CAPITOLO III

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Nel regno degli Incubi, falde di nebbia come drappi di seta avvolgevano le imponenti torri aguzze di un'immensa fortezza di pietra nera, massiccia e lucente. All'interno di una delle torri, dentro una stanza buia, rimbombava il passo nervoso di Sibilla.

Nutriva ormai un sentimento forte per Amon, era preda di un'emozione che fino al loro primo incontro non aveva mai conosciuto. Non riusciva a dimenticarlo e si sentiva in colpa per quello che gli aveva fatto. Davanti a uno specchio guardò i propri occhi tornati rossi scarlatti e la sua pelle di nuovo color cenere. Il sortilegio provocato dalla pozione che le aveva dato suo padre era cessato e questo significava che la sua missione era compiuta. Era incinta del principe.

«Se avesse visto il mio vero aspetto non si sarebbe mai innamorato di me» pensò Sibilla cercando di consolarsi. «Tutto questo è successo solamente grazie a quel maledetto incantesimo.»

Sibilla aveva sempre obbedito a suo padre senza discutere; non lo amava ma lo rispettava, e soprattutto lo temeva. Questa volta però era diverso. Lei non era la stessa persona di un tempo, imperturbabile e spietata come le comandava il suo sangue. Ora era una madre: voleva sapere perché era stata costretta a comportarsi in quel modo e cosa ne sarebbe stato di suo figlio. Decise di andare dal re a chiedere una spiegazione.

Uscì dalla sua stanza e percorse il ballatoio fino imboccare il ponte, spazzato dal vento, che collegava due delle torri. Salì la rampa di ampi scalini che conduceva alla soglia degli appartamenti del re. Ornata da due alte statue di rettili alati, la porta era semiaperta e lasciava passare una lama di luce rossastra. Stava per entrare quando udì una voce femminile provenire dall'interno:«e così Maestà ogni cosa sta procedendo come previsto, presto nascerà l'Essere supremo, voi avrete la vostra vendetta e io la mia ricompensa».

«Sì, Neremana» rispose il re, «e spero per te che la tua profezia si avveri.»

«Si avvererà, mio signore: sarà una femmina e diverrà l'essere più potente e malvagio che queste terre dannate ricordino! Scenderà sul regno dei Sogni la notte eterna! Ma ricordate quello che già vi dissi quando veniste nella mia terra: la creatura dovrà avere gli occhi scarlatti perché la profezia si avveri. Se avrà gli occhi verdi apparterrà alla stirpe dei Sogni e dovrà essere immediatamente uccisa!»

«Ricordo perfettamente» disse il re, voltandosi verso la porta come se percepisse una presenza dietro a essa. Con un solo sguardo la spalancò, ma dietro non c'era nessuno. Sibilla era fuggita un istante prima.

Era sconvolta, non poteva credere a ciò che aveva appena udito. Non avrebbe mai permesso che sua figlia fosse responsabile della dannazione eterna del principe e di tutte le creature del regno del Sogno! Doveva fuggire e fare in modo che il re non trovasse mai la bambina. Tornò nei suoi alloggi per riflettere con calma. Si sedette sul davanzale della finestra e osservò il paesaggio reso ancor più silenzioso e ovattato dalla neve che scendeva lenta e incessante. Sibilla si sporse sempre più guardando verso il basso. Il cielo e la terra avevano lo stesso colore biancastro, e la torre era così alta che lei non riusciva a vedere il suolo. Guardò il suo ventre leggermente pronunciato e accarezzò l'idea di lasciarsi cadere nel vuoto, ma non ne ebbe il coraggio.

Rientrò nella stanza. Pensò che forse uccidersi risolverebbe ogni cosa ma decise che prima di farlo avrebbe dovuto dire la verità al principe. Doveva tornare il prima possibile nel bosco.

Indossò una mantella con cappuccio per oscurare il volto e gli occhi rossi una volta arrivata nelle terre del Dormiveglia. Scrisse poche righe su una pergamena e uscì dalla fortezza stando attenta a non essere vista da nessuno. Una volta arrivata nel luogo dove incontrò il principe la prima volta fissò la pergamena su un ramo, lo piantò nel centro della radura e attese nascosta dietro a dei folti cespugli. Pensò di aspettare fino a quando non fosse stata sicura che Amon avesse letto la lettera, poi sarebbe tornata in cima alla torre e l'avrebbe fatta finita. Il principe non doveva vedere il suo vero aspetto. Sibilla voleva conservare come ultimo ricordo il modo in cui Amon l'aveva guardata e desiderata l'ultima volta.

STELLADove le storie prendono vita. Scoprilo ora