2

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Nel regno dei Sogni, sulle sponde di un torrente le cui acque lucenti riflettevano le alte torri del castello avvolte da edere rampicanti, il vecchio Gami narrava antiche storie a un gruppo di bambini attenti, seduti sull'erba attorno a lui.

«Quella che sto per raccontarvi non è una leggenda, ma una storia realmente accaduta in un'epoca remota che si perde nella notte dei tempi! Vi siete mai chiesti come mai attorno al regno c'è quel grande Labirinto?» chiese il vecchio, indicando le imponenti siepi che si ergevano all'orizzonte. I bambini si guardarono tra loro e non risposero.

«Per proteggerci!» esclamò il vecchio.

«Proteggerci da cosa?» domandò timidamente uno dei piccoli.

«Ci fu un tempo in cui le nostre terre vennero minacciate da esseri terribili, creature malvagie che arrivarono dal regno dell'incubo.»

Il gruppetto fu percorso da quel brivido misto di spavento e curiosità che suscita ogni storia di paura.

«Il sole tramontò improvvisamente» continuò il vecchio facendo ampi gesti con le braccia, «e chiunque si addormentasse finiva prigioniero di un mondo oscuro e non ne usciva più, come in una lunghissima morte apparente. Le creature del regno degli Incubi allora assalirono il nostro mondo. Erano esseri mostruosi, terribili, dagli occhi rossi come il sangue. Re Sogno radunò un esercito di coraggiosi guerrieri provenienti da ogni angolo del regno proprio in questo castello, nelle cui segrete si conservano ancora le spade e le armature indossate da quei valorosi cavalieri ormai dimenticati da tutti. Essi difesero il regno con la vita combattendo a lungo e valorosamente una guerra che non potevano vincere. Non dormirono per giorni e giorni, sapendo che se si fossero addormentati sarebbe stata la fine. Gli Incubi attraversarono le terre del Dormiveglia e avanzarono fino alle porte del regno. Alla loro guida c'era il re degli Incubi in persona, l'essere più malvagio e potente che la storia ricordi. Si narra che fosse capace di uccidere un nemico solo con uno sguardo. Fu così che ogni creatura dei Sogni rimasta sveglia, comprese le donne e gli anziani, si unì ai cavalieri in difesa del regno. Attesero l'arrivo degli Incubi per lo scontro finale proprio laggiù, dove si trova adesso il Labirinto. Immaginate di vedere un'infinita fila di creature a piedi e a cavallo, con i vessilli al vento, e Re Sogno dinanzi a loro in attesa di combattere contro un esercito più forte e numeroso.»

«Era lo stesso re che c'è adesso?» lo interruppe uno dei bambini.

«No, piccolo mio, i Sogni non vivono così a lungo. Era uno dei suoi antenati, un uomo valoroso e fiero» rispose Gami.

«È morto nella battaglia?»

«Piano, piano, lascia che finisca di raccontare» ridacchiò il vecchio, e riprese.

«Ancora i nemici non si vedevano, ma li precedette un'immensa nube nera che oscurò persino le stelle all'orizzonte. Poi un vento gelido trasportò il loro canto di battaglia:

Gli Incubi sono tornati

rubano i sogni agli addormentati

gli Incubi del sonno profondo

portano le anime nel loro mondo

Quella lugubre melodia intorpidiva la mente di ognuno e suscitava il terrore anche nei cuori più arditi. I destrieri scalpitavano nervosamente. Ed ecco, in lontananza, l'imponente figura del re nemico a cavallo avvicinarsi seguita da quell'orda sconfinata di mostri dagli occhi rossi come fiamme.

Fu in quel momento, un attimo prima dello scontro, che accadde qualcosa di inaspettato; tra i due eserciti apparve come dal nulla un ometto minuto, vestito di una tunica verde, così vecchio che sembrava avesse mille anni. Dopo un primo momento di stupore generale qualcuno tra i più anziani riconobbe quella creatura: si trattava di colui che la gente chiamava il mago della luna. Loro lo avevano incontrato per l'ultima volta quando erano ancora dei ragazzi. La leggenda diceva che fosse andato a vivere dentro la luna, e che si potesse incontrarlo solo salendo sulla montagna più alta del regno, la più vicina al cielo. Ma naturalmente si trattava di una leggenda da raccontare ai bambini e tutti erano convinti che fosse morto molti anni prima. Non riuscivano a credere che fosse proprio lì, davanti a loro.

STELLADove le storie prendono vita. Scoprilo ora